Bentornato Presidente, di Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi

Manca la linearità di Benvenuto, Presidente!. Si punta più in alto e si sbanda. se la commedia politica italiana oggi è questa, c’è poco da stare allegri

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A sei anni da Benvenuto, Presidente! ritorna Peppino Garibaldi (Claudio Bisio) per cambiare le sorti dell’Italia. Dopo il suo exploit politico, ora è tornato nel suo paesino di montagna. Ma la moglie Janis (Sarah Felberbaum) è sempre più insofferente e non riconosce più l’uomo di cui si era innamorata. E decide di tornarsene a Roma, dove è stata richiamata dal Quirinale, assieme alla loro figlia Guevara, per la formazione del nuovo governo. Peppino scarica la tensione e la delusione facendo il taglialegna. Poi capisce che per riconquistare la donna che ama e la figlia è costretto a rimettersi in gioco.

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Dopo il successo commerciale del film diretto da Riccardo Milani (che aveva incassato circa 8 milioni e mezzo di euro al botteghino), cambia gran parte della squadra. Ad affiancare il Peppino Garibaldi di Bisio c’è Sarah Felberbaum al posto di Kasia Smutniak, mentre dietro la macchina da presa ci sono Gian

carlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, al loro terzo lungometraggio. Che guarda sempre al nostro paese. L’amore ai tempi della crisi di Amore oggi. Che ha poi un’altra declinazione in Metti la nonna in freezer con la protagonista che è una giovane restauratrice che pianifica una truffa per continuare a incassare la pensione della nonna.

Bentornato Presidente è un instant movie che duplica, se non è sorpassato, la realtà politica. La Lega Nord diventa Precedenza Italia, i 5 stelle il Movimento Candidi, il PD sovranità democratica. E Peppino Garibaldi la rappresentazione di Conte. Si ride? No, quasi per niente. Bisio ricalca il personaggio del film di Milani. La faccia dell’uomo comune che propone soluzioni semplici che possono cambiare il paese. Come pagare le tase. Quasi un James Stewart redivivo da un film di Frank Capra. O che, in crisi sentimentale, ha la stessa espressione quando va a pescare e cambia canale con il telecomando.

A Bentornato Presidente manca la linearità del primo film, scritto anche questa volta da Fabio Bonifacci ma senza Luca Miniero.  Si punta più in alto, ma si sbanda. Come nell’incontro nel bosco, quasi riciclaggio di una spy-story. O l’apocalisse per la mancanza dei servizi. Come una nuova versione della trilogia di La notte del giudizio ma senza omicidi. Che s’incastra con una commedia buonista dove basta vedere l’appartamento disastrato in cui vive il Premier Garibaldi per capire che ‘si può fare’.

Se il risultato della commedia politica italiana s’identifica oggi con Bentornato Presidente, c’è poco da stare allegri. Quasi involontaria parodia della dimensione grottesca di Elio Petri. Dove il Caffé Tuscolo è il termometro degli umori politici della popolazione. E, alla fine, come dice Bisio/Garibaldi: “Siamo l’Italia, cazzo!”. E daje…

Regia: Giancarlo Fontana, Giuseppe G. Stasi
Interpreti: Claudio Bisio, Sarah Felberbaum, Pietro Sermonti, Paolo Calabresi, Guglielmo Poggi, Roberta Volponi, Antonio Petrocelli, Marco Ripoldi, Ivano Marescotti, Cesare Bocci, Massimo Popolizio
Distribuzione: Vision Distribution
Durata: 96′
Origine: Italia, 2019

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