BERGAMO FILM MEETING 31 – "Il Festival del presente"


Semplicemente scorrendo la lista dei film che verranno presentati in questa trentunesima edizione del Bergamo Film Meeting la contemporaneità emerge sin da subito come parola chiave. “Un Festival che parla al presente”, appunto. In un momento di forte crisi, economica certo, ma anche identitaria, come quella che l'Europa si trova ad affrontare, il cinema racconta la realtà di tutti i giorni, di paesi in constante cambiamento, di popolazioni alla deriva, di vite stravolte, spesso alla ricerca di un significato. Il cinema diventa allora mezzo per confrontarsi con se stessi e con il presente, per tentare di capire cosa sta accadendo.

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Bergamo Film Meeting 31Semplicemente scorrendo la lista dei film che verranno presentati in questa trentunesima edizione del Bergamo Film Meeting, di recente insignito di una Medaglia d'Oro dal Comune di Bergamo per l'attività svolta in questi anni, la contemporaneità emerge sin da subito come parola chiave. “Un Festival che parla al presente”, appunto. In un momento di forte crisi, economica certo, ma anche identitaria, come quella che l'Europa si trova ad affrontare, il cinema racconta la realtà di tutti i giorni, di paesi in constante cambiamento, di popolazioni alla deriva, di vite stravolte, spesso alla ricerca di un significato. Il cinema diventa allora mezzo per confrontarsi con se stessi e con il presente, per tentare di capire cosa sta accadendo.

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Un fil rouge sembra accomunare i 7 film in Concorso, opere prime e seconde come di consueto. Film che parlano di luoghi distanti e di persone agli antipodi, storie di crescita attraverso un viaggio e l'incontro con l'Altro. Un altro “nemico” come in Rock ba' kasba di Yariv Horowitz, war movie ambientato durante la prima intifada palestinese; un altro con cui costruire una vita come in Chaika di Miguel Ángel Jiménez (già al BFM tre anni fa con la sua opera prima, Ori), storia d'amore tra una prostituta kazaka e un marinaio russo; un altro che porta al confronto con il passato personale come nel caso di Schuld sind immer die Anderen del tedesco Lars-Gunnar Lotz. Ma anche un amore impossibile tra fratello e sorella in Bez wstydu di Filip Marczewski, che vanta la supervisione artistica di Andrzej Wajda, o l'incontro tra due giovani in cerca di un futuro nelle banlieue di Bruxelles narrato in Le monde nous appartient di Stephan Steker, con Olivier Gourmet nel cast. Fino ai più “leggeri” Mobile Home di François Pirot (sceneggiatore di Proprietà privata nel 2006), bizzarro road movie con protagonisti due trentenni spiantati, e lo svedese Lycka till och ta hand om varandra di Jens Sjogren, storia di un'amicizia anticonvenzionale tra un anziano e una bambina.

Mobile HomeVisti da vicino presenta quest'anno 15 documentari, tra corti, medi e lungometraggi che mirano a “riprendere l'impossibile e l'invisibile”. Tre i film italiani nella sezione. Da Materia oscura di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti, già a Berlino 63, a Il limite di Rossella Schillaci, passando per l'anteprima internazionale di Fedele alla linea di Germano Maccioni. Anche tra queste 15 opere si possono rintracciare temi comuni: storie di luoghi (in)contaminati (Materia oscura, La friche, Stebuklu laukas, Dit is hoe een land ontstond, Wiosna, lato, jesie?), di vite e paesi in un momento di cambiamento (Nach Wriezen, Donauspital SMZ Ost, Notre corps est une arme: Prisons, Poslednata lineika na Sofia, Il limite), storie di artisti della musica, della penna, del cibo e del corpo (A l'oeuvre, Entre le Bras, Fedele alla linea, Yemel hazoar).

