“Benvenuto Presidente!”, di Riccardo Milani


Claudio Bisio interpreta un Peter Sellers schietto, onesto e folle che partecipa a un Italian Party dai toni surreali, senza dimenticare l’insegnamento di suo nonno per cui “ogni lavoro, per poterlo fare, bisogna saperlo fare”. Così il film finisce per essere una commedia popolare ma non populista, una favola che con troppa leggerezza cerca di abbattere il muro dell’antipolitica dietro cui si nasconde il giudizio negativo degli italiani che spesso non rispettano nemmeno le regole più elementari di convivenza civile

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Si fa presto a parlare di profetismo guardando Benvenuto Presidente! La tentazione di leggere questa commedia alla luce della situazione politica attuale è dietro l’angolo. In realtà la sceneggiatura è stata scritta ben prima che clown e comici da bar entrassero in Parlamento. E per fortuna, il film ne prende le distanze. La storia è quella di un bibliotecario precario (Claudio Bisio), Peppino per gli amici, Giuseppe Garibaldi per lo Stato, che un giorno – per errore – viene eletto Presidente della Repubblica Italiana. Un ruolo che non è pronto a ricoprire, ma che accetta per portare una ventata d’aria fresca all’interno di una classe politica viziata dal marcio e dalla corruzione.
Per tutto il tempo sembra di assistere a una commedia dell’arte ambientata ai giorni nostri. Si passa dal paesino di montagna, dove il protagonista e gli amici organizzano grigliate di pesce per il Carpe Diem, alle mille e duecento stanze del Quirinale con il suo rigido protocollo da rispettare. Qui, il trio di politici (Cesare Bocci, Massimo Popolizio, Giuseppe Fiorello) – il bello, il ruspante e il cattivo – è convocato da (im)probabili poteri forti (uno su tutti Pupi Avati) per sbarazzarsi dello scomodo Presidente. Un Peter Sellers schietto, onesto e folle che partecipa a un Italian Party dai toni surreali, senza dimenticare l’insegnamento di suo nonno per cui “ogni lavoro, per poterlo fare, bisogna saperlo fare”. Peppino cerca allora di imparare il nuovo mestiere: rimanda indietro le leggi se non le comprende, accoglie le proposte che vengono dai cittadini; nel frattempo, ospita i senza tetto nella sua residenza, sfoggia un intimo tricolore e scherza con i capi di Stato degli altri paesi. Guidato da una bontà spiazzante, proverà a dare uno scossone al sistema.
Così il film finisce per essere una commedia popolare ma non populista – come ha dichiarato il regista, Riccardo Milani. Una favola che con troppa leggerezza cerca di abbattere il muro dell’antipolitica dietro cui si nasconde il giudizio negativo degli italiani che spesso ignorano le proprie responsabilità, non rispettando nemmeno le regole più elementari di convivenza civile. Ed è proprio questo gioco continuo tra farsa e iperrealismo a rendere la critica sociale poco incisiva e tagliente.
 


Titolo originale: Id.
Regia: Riccardo Milani
Interpreti: Claudio Bisio, Kasia Smutniak, Beppe Fiorello, Stefania Sandrelli, Cesare Bocci, Remo Girone, Franco Ravera, Massimo Popolizio
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 100'
Origine: Italia, 2013

 

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