Bangkok solo andata, di Jonathan Kaplan













Titolo originale: Brokedown Palace
Regia: Jonathan Kaplan
Sceneggiatura: David Arata
Fotografia: Newton Thomas Sigel
Montaggio: Curtiss Clayton
Musica: David Newman
Scenografia: James Newport
Costumi: April Ferry
Interpreti: Claire Danes (Alice Marano), Kate Beckinsale (Darlene Davis), Bill Pullman ('Yankee' Hank Green), Daniel Lapaine (Nick Parks), Tom Amandes (Doug Davis), Jacqui Kim (Yon Greene), Aimee Graham (Beth Ann Gardener), John Doe (Bill Marano), Kay Tong Lim (detective Jagkrit)
Produzione: Adam Fields
Distribuzione: 20th Century Fox
Durata: 100'
Origine: Usa, 1999


Jonathan Kaplan, che già precedentemente, in Sotto accusa del 1988 e Abuso di potere del 1992, aveva affrontato il tema della giustizia e degli abusi, in quest'ultimo film ripropone il filone basato sulle drammatiche vicende giudiziarie di turisti occidentali in vacanza in luoghi esotici, di cui memorabile è rimasto Fuga di mezzanotte di Alan Parker. In Bangkok solo andata, le giovani attrici, Kate Beckinsale e Claire Danes, interpretano adeguatamente il ruolo di due amiche, entrambe americane, l'una figlia della classe borghese e del benessere, ingenua e timida, l'altra, invece, rappresentante di un'altra America, quella della disoccupazione, dell'indigenza, la cui personalità ricalca lo stereotipo di "bad girl", aggressiva e coraggiosa, già delineato in un precedente film di Kaplan. Il film gioca sulle differenze sociali e caratteriali delle due ragazze che incideranno in maniera sostanziale sulle loro diverse sorti giudiziarie e ci introduce nel labirinto della giustizia tailandese, mostrando un sistema fasullo, al'interno del quale ogni istanza di giustizia è subordinata a meccanismi subdoli di corruzione, e qualsiasi pena può essere contrattata e comminata scavalcando qualsiasi rispetto per la Legge e per l'individuo. Centrale nel film è il tema del viaggio, verso un Altrove, seducente e avventuroso, ma anche verso un Ignoto, fonte in questo caso di pericoli. La conclusione dell'ultimo anno di scuola da parte delle due protagoniste, il passaggio dalla giovinezza all'età adulta viene celebrato e sancito da quasto viaggio iniziatico verso una dimensione nuova, che le costringerà ad abbandonare, repentinamente e loro malgrado, le fantasie di divertimento adolescenziali, per affrontare, questa volta da adulte, la nuova situazione: l'accusa di spaccio di droga, la reclusione, il contatto con una realtà giudiziaria affidata all'arbitrio di pochi, l'odioso burocratismo, contribuiranno ad introdurle drammaticamente in una dimensione che non lascia spazi alla leggerezza e all'improvvisazione giovanili. Il film presenta un ritmo serrato e sostenuto, ravvisabile soprattutto nella sequenza dell'arresto e nel succedersi dei processi, anche se non mancano approssimazioni riguardanti la descrizione del carcere, a tratti poco verosimile, e la scena dell' udienza difronte all'imperatore che sfocia nel fumettistico. Nel finale viene posto l'accento sul sentimento dell' amicizia tout-court, che, in diverse forme, percorre ininterrottamente tutto il film.

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Claudia Garano
 

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