Bergamo Film Meeting 33: Giornata 3 – Modris, di Juris Kursietis

modrisLa terza giornata del 33°Bergamo Film Meeting, apre le porte di uno dei cinema storici di Bergamo, il San Marco. Con l'esordio della sezione Visti da Vicino e l'omaggio per la riapertura dell'Accademia Carrara. Presentate anche le ultime protagoniste della sezione Europa: femminile, singolare: Aida Begi? e Ágnes Kocsis. In concorso Modris, di Juris Kursietis

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modrisÈ tempo di nuove aperture. O di riaperture. La terza giornata del 33° Bergamo Film Meeting coincide con l'inizio delle sezioni ospitate da uno dei cinema storici di Bergamo, il San Marco. Come la sezione Mostra Concorso, la sezione Visti da Vicino ha una cognizione del cinema come veicolo di prossimità. L'autore, oggi, non può più essere l'intellettuale che svende la sua opera ai gusti e ai piaceri della comunità, ma è prima di tutto cittadino, fabbricatore, investigatore, delatore della realtà. Creatore di un viaggio che propone poi allo spettatore, viaggiatore comodo. Várjjatvuotnala??at, di Egil Pedersen, Bär, di Pascal Flörks, Quivir, dello spagnolo Manutrillo e Káin Gyermekei, di Marcell Ger?, sono film o corti che vanno proprio nella direzione corretta di un viaggio, ignoto, forse solo timidamente vicino, ma comunque ignoto come parte della realtà.

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Nella retrospettiva dedicata al Polar, continua la marcia guascona di variazioni di ritmo e spazio nella Francia degli anni 50. Le Dèsordre et la Nuit, di Gilles Grangier ne è un degno esempio, risultando “uno dei più spiazzanti, confusi e apertamente complicati film polizieschi mai fatti”.

E se al disegno animato incalzante e dinamico di Koutský, è dato il ruolo di guastafeste tra una pellicola e l'altra, follia sguinzagliata svincolata da qualsiasi ordine razionale, sicuramente più di un punto in comune presentano invece le due registe protagoniste della sezione Europa: femminile, singolare. La prima, Aida Begi?, è una regista bosniaca affermatasi come una delle più importanti registe dell'Europa orientale. Le sue opere sono distanti dall'immaginario balcanico che spesso ognuno di noi ha, lontane dal folklore e dall'esotico, sfuggenti alle generalizzazioni. Figlie dell'emergere di un cinema delle donne non più ancorato alle semplici tradizioni, ma più intimo e personale. Prvo, Smrtno Iskustvo, il primo film della Begi? presentato al festival, è una tipica storia di Sarajevo fatta di realismo e situazioni che pongono i suoi personaggi davanti a delle scelte. Ma è anche la conseguenziale ferita di un dopoguerra universale, colto dentro al potere delle immagini. Senza allontanarsi troppo dal volto, dal suono e dal colore di queste epifanie visive, la regista ungherese Ágnes Kocsis disegna un microcosmo nel quale rapporti e passioni umane restano sospese nel limbo dell'inespresso, dell'incompiuto, friss levegodell'incompreso. Friss Leveg? e A Vìrus sono storie impaurite dalla diversità. Un'idea che riflette un senso d'inadeguatezza nella rappresentazione del reale e dei personaggi. Segnatamente, la stretta connessione che si avverte fra gli elementi della messinscena e i temi trattati all'interno delle pellicole, rispecchia l'intenzione di fondere la necessità del racconto con la volontà di operare liberamente all'interno di un linguaggio che è forma e struttura ancor prima che narrazione. Così un colore diviene tratto distintivo non solo dell'immagine, ma anche di una storia, universo cromatico che si sfoga con il grigiore geometrico della conoscenza, della ripetizione, di una abitudinarietà che se assente, spaventa, isola.

Solitudine. Mancanza. Radiografie di non comunicabilità che ritornano irresponsabili in molte delle storie delle due registe. Un po' come succede a Modris, omonimo protagonista del film presentato oggi in concorso. Il primo lungometraggio del regista lettone Juris Kursietis, è infatti una storia di rapporti umani venuti a mancare. Modris, un diciassettenne come tanti, ha una ragazza e la passione per l'arte di strada. La mancanza di un padre e la dipendenza dal gioco d'azzardo, accrescono tuttavia il conflitto con la madre. La misura si colma quando il ragazzo, nel pieno del gelido inverno di Riga, vende il calorifero elettrico di casa per giocare alle slot machines. Ne segue una punitiva denuncia e la volontà di Modris, condannato a due anni di libertà vigilata, di fare finalmente chiarezza sul conto del padre. Se il cinema ungherese della Kocsis, è esplicitamente anche un occhio, una fessura in cui guardare dei non luoghi stazionare attorno a delle individualità, questo primo lavoro di Kursietis ne è un degno erede. La Riga incapsulata dal regista nella sua palla di neve, è metaforicamente il segno distintivo di un cinema che vuole evocare. I paesaggi solitari, i giganteschi edifici che accompagnano ed isolano Modris nel suo universo di vetro, mostrano quanto spesso la compassione e l'umanità siano dimenticate (magari non intenzionalmente), o solamente celate più del dovuto. Un cinema che evoca sì, ma rispettoso del mondo per quello che è, in uno sguardo che incuriosisce, sorprende, commuove e che forse troppo tardi si arrabbia.

La terza giornata del BFM prosegue con Stage Door, di Gregory La Cava, per la sezione Dopo la Prova, e le proiezioni di due nuovi film della filmografia, tutta al femminile, di Andrea Arnold e Teresa Villaverde: Fish Tank e A Favor da Claridade. Chiude, ma in realtà si tratta di una riapertura, l'omaggio che Bergamo Film Meeting regala all'Accademia Carrara di Bergamo, che dopo anni di chiusura per lavori di restauro, tornerà aperta al pubblico a partire dal 23 aprile 2015. In tal caso, l'omaggio, non poteva che essere a tema, con la riproposizione dell'Episodio1 di una serie televisiva cult come il Belphègor di Claude Barma.

 

 

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