Bergamo Film Meeting 32 – Le piccole fughe di Pierre-Luc Granjon
La 32esima edizione del Bergamo Film Meeting ha riservato un grande spazio al giovane animatore francese Pierre-Luc Granjon, al quale è stata dedicata la mostra Nel regno di Pierre-Luc Granjon che ha raccolto disegni, sculture, bozzetti e scenografie dell'autore, e, all'interno del Festival distribuita tra le varie proiezioni, l'intera personale dei suoi lavori animati. In un tutto in cui è l'immaginario a trionfare.
La 32esima edizione del Bergamo Film Meeting ha riservato un grande spazio al giovane animatore francese Pierre-Luc Granjon, al quale è stata dedicata la mostra Nel regno di Pierre-Luc Granjon che ha raccolto disegni, sculture, bozzetti e scenografie dell'autore, e, all'interno del Festival distribuita tra le varie proiezioni, l'intera personale dei suoi lavori animati.
Granjon non ha frequentato una scuola di animazione ma si è diplomato nella Scuola di arti applicate di Lione, al termine della quale ha lavorato come scenografo, scultore e modellista per diversi cortometraggi. Al 2001 risale la sua prima regia: si tratta di Petit Escapade, in cui è raccontata la piccola fuga di un bambino che, rifugiatosi su un muretto a guardare i passanti, disegna quel che vede sul suo quaderno a righe e inizia a viaggiare con la fantasia, trasformando i cani in terribili draghi, gli anziani in crudeli mostri – che naturalmente riesce a sconfiggere. Apparentemente un film per bambini, in realtà un omaggio all'immaginazione, all'idea della fuga anche solo mentale per guardare alle cose da una diversa angolazione.
Segue per Granjon l'avventura televisiva; infatti la casa di produzione Folimage gli affida una serie di quattro episodi ambientati in un mondo medievale con tutti i relativi personaggi (dalla regina, al cantastorie, dalla donna che vive ai confini del reame e quindi considerata strega, agli oggetti magici e ai luoghi segreti). Si tratta de Le Quattro stagioni, composte da L'Hiver de Léon, Le Printemps de Mélie, L'Eté de Boniface e L'Automne de Pougne. Gli episodi sono anche stati distribuiti nelle sale cinematografiche francesi. In questi lavori è presente un chiaro e complesso intreccio narrativo, i personaggi sono ben definiti, naturalmente parlano e vivono delle avventure incredibili. Interessante ancora una volta la commistione tra mondo umano e animale.
L'ultima opera, di carattere anche politico, è
Chiaramente una critica a tutti i tipi di sistemi, che siano religiosi, politici o quant’altro, che vogliono imporre un pensiero ed evitare a chi lo ascolta di pensare a sua volta, di basarsi sulla propria esperienza e non su ciò che viene imposto dall'alto, in modo imperativo e inquietante, con lo scopo di generare la paura. Di cosa, poi?
In conclusione, Granjon pare aver scelto il mondo della fantasia e del sogno, per guardare da un angolazione diversa la realtà, per affrontare la vita con una maggiore libertà e senso di sè. Tutto questo grazie a delle animazioni assolutamente artigianali, realizzate con le mani in tutte le fasi della lavorazione. Interessante come Granjon riesca a far comunicare gli ambienti tra loro con una estrema malleabilità: uno sfondo può trasformarsi, nella scena successiva, in un oggetto spostato da un personaggio, e, a sua volta, un oggetto o una parte del corpo, nella scena successiva può diventare parte dell'ambiente. In un tutto in cui è l'immaginario a trionfare.