#Berlinale 2017 – Maudie, di Aisling Walsh
Un delicato connubio di arte e tecnica che rinnova sul grande schermo la magia di un’artista che vale la pena riscoprire. In Berlinale Special
Il colore vibrante, pieno di luce, e vivo più mai è il protagonista assoluto di Maudie, un biopic che sembra saltato fuori da un libro di fiabe dei fratelli Grimm. Tutto ha inizio in Canada, Nova Scotia, nei primi anni del Novecento, quando Maud (Sally Hawkins), una pittrice di grande talento, ma affetta da una grave forma di artrite, rimane sola al mondo. La sua malattia gli sta lentamente deformando le ossa e le rende difficile persino camminare o tenere in mano il pennello, ma Maud non vuole arrendersi a un destino di isolamento e continua caparbiamente a dipingere. La pittura è il suo strumento di comunicazione, la sua voce, ma non può ancora permetterle di essere economicamente indipendente, così inizia a lavorare come governante per lo scapolo quarantenne Everett Lewis (Ethan Hawke), che fa il venditore di pesce ambulante e vive in una casa di una sola stanza lontano dalla città. La convivenza tra i due all’inizio si rivela complicata, soprattutto per i modi rozzi di Everett, disabituato a interagire con le persone, ma piano piano Maud con la sua pittura porta il colore nella sua vita, e con questo anche l’amore. Maud inizia a dipingere le sue prime tele poi le sue soffici pennellate sconfinano sui muri, sui vetri delle finestre, fino a che la casa in cui vive Everett si trasforma in un enorme dipinto. Nel giro di poco tempo diventa una celebrità locale e da dar via per pochi centesimi le sue cartoline di natale illustrate, arriva a vendere uno dei suoi dipinti a Nixon.
Un successo inaspettato, che tuttavia non ha modificato di una virgola le abitudini di Maud, che non ha mai lasciato la sua casa e non ha mai smesso di aiutare suo marito nel suo lavoro, nonostante il dolore che le procurava la sua malattia. Ed è proprio la l’incredibile semplicità di quest’artista isolata dal mondo, e la sua vita così naive ma felice oltre ogni immaginazione, che Aisling Walsh ha voluto rappresentare nel suo film, e per farlo ha usato la stessa tavolozza di Maud. I suoi dipinti sono lo specchio della sua anima, la sua visione del mondo a colori, in cui quello che ama è al centro della scena in ogni istante. Il mondo di Maud nasce nella natura rigogliosa, tra fiori colorati, gatti alla finestra e distese di neve, che dall’esterno si proiettano sulla tela e viceversa. Aisling Walsh lo ha riportato in questo film, lasciando intatte tutte le sfumature della personalità di Maud Lewis, ricostruita meticolosamente partendo dai suoi dipinti e rafforzata dalla straordinaria interpretazione di Sally Hawkins, che con la sua Maud fa concorrenza allo Stephen Hawking di Eddie Redmayne. Un delicato connubio di arte e tecnica che rinnova sul grande schermo la magia di un’artista che vale la pena riscoprire.