Bellaria Film Festival 2008 – Tutti i premi di Anteprimadoc
E’ il mediometraggio Lo zio Sem e il sogno bosniaco di Chiara Brambilla, ventiseienne milanese, il vincitore della Vela d’oro (e 5.000 euro) alla 26a edizione del Bellaria Film Festival Anteprimadoc, selezionato dalla giuria composta da Ascanio Celestini, Guido Chiesa, Gabriella Gallozzi, Francesco Piccolo, Alba Rohrwacher. Il passaggio della linea di Pietro Marcello è il vincitore del premio Casa Rossa doc per il miglior documentario uscito in sala o in festival o diffuso in tv dal giugno 2007 mentre la nuova sezione Cortodoc, per lavori di un massimo di dieci minuti, è stata vinta da A piedi sul filo di Enrica Andreetto e Roberto Zazzara, ambientato nel mondo del circo, premiato dalla giuria composta dagli studenti di documentario della Scuola di Cinema Sentieri selvaggi
Le piramidi in Bosnia, sulle colline del villaggio sperduto di Visoko? Ipotesi suggestiva e fortemente sostenuta da Semir Osmanagi, uomo d’affari con la passione per l’archeologia, sorta di avventuriero Indiana Jones, tornato nella sua terra dopo quindici anni di esilio negli Stati Uniti ben deciso a investire tempo, denaro, energie nella messa in scena di quella sua idea, fino a stravolgere le abitudini di quella tranquilla popolazione e a inimicarsi le comunità degli scienziati, per disegnare l’immagine, il sogno di una Bosnia lontana dai conflitti e dalle tensioni sociali. Li racconta – questo personaggio, i luoghi da lui percorsi e scavati, letteralmente, alla ricerca dei segni delle più antiche e alte piramidi del mondo, e le persone che in modi diversi interagiscono con lui – Chiara Brambilla, ventiseienne milanese nel mediometraggio Lo zio Sem e il sogno bosniaco, premiato con
Erano quattordici i lavori in gara, e la giuria nelle sue scelte finali ha privilegiato il documentario come struttura corale, come viaggio sociale nella memoria personale e collettiva con i toni e le sfumature della commedia umana. Ecco dunque il secondo premio,
E’ invece Il passaggio della linea di Pietro Marcello il vincitore del premio Casa Rossa doc per il miglior documentario uscito in sala o in festival o diffuso in tv dal giugno 2007, attribuito da una giuria di studenti di corsi universitari di cinema e scuole di cinema italiane. Viaggio attraverso l’Italia osservata dagli scompartimenti dei treni notturni a lunga percorrenza e in compagnia di alcuni passeggeri che quei treni usano e abitano. Film corale e sospeso nella notte che, nella motivazione della giuria, “riesce a coniugare attraverso linguaggio e contenuto uno sguardo profondo sull'essere umano e su una parte di realtà sociale italiana”. Menzione speciale a Biutiful cauntri di Esmeralda Calabria, Andrea D'Ambrosio e Giuseppe Ruggero “per la forza delle immagini con le quali affronta una denuncia necessaria e coraggiosa” nella Campania delle ecomafie, nel suo territorio devastato.
La nuova sezione Cortodoc (con in giuria gli studenti di documentario della Scuola di Cinema Sentieri selvaggi), per lavori di un massimo di dieci minuti, è stata vinta da A piedi sul filo di Enrica Andreetto e Roberto Zazzara, ambientato nel mondo del circo. Menzione speciale a Ain’t no sunshine di Silvio Canini, riflessioni visive sull’estate.
Infine la giuria del Premio AVANTI! (Agenzia Valorizzazione Autori Nuovi Tutti Italiani; composta da Chiara Boffelli, Luisa Ceretto, Filippo D'Angelo, Angelo Signorelli e Andrea Zanoli), ha selezionato, tra i film di Anteprimadoc e Cortodoc, per la distribuzione culturale A piedi sul filo di Enrica Andreetto e Roberto Zazzara, Gancho cruzado di Frediana Fornari, Lo zio Sem e il sogno bosniaco di Chiara Brambilla, Tradurre di Pier Paolo Giarolo, Senza perdere la tenerezza di Francesca Balbo e Welcome Bucarest di Claudio Giovannesi (uno dei lavori migliori del concorso principale, su un ragazzo romeno e le sue relazioni con amici, compagni di scuola, insegnanti, familiari, insieme a Dimmi qual è il colore del cielo di Marco Pozzi, ritratto di quattro ragazze sedicenni di un liceo artistico di Crema – entrambi i film costruiti con sguardo orizzontale, complice e mai giudicante, sensibile e sensuale nel cogliere istanti del vivere la complessità e le stratificazioni dell’adolescenza).