"Ben X", di Nic Balthazar

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U
n film ricco di spunti teorici, ispirato ad una vicenda realmente accaduta, racconta con lucida freddezza e intensa partecipazione emotiva l’alterità dell’autismo che produce l’impossibile comunicazione con la quotidianità. La vita virtuale diventa necessità e misura della distanza che separa i protagonisti. In concorso nel 2008 al Future Film Festival

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Ben X_01Qualche anno fa la cinematografia belga ci aveva raccontato di Thomas (Thomas in love di Pierre Paul Renders) la cui vita si svolgeva solo davanti ad uno schermo di computer anticipando, per qualche verso, la second life, per molti, di quotidiano consumo. La particolare crudeltà delle cinematografie dell’area ricompressa tra Belgio, Olanda e Danimarca ci ha, in questi anni, raccontato altre storie nelle quali il ruolo esplicativo dei media domestici è talmente pervasivo nella vita dei protagonisti da diventare elemento indispensabile per la sua stessa prosecuzione. Non dissimile, all’interno di queste considerazioni, appare la vita di Ben, giovane studente autistico la cui vita è legata necessariamente al suo computer e al gioco di ruolo Archlord che lo tiene in contatto con Scarlite. Lui è un guerriero e lei la principessa che va difesa. L’intera vita di Ben, la cui condizione lo emargina dai suoi compagni di classe che anzi con azioni di bullismo approfittano della sua situazione per umiliarlo e divertirsi alle sue spalle, è però segnata, nel gesto quotidiano immaginato e di impossibile attuazione per lui che si trova paralizzato dalla sua incapacità a manifestare sentimenti di qualsiasi natura, proprio dalle vicende del videogioco. La soluzione finale di sicura presa emotiva e narrativa che vede entrare in scena Scarlite, ci confermerà che la vita di Ben è indissolubilmente divisa tra vita reale e vita virtuale dove però le categorie, forse, non corrispondono esattamente al comune sentire.

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Lo scrittore e regista della storia ci fa sapere fin dai titoli di testa che la vicenda è ispirata ad un fatto di cronaca e ciò conferisce ulteriore efficacia alla narrazione. Mirabilmente integrato con le immagini virtuali del videogioco Ben X è un film di rara e misteriosa profondità proprio nella capacità di sapere cogliere il mondo solitario, e tutto introflesso, dell’autismo nella sua espressione più dolorosa. In questo percorso il film è sorretto dal non trascurabile lavoro attoriale del suo protagonista, lo sconosciuto Greg Timmermans. Solitudine esistenziale e malattia, confronto con la famiglia, per quanto scissa dalla separazione dei genitori, Ben X riesce a restituire tutto ciò, attraverso le proprie lucide e fulminanti intuizioni, nella paura che reciprocamente i personaggi vivono nel confronto quotidiano con l’alterità dell’autismo. Da una parte Ben muto e assente dalla realtà che vive, chiuso nel proprio io sconfinato e silenzioso, dall’altra i genitori e chi gli vuole bene, incapaci di comprendere questa profondissima e serrata chiusura verso il mondo se non per un videogioco la cui virtualità non chiede null’altro se non le capacità intellettive. Per Ben, come dice il padre ad un certo punto: l’autismo è un  problema, ma non è il suo problema, ma è quello degli altri. Per queste ragioni Ben è alla ricerca di una nuova esistenza e qualcosa deve morire perché tutto cambi, come afferma la madre nella sequenza iniziale. Solo così la sua nuova vita potrà ritrovare, pur nella inguaribile chiusura nella quale è costretta, un grado di maggiore di consapevolezza per entrambe le parti. 

In questa ricchezza di spunti teorici e all’interno di questa struttura che sintetizza l’impossibilità della comunicazione reciproca sta l’abilità di Balthazar nell’avere realizzato questo film, in cui è riuscito a raccontare tutto ciò facendo emergere con forza la penosa condizione che si muove dentro l’assenza di comunicazione, senza pietismi e lacrime, ma con elegante equilibrio tra la lucida freddezza e l’intensa partecipazione emotiva.

Titolo originale: id.
Regia: Nic Balthazar

Interpreti: Greg Timmermans, Laura Verlinden, Marijke Pinoy, Pol Goossen, Titus De Voogdt, Maarten Claeyssens

Distribuzione: One Movie
Durata: 90'
Origine: Belgio/Olanda, 2007

 

 

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