Bergamo Film Meeting – Quarto giorno: Parasol di Valéry Rosier e Toz Bezi di Ahu Öztürk

Due i film in concorso proiettati ieri al Bergamo Film Meeting, due opere prime: Parasol del belga Valery Rosier, e Dust Cloth di Ahu Öztürk. Nella sezione Europe, Now! Shane’s World di Shane Meadows

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La panoramica del Bergamo Film Meeting è iniziata ieri con uno dei lavori del regista e sceneggiatore britannico Shane Meadows, al quale è dedicata la sezione Europe, Now! Tra l’autobiografico, il parodistico e il grottesco, ieri è stato proiettato Shane’s World, girato nel 2000 in collaborazione con Channel 4, dove Meadows ci mostra con humor degli spaccati di vita di personaggi coloriti e surreali, che a volte rappresentano se stessi in chiave iperbolica, come Tank Bullock negli sketch “Tank’s Top Tips – I consigli di Tank” o ritraggono dei soggetti differenti ma riuniti nella comune desolazione, tutti interpretati dall’immancabile amico-collega Paddy Considine: c’è Toni Moroni, il bullo italoamericano che è giunto in Inghilterra per fare da strozzino agli studenti universitari, c’è Macca’s Men, l’allenatore dai denti enormi che insegna ai suoi piccolissimi allievi a credere in se stessi per diventare grandi calciatori, poi c’è l’eremita fallito alla ricerca di fama The Man With No Name e c’è il boxeur Jimmy Prophet, perseguitato dalla cattiva sorte. Nel gioco a bassissimo costo dei video home made che diventano mockumentary, Meadows ironizza sui caratteri da cinema o da serie televisiva traslati nella vita quotidiana, tornando nei luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza e giocando con i personaggi ruspanti e un pò squallidi dei suoi ricordi, ritratti con umanità ed affettoshanemeadows

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Altro film con elementi autobiografici è Parasol, lungometraggio d’esordio del belga Valéry Rosier, che dopo i progetti di video-arte e i documentari approda alla finzione con questo racconto di solitudini ambientato a Palma de Mallorca, in concorso. Le vite sospese che non si toccano mai l’una con l’altra di Annie, Alfie e Péré tratteggiano dei percorsi di smarrimento nelle sue molteplici declinazioni, come forza creativa e libertaria o come parentesi di follia prima di un ritorno nei ranghi. Rosier mostra i personaggi galleggiare nel luogo non luogo dell’isola, grande parco giochi per tutte le età, dove si accendono e si spengono come fuochi fatui le illusioni e gli entusiasmi degli incontri. L’anziana Annie, ripresa dalle vicende reali della nonna del regista, è scappata dalla famiglia e vive in una vacanza perpetua, aspettando con ansia di essere richiamata da Andrè, la sua fiamma. Alfie è un ragazzo introverso che incappa in amicizie sbagliate e tenta di attirare le attenzioni di una ragazza distratta e il conducente del trenino turistico Péré vive da “dentro” l’isola, e fa di tutto per far divertire sua figlia nell’ultimo giorno della sua custodia. I percorsi dei tre sono abbozzati e poi abbandonati, ma specialmente in Annie se ne avverte la cura. Le meteore dei personaggi secondari che si incontrano o si scontrano con i protagonisti, pur nella transitorietà e fugacità, possono essere degli improbabili punti di riferimento (la spogliarellista che aiuta Annie a lasciare il fedifrago Andrè) e poi proseguire nel loro tragitto solitario.

Altro film in concorso è Toz Bezi/Dust Cloth, anch’esso lungometraggio di esordio, dove la regista turca di origini curde Ahu Öztürk mostra le vite ai margini di Nesrim e Hatun. La prima è appena stata abbandonata dal marito e porta con sè sua figlia nei giri di casa in casa come donna delle pulizie. La seconda fa lo stesso lavoro e tenta di aiutare Nesrim pur affrontando lei stessa difficoltà quotidiane. Nello scenario della Turchia contemporanea le differenze di classe rimangono dei solchi invalicabili, ed a esse si uniscono le distanze insormontabili tra le etnie, alle quali la cultura dominante non riconosce alcuna dignità. In questa rappresentazione di vessazioni ed ingiustizie quotidiane si aggiungono quelle del privato: nelle mura domestiche le due protagoniste non trovano alcun conforto, e se Nesrim affonda nei debiti e non riesce a capacitarsi dell’abbandono improvviso di suo marito, la presenza in casa del marito di Hatun porta solo ulteriori umiliazioni.

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