Bellocchio, l'anticonformista

Marco Bellocchio

Fanno discutere le dichiarazioni di Marco Bellocchio, intervistato dalla rivista “Left” nel numero in edicola questa settimana.

La situazione attuale è peggiore di qualche anno fa, oggi non mi lascerebbero girare un film come 'L'ora di religione'

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Fanno discutere le dichiarazioni di Marco Bellocchio, intervistato dalla rivista “Left” nel numero in edicola questa settimana.

La situazione attuale è peggiore di qualche anno fa, oggi non mi lascerebbero girare un film come 'L'ora di religione'Oggi il cinema è totalmente dipendente dalla tv che ogni tanto 'elargisce' qualcosa ma pretende, con il suo orrendo conformismo, di imporre il proprio linguaggio'' ha detto al settimanale il regista di film come I pugni in tasca, L’ora di religione, Buongiorno notte.  

La tv vince sul cinema e tende ad essere tutta uguale – ha spiegato il regista – gli attori vengono dai reality e i registi s'improvvisano. 'Poiché la situazione produttiva è difficile chi ha voglia di sperimentare dovrebbe utilizzare anche forme molto popolari per proporre format, anche televisivi, più rischiosi. Come la fiction, per esempio, cercando tematiche nuove, come quelle sociali. Sul sociale si fanno cose penose e false''

Infine sul suo  prossimo film dedicato a Benito Mussolini ha detto: "A me interessava il rapporto violento di Mussolini con una donna. Forse qualcuno ci vedrà delle coincidenze, ma i paralleli sono molto difficili. Quella era una dittatura sanguinaria, quello attuale e' un regime molto diverso. Il resto e' top secret, tanto lo vedrete presto. Posso solo dire che io sono molto felice di questo film''.

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    14 commenti

    • Bellocchio si lamenta del regime che domina la nostra società.<br /> Non lo trovo corretto per un autore che ha sempre avuto nello stato (ministero e raicinema) i principali finanziatori dei suoi ultimi quattro/cinque film.<br />Da associato ai centoautori ben si guarda da far togliere la norma del reference sistem che <br />privilegia i registi già affermati. Come mai? Non c'è niente di assolutamente memorabile negli ultimi suoi film e in quelli d molti suoi colleghi. Forse qualche momento in cui vi ricordate la rabbia che sprigionavate quando non vi eravate così imborghesiti.<br />Oggi le urgenze narrative se ci si vuole distinguere dalla fiction è il coraggio di raccontare con un gruppo di amici attori e una telecamera digitale, quello che la novelle vague vi ha insegnato purtroppo autori, come lei Bellocchio, lo avete perso nel vostro malato narcisismo. Altro che dittatura, le auguro che il suo film faccia felice anche gli spettatori che l'hanno pagato con le loro tasse, non solo lei.

    • Non condivido quello che dici. mentre in USA il cinema ha esportato il suo linguaggio alla televisione, da noi è avvenuto l'esatto contrario, molti dei nostri film di oggi sono piattamente "televisivi" nel senso più deteriore del termine, così come la nostra fiction, tranne poche felici eccezioni.<br />Bellocchio non critica il problema dei finanziamenti – quindi non capisco il tuo discorso – ma il conformismo del linguaggio. Difficile non essere d'accordo

    • Sono assolutamente d'accordo con quanto dice Bellocchio e il commento di Giulio, fare sperimentazione in Italia è quasi impossibile, in tv a parte Sky nessuno si guarda bene dal prendere dei rischi. E considerando che chi produce in televisione sono gli stessi che poi producono film, la frittata è fatta…

    • Scusate se mi permetto ma non mi sembra che Buongiorno Notte o il regista di matrimoni avessero chissà quale linguaggio.<br />E ribadisco perché lamentarsi di un sistema e non osare a cambiarlo. <br />E' credo più facile parlare del Duce o di Aldo Moro che raccontare la nostra realtà. Se parliamo di linguaggio non parlerei di Belloccchio ma forse per onestà in Europa di Lars Von trier o dei Dardenne.

    • Aldilà dei gusti personali – a me non piacciono né i dardenne e meno che mai quel bluff di Lars Von trier – ammetterai che bellocchio cerca maggiormente movimenti di macchina, tonalità di racconto meno battute e ricercatezze visive o particolarità nel modo di dirigere gli attori dei vari Piccioni Mazzacurati Chiesa Brizzi Lucchetti Incerti (per dire solo i primi che mi vengono in mente) e soprattutto i pochi sparuti esempi di cinema di genere come i film di Fragasso o il terribile aspettando il sole. Ripeto non è che a me Bellocchio piace sempre, ma ha denunciato il fatto che nell'ambito del cinema italiano c'è poca voglia di osare, sia da parte dei registi che soprattutto da chi li produce. ecco perché i tuoi discorsi secondo me centrano poco con il tema messo sul piatto da Bellocchio (che comunque è uno dei nostri pochi registi apprezzati all'estero e in festival come cannes, quindi forse un po' d'interesse sul linguaggio lo desterà anche se a te non sembra così)

    • E il sistema non lo cambi da solo, ci vuole una presa di coscienza collettiva che coinvolga anche e soprattutto chi investe i soldi nel cinema – ergo i produttori.

