Bergamo Film Meeting 33 – Giornata 4: Amnesia e Aida Begi?

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Nella quarta giornata del Bergamo Film Meeting, continuano gli omaggi alle filmografie di Ágnes Kocsis e Aida Begi?. Così come senza sosta pare il viaggio della sezione Visti da Vicino, un mappamondo filmico in continua rotazione. In concorso il film norvegese Amnesia, di N.B. Robsahm

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amnesiaLa quarta giornata della 33esima edizione di Bergamo Film Meeting inizia in punta in piedi. Da un piccolo villaggio, quasi isolato, senza automobili. Luogo distante dalle abitudini di un gangster. Eppure nella retrospettiva dedicata al Polar, La Fille du Diable, di Henri Decoin, così come Les Amantes Du Tage, di Henri Verneuil, sono vicende criminali calate in un'autonomia espressiva refrattaria a qualsiasi codice estetico obbligato. Private di una cornice espressiva fortemente caratterizzante.

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Come se il voler perseguire un determinato genere, canone, moda, fosse uno strumento di cattura collettiva, arma di fascinazione e attrazione troppo facile da innescare. Si ha così un film diverso (ogni volta), per lo stile, per la luce, per la densità del chiaroscuro, per le aree periferiche e urbane che ospitano l'azione. Il voler creare interferenze all'interno della monotonia classica di un genere è senza dubbio “una poesia nera che affascina – da sempre – il pubblico popolare”.

E se affascinare oggi è la chiave unica di manipolazione del visibile, la sezione Visti da Vicino deve averne delle copie. Micke & Tommy, di Martina Carlstedt, Moje Ime Je Ogledalo, di Katarina Rešek, Santra Ja Puhuvat Puut, di Miia Tervo, sono culture in moto bisognose di essere viste. Mondi che spesso entrano in collisione per poi estinguersi. E ancora Ishavshanda, di Are Pilskog, La Nuit Qu'on Suppose, di Benjamin d'Aoust, This is the way, di Giacomo Abbruzzese, o l'interessantissimo documentario Pixadores, di Amir Escandari. Non importa la loro durata, non importa il come ci accompagnano in questi nuovi incontri, Visti da Vicino è dare alle persone occasioni critiche di conoscenza, una nuova cultura necessaria per guardare finalmente oltre la rigidità del pensiero comune.

djecaNella sezione Europa: femminile, singolare, prosegue il tour intimo e organico nella filmografia di Ágnes Kocsis e Aida Begi?. In Szortírozott Levelek, primo lungometraggio della regista ungherese, già si intravedono molte caratteristiche dei suoi film futuri. Gli spazi come mezzi di disorientamento, portatori del senso stesso delle storie che in quei non-luoghi si svolgono, i personaggi che da un momento all'altro cambiano prospettiva in virtù di un colpo scena. Ed è proprio in Pál Adrienn che la Kocsis domina i suoi anti eroi, assoggettandoli alle cose, ai luoghi, ma anche agli oggetti che stanno in questo suo cinema delle analogie, dei rimandi, della realtà vista con gli occhi delle esistenze marginali. Come marginale appare la posizione sociale di Rahima, la protagonista di Djeca di Aida Begi?, ritratto di coraggio e tenacia in una Sarajevo pedinata da memorie di guerra. La camera a mano sempre in movimento, la gente comune trattata uscendo dai modi consueti, le poche spiegazioni che lasciano una scia d'ansia non negando la speranza, sono segni della capacità della cineasta di far parlare le immagini ancor prima delle parole, ragioni che rendono i suoi film, quadri in movimento universali.

Per Mostra Concorso, il film Amnesia, di N.B. Robsahm, prova invano a trattare elementi drammatici già visti, in modo sfumato, attingendo alla zona più scura della scala cromatica senza un minimo di cognizione di causa. Thomas e Kathrine, entrambi scrittori, decidono di passare un week end su una remota isola al largo della costa norvegese. L'idea è quella di rilassarsi, ma quando Thomas capisce che la compagna non condivide il suo desiderio di metter su famiglia, la tensione sale e, nel corso di una lite, l'uomo picchia la testa perdendo la memoria. Quando l'indomani si sveglia non ricordando chi è, Kathrine vede l'opportunità per poter ricominciare una nuova vita con l'uomo sensibile di cui si era innamorata. Amnesia, è il terzo lungometraggio della regista norvegese, forse quello più personale, ma nonostante la discreta prova attoriale dei protagonisti, il film risulta davvero inconcludente, tanto da non dover aspettare una botta in testa per poterlo dimenticare.

La giornata termina con le mirabolanti animazioni di un Pavel Koutský sempre più nota lieta della manifestazione, capace in un tempo risicato di entrare brillantemente nei canoni consolidati della comicità di genere. La visione di Efter Repetitionen, di Ingmar Bergman, nella sezione Dopo la Prova e il secondo episodio di Belphégor, di Claude Barma, in omaggio alla riapertura della Accademia Carrara di Bergamo.

 

 

 

 

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