l nuovo lungometraggio di Thomas Vinterberg, in concorso alla 60° Berlinale, è una storia cruda di fratellanza interrotta, dipendenza e rabbia, tratta dal romanzo Submarino (uscito nel 2007, di prossima pubblicazione anche in Italia presso Marsilio) di Jonas T. Bengtsson, enfant prodige della letteratura danese
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In concorso a Berlino 2010: Submarino, di Thomas Vinterberg. Il trailer
Il nuovo lungometraggio di Thomas Vinterberg, in concorso alla 60° Berlinale, è una storia cruda di fratellanza interrotta, dipendenza e rabbia, tratta dal romanzo Submarino (uscito nel 2007, di prossima pubblicazione anche in Italia presso Marsilio) di Jonas T. Bengtsson, enfant prodige della letteratura danese paragonato a gente come Hubert Selby Jr., Chuck Palahniuk e James Frey.
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BANDO BORSE DI STUDIO IN CRITICA, SCENEGGIATURA, FILMMAKING
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Strana carriera quella di Thomas Vinterberg. Giovane provocatore e creatore del Dogma nel '95, accanto a Lars Von Trier, esordiente di talento con la tragicommedia familiare Festen (1998), negli anni il regista danese si è come appiattito in un cinema meno personale, involuto, dallo scalcinato It's all about love (2003), che sprecava Joacquin Phoenix e Sean Penn, da Dear Wendy (2005), povero di mordente, all'ultimo A Man Comes Home (2008).
Questa volta Vinterberg porta a Berlino una sceneggiatura scritta a quattro mani con Tobias Lindholm, interpretata da Jakob Cedergren, Gustav Fischer Kjærulff, a partire da un materiale di partenza avvincente, ma crudo e senza concessioni.
Classe '76, Jonas T. Bengtsson nel 2005 ha sconvolto la scena letteraria danese e la critica con il suo esordio Aminas Breve, storia di schizofrenia, amore e disperazione ambientata in una Copenaghen ostile e dura. Il suo talento lo ha fatto paragonare a Hubert Selby Jr. per il realismo sociale, e il suo linguaggio spietato e realistico è stato definito ancora più maturo di gente come James Frey e Chuck Palahniuk. Attualmente lavora al terzo romanzo.
Submarino, come lo descrive una rivista letteraria danese in un articolo dall'eloquente titolo Up to their eyeballs in shit: “non è una fiaba di Andersen né un libro per la spiaggia, e ad essere sinceri, nemmeno una piacevole lettura al momento di andare a letto. La storia è tanto cruda e dura quanto la realtà che descrive, con franchezza e onestà, senza giri di parole.”
Il romanzo (un estratto, in inglese) racconta la storia di due fratelli, e la sorte non è stata clemente con nessuno dei due.
Nick vive in un dormitorio tra reietti, gente che ha abbandonato i propri sogni ormai da tempo, concentrato su due sole ossessioni: la quotidiana razione di birra e la palestra in cui si allena regolarmente. Vive in una costante violenza. Suo fratello maggiore ha una dipendenza diversa: l'eroina, l'unico modo per mantenere il controllo sulla sua realtà, un mondo a cui cerca di dare una parvenza di normalità in nome del piccolo figlio, di 5 anni, che sta allevando da solo. Ma anche l'infanzia dei due fratelli non è stata rosea: una volta erano in tre, e il minore era il prediletto e nello stesso tempo un'enorme responsabilità. Per lui bisognava rubare pannolini, omogeinizzati e latte dal supermercato più vicino quando la madre non aveva la forza di muoversi per giorni, in preda al delirio alcolico. A un certo punto, tutto questo diventa troppo per due ragazzini… Nessuno dei due fratelli è mai venuto a patti con questa esperienza, che da allora li ha divisi e determina in vari modi la loro esistenza da adulti.
Dopo la proiezione alla 60° Berlinale (11-21 febbraio) Submarino uscità in Danimarca il 25 Marzo.
I diritti per la distribuzione internazionale sono stati acquistati da The Match Factory, che a Berlino presenterà ben nove anteprime mondiali, e si occuperà tra gli altri titoli anche di Howl, biopic su Allen Ginsberg.
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