Bangla, di Phaim Bhuiyan

Un ragazzo si innamora di una ragazza e vuole conquistarla. Niente di nuovo se non fosse che Phaim, oltre ad essere il regista, è anche del Bangladesh e non può fare sesso prima del matrimonio

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Se si leggono le prime righe della trama di Bangla verrebbe quasi da pensare che la puntata pilota di The Night Of si sia spostata dalle parti di Tor Pignattara a Roma.
Come nella fortunata serie HBO, Phaim è uno studente di origini orientali che fa fatica a cercare l’amore vero.
Ma a differenza del Nasir messo in scena da Steven Zaillian, Phaim è un ragazzo integratissimo nella sua comunità ed ama definirsi “50% italiano, 50% bangla”.
Perché uno dei tanti meriti di questo film, diretto ed interpretato proprio da Phaim ( che di cognome fa Bhuiyan) è quello di raccontare l’Italia multietnica come fosse un dato di fatto, non come una speranza, né tanto meno come uno spot elettorale progressista.

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Tor Pignattara è ripresa per quello che è: una periferia con tanti problemi, ma anche un quartiere colorato dai murales e con le scritte arabe attaccate sulla porta dei negozi (un posto che piace sempre più al nostro cinema, dai The Pills ad Orecchie).
Di certo non è il ghetto raccontato tendenziosamente dai media nel corso degli ultimi anni. 

Così il dato autobiografico e la finzione scenica finiscono per mescolarsi, dando l’impressione che il Phaim un po’ imbranato che si innamora di Asia (la promettentissima Carlotta Antonelli) sia comunque una parte sostanziale della personalità di questo regista classe ’95, prodotto da Fandango e Tim Vision col chiaro intento di stupire.

Da questa storia d’amore ambientata sulla Casilina ne esce fuori un umorismo bangla-romanesco, in cui il fatalismo sornione dell’Urbe incontra lo spirito quasi ascetico del sud est asiatico.

Il folk revival hindu si fonde con l’indie del Pigneto; Bollywood si mescola ai Comizi d’amore pasoliniani, proprio lì dove il poeta si aggirava per scrutare il candore della borgata. Bangla, come per quel documentario, si prende la briga di parlare di sesso all’interno di una comunità in cui esporsi su certe cose è ancora tabù.

E forse non c’è un gesto più politico che quello di dar voce ad una comunità silenziosa, raccontando una storia rassicurante fatta di prime volte e slalom in motorino.

Ai tempi, Muccino andava in giro in vespetta ed occupava i licei del centro (era l’epoca di Come te nessuno mai. Una vita fa…).
Oggi, per fortuna, la città sa raccontarsi (ed essere raccontata), come un luogo in cui è facile innamorarsi anche a sud del Laterano. Proprio lì dove i palazzi storici lasciano il posto all’abusivismo edilizio. E la bellezza la senti nell’aria che sa di curry, nei muri abbelliti da Carlos Atoche e nei film che raccontano storie di vita normale.
Perché non sempre va a finire come in The Night Of…

 

Regia: Phaim Bhuiyan
Interpreti: Phaim Bhuiyan, Carlotta Antonelli, Pietro Sermonti, Alessia Giuliani, Milena Mancini, Simone Liberati
Distribuzione: Fandango

Durata: 84′
Origine: Italia, 2019

 

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.7

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
4 (3 voti)
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