Belle e Sebastien: Amici per sempre, di Clovis Cornillac

Arriva in sala il terzo e ultimo capitolo della saga, affidato alla regia di Clovis Cornillac. Tra continuità e nuovi toni da film thriller, con un cattivo davvero “cattivissimo”

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Già dal suo incipit, ci sembra che questo ultimo capitolo della fortunata saga di Belle & Sebastien, iniziata nel 2013, tenendo sempre fermo il punto di partenza dei racconti – e della celebre serie televisiva francese – firmati dall’autrice Cécile Aubry, si ponga nel segno della continuità (almeno narrativamente parlando), riavvolgendo il nastro della storia al momento della nascita, in mezzo alla bufera di neve, del piccolo Sebastien (ancora Félix Bossuet): figlio della gitana defunta Lisa, che vedremo qui per la prima volta; salvato poi, e cresciuto, dal “brontolone delle montagne” César (Tchéky Karyo); infine, abbandonato (ma senza colpa) da Pierre Marceau (Thierry Neuvic), della cui filiazione diretta restava, almeno fino al secondo episodio, solo un medaglione con il suo nome inciso sopra, che il piccolo neonato afferrò dal collo della madre subito dopo il parto. Ma lo si sa bene: delle saghe, in specie quelle con l’impronta da “romanzo di formazione”, lo spettatore apprezza proprio la possibilità di ritrovare elementi familiari, più o meno trasformati, ai quali è rimasto affezionato dagli appuntamenti precedenti, e questo sembrerebbe il caso esemplare. Lo spettatore potrà, dunque, rincontrare un Sebastien adesso dodicenne – la storia è ambientata nel 1948, quando la guerra è terminata –, sempre restio a scuola e a costrizioni sociali e molto più propenso a trascorrere le sue giornate tra montagne immense e cani di razza patou; c’è sempre la simpatica e coraggiosa Belle, ma adesso in versione moltiplicata; così come ritroveremo ancora tutti i vecchi volti protagonisti, anche se l’ombra del cambiamento non si farà aspettare, apparendo subito minacciosa per il ragazzo e la quotidianità selvaggia alla quale oramai si è abituato dalla nascita. Eppure, stavolta César, il più anziano e meno istruito del gruppo, si farà testimone e garante del passaggio del nipote all’età adulta, il quale finirà per corrispondere, come da norma di natura, all’apertura al mondo: «È nell’ordine delle cose… Anche tu un giorno te ne andrai» (César).

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Un peso del cambiamento che grava, allo stesso tempo, sulle aspettative e il profilo registici: dietro la macchina da presa troveremo una novità, appunto Clovis Cornillac che, se in qualità di attore vanta fama e professionalità ben consolidate negli anni (Premio César nel 2005 per Mensonges et trahisons et plus si affinités, di Laurent Tirard), in quanto regista si trova ad attraversare un terreno non così stabile (Cornillac ha alle spalle una sola regia, la commedia del 2015 Un po’, tanto, ciecamente), rischiando presunti confronti con i lavori precedenti, dall’impronta documentaristica e di grande fascino del Vanier del primo film a quella avventurosa, dinamica e ben orchestrata nelle soluzioni narrative del Duguay del secondo capitolo. Tutto sommato, questo terzo e ultimo lavoro della saga, risulta equilibrato e intelligente alla pari per intenzioni e scelte registiche: Cornillac investe volutamente l’intera vicenda di un tono thriller misto a reminiscenze risalenti all’immaginario da fiaba Disney (La carica dei 101, così come il film di Stephen Herek, affiorano subito alla mente), entrambe le cose letteralmente inghiottite da Cornillac stesso, che nel film impersona “il cattivo” (un cattivo davvero cattivo), che cercherà di impossessarsi dei cani con il sostegno stesso di una legge ingiusta (e pur tuttavia, «la legge è la legge!»).

Cinema-BelleEtSebastien3-Cornillac-Janv18Il pericolo, dunque, non proverrà più (solamente) dalla montagna – o dai nazisti “buoni” del primo film –, bensì dalla legge consolidata dagli uomini, contro la quale Sebastien dovrà combattere a spada tratta per rivendicare libertà e valori, per salvare i suoi cuccioli e salvare infine anche se stesso, in un’impresa che ha veramente poco di infantile, ma che stavolta si misura con barriere e pericoli davvero paurosi (le trovate migliori sono, a questo punto, il trattore cingolato di Joseph, vera e propria macchina di morte, nonché residuo nazista dei tempi di guerra, ma soprattutto la sequenza ambientata all’interno del cimitero notturno).

Cornillac riesce comunque a stemperare un clima d’angoscia che avrebbe potuto rischiare l’eccesso, e lo fa grazie all’aggiunta di numerosi momenti di comicità leggera, legati soprattutto al personaggio di César che, messo in coppia (scalmanata) con il sindaco, incontrerà alla fine dell’avventura una nuova compagna di vita. Sebastien, a questo punto, è cresciuto ed è pronto per spiccare il volo con la sua Belle, in direzione Canada, in una suggestiva soluzione finale (la partenza in aereo) che sancisca un nuovo inizio, accompagnato come sempre dalle splendide musiche di Amar. Una nuova direzione per Sebastien, allora; forse anche per il regista, che qui dimostra inventiva, rigore e buona capacità anche su una materia che non gli appartiene (ancora).

 

Titolo originale: Belle et Sébastien 3, le dernier chapitre

Regia: Clovis Cornillac

Interpreti: Félix Bossuet, Tchéky Karyo, Clovis Cornillac, Thierry Neuvic, Margaux Chatelier, André Penvern, Anne Benoît, Lilou Fogli

Distribuzione: Notorious Pictures

Durata: 90′

Origine: Francia, 2017

 

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