Altra sezione è Cantiere Europa, terza tappa del BFM sull'Europa di oggi dopo Mondo Ex, uno sguardo sull'Europa dell'Est dopo la caduta dell'URSS, e I confini dell'Europa, racconto di una ricerca dell'identità europea tra terre di confine. I 6 film selezionati, opere di giovani autori indipendenti che spesso in prima persona hanno vissuto la crisi, inquadrano tra generi più svariati, dalla commedia nera al dramma documentario, l'Europa di oggi, a confronto con il crollo di certezze sul piano economico, politico e sociale. Tra di essi spicca il francese L'exercice de l'État di Pierre Shöller, premiato a Cannes 2011 con il Premio della critica internazionale e 3 César. Accanto ai lungometraggi si affiancano anche 13 corti realizzati da studenti delle principali scuole di cinema europee.

La retrospettiva di questa trentunesima edizione è invece dedicata a Robert Guédiguian, regista francese di origini tedesco-armene che, dagli anni '80 in poi, ha saputo raccontare con estremo realismo la sua Marsiglia, una città che “racchiude in sé tutti i problemi del mondo”, dalla disoccupazione al lavoro, dal denaro alla famiglia, dall'amicizia al rapporto tra diverse generazioni. Una scelta in perfetta linea con l'edizione di quest'anno. Del regista saranno presentati tutti e 17 i suoi film, dall'esordio di Dernier été (1981) a Les neiges du Kilimandjaro (2011), passando per opere come Ki lo sa? (1985), film di rottura tra la prima e la seconda fase della sua produzione, Marius et Jeannette (1997), Marie-Jo et ses 2 amours (2002). Guédiguian incontrerà inoltre il pubblico sabato 16 marzo in due occasioni insieme ad Ariane Ascaride, l'attrice protagonista di molti suoi film.

Alec GuinnessAltro omaggio è quello dedicato ad Alec Guinness, Uno, nessuno e centomila, come titola la sezione a lui dedicata. L'attore britannico, lanciato da David Lean nel 1946 con Grandi speranze, sarà celebrato attraverso 10 film da lui interpretati negli anni '50 quali L'incredibile avventura di Mr. Holland di Charles Crichton, Lo scandalo del vestito bianco di Alexander Mackendrick, Il prigioniero di Peter Glenville e Il capro espiatorio di Robert Hamer. Oltre ai film verranno anche proiettate le sette puntate di Tinker, Taylor, Soldier, Spy – La talpa, il serial televisivo del 1979 nel quale Guinness dà il volto a George Smiley, la spia nata dalla penna di John le Carré portata al cinema lo scorso anno da Gary Oldman.

Sezione rivolta al passato è Falso d'autore. Dopo il percorso nel genere noir degli scorsi anni, quest'anno il BFM si sofferma sul falso nel cinema e nella letteratura, inteso come finzione, inganno, mistificazione. 11 i titoli della rassegna organizzata in collaborazione con il British Film Institute e Park Circus. Immancabili “classici del falso” come F for Fake di Welles o Vertigo e The Trouble with Harry di Hitchcock, Mr. Klein e Blind Date di Losey o, ancora, The Honey Pot di Mankiewicz.

F for FakeInfine, 5 anteprime: lo spagnolo Blancanieves di Pablo Berger, una rilettura muta della favola di Biancaneve, trasposta negli anni '20 nell'arena dei toreri, film che ha ricevuto una cascata di premi agli ultimi Goya; l'Holy Motors di Leos Carax, successo di critica a Cannes 2012; Kali, o Pequeno Vampiro, cortometraggio d'animazione di Regina Pessoa che ha per protagonista un giovane vampiro sui generis; L'uomo che corre, ritratto dell'atleta Lucio Bazzana realizzato da Andrea Zambelli; e L'Alchimista di Andrea Aste, le cui incisioni verranno esposte dall'8 al 30 marzo a Porta di S. Agostino in una sinergia con i luoghi cittadini che da sempre caratterizza il Bergamo Film Meeting.

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