Bentornato Papà, di Domenico Fortunato

Un film sulla malattia così dimesso da essere spento che offusca gran parte dei personaggi, a cominciare da Donatella Finocchiaro e Giorgio Colangeli. Nel finale rischioso c’è poi il tonfo.

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C’è il ritorno a casa e l’amore della terra del cinema di Sergio Rubini regista. Tra Roma e la Puglia, ma il sole si vede appena e poi sparisce.

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Franco sta tornando da Roma assieme al figlio Andrea che torna a casa controvoglia e ha già progettato di ripartire subito. Ad attenderlo ci sono la moglie Anna, la figlia Alessandra e il fratello Silvano. Desidera di mantenere tutta la famiglia insieme il più a lungo possibile. Ha poi ottenuto un incarico come direttore di un’acciaieria. Poi una mattina, mentre sta sistemando il giardino, ha un malore e la sua vita e quella della sua famiglia cambiano all’improvviso.

A volte alcune storie funzionano quando sono scritte e poi sullo schermo qualcosa s’inceppa. È quello che succede a Bentornato Papà dove Domenico Fortunato, visto nei panni del Capitano dei Carabinieri Zannoni in Gente di mare e Gente di mare 2 e, tra i vari ruoli, in Assassini dei giorni di festa di Damiani e 100 metri dal Paradiso, firma la sua seconda regia dopo Wine to Love – I colori dell’amore. In Bentornato Papà interpreta anche il ruolo del protagonista e, malgrado il tono dimesso, anche dal letto d’ospedale si appropria del film oscurando il suo compagno di stanza Dino Abbrescia. In un film sulla malattia, ci si innamora e ci si lascia, si riflette troppo sul senso della vita e della morte e si sfocia in una visione nel finale che forse è la caduta più rovinosa. Perché fino a quel momento Bentornato Papà è stato comunque dimesso, quasi passivo, realistico nelle voci che si sentono da lontano e nelle soggettive del risveglio.

Gli ingredienti sono anche queli giusti ma combinati male. Bentornato Papà è un film spento anche nel modo in cui descrive l’incontro tra Andrea (che parla un ingiustificato accento romano giustificato solo dal fatto che vive da tempo lì) e Claudia e anche tutta la sua famiglia. Donatella Finocchiaro e Giorgio Colangeli sono presenti ma sembrano di passaggio. Tra speranze e ricadute, la commozione cercata resta intrappolata dentro il film come nella scena in cui Silvano fa la barba a Franco. Il discorso è sempre quello: una stessa scena, anche identica a questa, in un film funziona e in un altro no. Dipende come viene girata. In Bentornato Papà sono troppe quelle che prendono la direzione sbagliata.

 

Regia: Domenico Fortunato
Interpreti: Donatella Finocchiaro, Domenico Fortunato, Riccardo Mandolini, Giuliana Simeone, Silvia Mazzieri, Giulio Beranek, Dino Abbrescia, Giorgio Colangeli
Distribuzione: Altre Storie
Durata: 91′
Origine: Italia 2021

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
1.8

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
3 (19 voti)
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