    • Non mi risulta che von treir e i dardenne abbiano cittadinanza italiana…<br />Cmq ti consiglio di leggere gli articoli correlati sui film di bellocchio che tovi a destra, sono piuttosto illuminanti per comprendere il linguaggio dei film di bellocchio…visto che ti è sfuggito 🙂 (ovviamente è solo una battuta eh…)

    • Avete ragione voi, tenetevi questi dinosauri che non cambieranno mai.<br />meno male che i Dardenne e lars non sono italiani, non li avrebbero mai prodotti gli illuminati dirigenti del cinema assistito di stato. Vi risulta che il cinema di Bellocchio, a parte la Francia vengano visti nel mondo?<br />come mai una star come la kidman va a fare un film di Lars e Bellocchio deve ripegare su quella tristezza incompiuta di attrice che è la Mezzogiorno?<br />Ci vuole più coraggio, io la penso così. Gli articoli correlati non fano che confermare il mio pensiero, parlando del regista di matrimoni, diceva che in Italia ci sono troppi registi.<br />Il povero Garrone che dovrebbe rispondergli che si è fatto tutto da solo per arrvare a una visibilità? Mah, a me sti' vecchi senza un'idea, alla Montaldo, Lizzani, Faenza, etc. mi fanno pena.<br />In passato sono stati dei grandi perché avevano coraggio, adesso sono più conformisti dei conformisti. pensate che il film su Moro sia stato coraggioso nel linguaggio?<br /><br />

    • Innanzitutto non capisco perché ti scaldi tanto, manco avessi offeso un tuo parente. Ho semplicemente detto che qui si sta parlando non di gusti personali o della qualità del cinema di bellocchio, ma sullo stata di salute del SISTEMA italiano. Eppure mi sembrava di averlo scritto comprensibile… se poi tu odi bellocchio sono problemi tuoi, francamente non mi interessa…<br />Se poi vogliamo parlare del MONDO, secondo me le uniche cose veramente innovative negli ultimi anni vengono dall'oriente, i dardenne fanno i film che faceva Bresson 50 anni fa, e quanto alla kidman, non si è mai pentita tanto nella vita quanto aver lavorato con von trier…cmq ribadisco che si parlava del sistema produttivo italiano e la sua mancanza di coraggio e non degli esiti artistici…ma vabbé…

    • Ma a me guarda che piacciono i registi che hai citato ma non centrano col discorso, e infatti quando citi faenza e gli altri stai dicendo la stessa cosa di bellocchio, ovvero che c'è poco coraggio. Il punto è che nessun produttore investe su idee innovative in Italia, è inutile parlare dei dardenne o di chiunque altro non lavori in Italia, il problema è che chi ha la volontà di fare qualcosa di diverso qui non ha spazio. Bellocchio almeno ci prova, il punto non è se fai un film storico o d'attualità, ma come lo racconti, e secondo me l'ora di religione e buongiorno notte erano ottimi film, l'ultimo non l'ho visto invece.

    • bartali, Dogville con la Kidman faceva schifo quanto Non ti muovere con penelope cruz, non è che se una star lavora nel tuo film allora sei un grande regista.

    • bartali, se vai qui http://news.cinecitta.com/news.asp?id=18713, vedrai che il regista di matrimoni fu venduto in dieci paesi esteri, quindi direi che prima di dire "Vi risulta che il cinema di Bellocchio, a parte la Francia vengano visti nel mondo?"<br />dovresti informarti

    • Provo a rispondere alle vostre:<br />1) Dogville per me è un capolavoro, vera idea di ribaltare il teatro a cinema e se ti faceva schifo sarebbe bello che lo argomentassi. Il mio riferimento alla Kidman è perché anche Bellocchio (che non odio) osava di più: Lou Castel , Michel Piccoli, etc. <br />2) Il sistema produttivo a cui mi riferisco è quello del reference sistem che concede finanziamenti statali a registi che abbaino già incassato tot soldi che abbiano già vinto premi e/o attori vicnitori di David, etc. a produttori che abbiano incassato tot, in pratica sempre a quei pochi autori, una cinquantina o meno in tutto.<br />3) Se è stato venduto e non sono informato ti chiedo scusa, ma ho dei dubbi che sia diventato un caso cinematografico alla Gomorra.<br />4) Garrone non è un mio parente, io ritengo l'Imbalsamatore molto più ispirato e cinema di Gomorra, ma è uno che prova e sperimenta.<br />5) Oggi un regista coraggioso può fare film con due lire con una telecamera digitale. Penso e sbaglio?

    • Ma guarda sui finanziamenti penso siamo tutti d'accordo che funziona male. Quello che dice Bellocchio è se anche io ho un'idea che vada fuori dai canoni soliti, non ho chi mi da i soldi per produrli, o distribuirli, peché la televisione, che comanda il cinema, gli ha imposto il proprio linguaggio. Tu hai cominciato a fare paragoni e distinzioni, ma nessuno qui sta parlando di garrone o di altri, è un discorso generico sull'industria italiana. E la soluzione non può essere la cinepresa digitale se poi non lo puoi far vedere il tuo film, perché in un sistema che uccide la creatività non ti permette di sopravvivere – penso ad esempio a volpe a tre zampe di sandro dioniso, un caso emblematico.