BERLINALE 62 – Berlino, Sanremo, Roma: strada senza ritorno


Dall'Italia è visto come un festival minore. Ma è davvero così o è solo la nostra percezione? Eppure qui le proiezioni stampa riempiono i posti, quelle per il pubblico sono strapiene. Parlare però delle rivelazioni, come Tabu e Postcards from the Zoo forse non interessa. Poi da quando parte il Festival di Sanremo, qui la manifestazione è finita (per noi dura 5 giorni) con molti giornalisti italiani già partiti. E in più rimbalza dall'Italia un festival che non c'è ora (Roma) che sovrasta uno che si sta svolgendo

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postcards from the zoo di edwinA Berlino è arrivato il sole. Ma sembra di essere dentro la notte polare del norvegese Gnade di Matthias Glasner: gran parte dell'evento del festival resta qui e non si riesce a far arrivare in Italia. Chissà perché. Ormai più che giudicare un evento, siamo vittime della percezione che abbiamo di questo evento. Un po' sicuramente ce la siamo costruita noi, un po' forse dipende dalla nostra incapacità (soprattutto da qui, molto meno da Cannes, quasi per niente da Venezia) di comunicare nuove rivelazioni, un po' dipende da quello che vuole da noi la stampa in Italia. Tra l'altro ieri e ieri sono passati, per esempio quelli che forse sono i film più sorprendenti di questa 62° Berlinale: Tabu del portoghese Miguel Gomes e l'indonesiano Postcard from the Zoo di Edwin. Come se ne parla? Fare le singole schedine critiche su questo sito equivale ad avere al massimo una ventina di contatti. Proporli al caposervizio dei giornali è già una sconfitta annunciata. "Gomes ed Edwin chi? No, piuttosto dimmi che personaggi ci sono". E questo compito di dare visibilità a star più conosciute è andato più o meno bene (anche se l'appeal di Berlino in Italia è minore rispetto agli altri festival prima indicati).

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Ma poi, da quando è cominciato il Festival di Sanremo, sono pressocché finiti gli spazi nelle pagine spettacoli. Può capitare, per chi lavora anche a un quotidiano, di proporre un pezzo sul premio alla carriera di Meryl Streep. Quindi niente approfondimenti di nicchia. Ancora i poveri Gomes ed Edwin che magari rivendicano uno spazio che non gli verrà dato mai. Bene, la risposta che spesso potete sentirvi dire è la seguente: "Guarda, ora è cominciato Sanremo, vedo se riesco a trovare uno spazietto, ma no, mi sa che non c'è spazio. Perché invece non fai un pezzo su Gianni Morandi tra i vecchi musicarelli e i progetti cinematografici futuri?". Il presentatore-cantante tornerà infatti al cinema dopo circa 40 anni in Padroni di casa di Edoardo Gabbriellini con Elio Germano, Valerio Mastandrea, Valeria Bruni Tedeschi e con colonna sonora di Cesare Cremonini. Cosa c'entra questo con Berlino? Nulla, appunto. Quest'anno Sentieri Selvaggi ha scelto, più o meno consapevolmente, di raccontare il Festival come vogliono magari leggerlo in Italia. Da una parte perché si è presenti qui a ranghi ridotti, dall'altra quasi come una provocazione. E allora giù con Angelina Jolie, Diane Kruger, Antonio Banderas, Salma Hayek. E, alla fine, confronteremo i dati delle pagine lette quest'anno con quelle delle precedenti edizioni. Se i numeri saranno migliori, si continuerà a fare così? La tentazione c'è.

tabu di miguel gomes
Ma da quando è iniziato Sanremo possono arrivare qui in blocco anche Brad Pitt, Leonardo Di Caprio, James Cameron e non c'è più posto. E' un po' una coincidenza che capita da qualche anno. E per l'Italia, il Festival di Berlino è finito, alla fine dura 5 giorni. Molti giornalisti italiani sono già rientrati a casa. I film nostrani presenti (Cesare deve morire, Diaz, The Summit) sono stasi messi in cartellone prima della grande manifestazione canora. Vabbé, si dirà, è un festival minore. Si vorrebbe vedere più attentamente la stampa internazionale per verificare se davvero è così. C'è però un fatto. Le sale alle proiezioni stampa spesso si riempiono, ma soprattutto quelle del pubblico sono strapiene. E al di là del valore o meno dei film, si sente il respiro del festival ad ogni fermata della metropolitana, quindi perfetto esempio di integrazione metropoli/evento pur avendo cambiato anche luogo nel corso degli anni. Proprio l'altra faccia del Festival di Roma.

Roma, appunto. Da Berlino, anzi qui a Berlino rimbalza prepotentemente. Si sta parlando più delle polemiche Muller-Detassis che dei film presenti qui, alcuni dei quali, quelli delle sezioni collaterali, potrebbero essere delle scoperte da proporre all'evento capitolino. Quindi, dall'Italia, già si da per morto questo festival dal momento che si sta parlando contemporaneamente delle beghe di un altro. Non si poteva aspettare una settimana? No, e anche qui tra gli addetti ai lavori, più che commentare un film, a volte ci si chiede: "Cosa succederà al Festival di Roma? Chi lo dirigerà?". Forse bisognerebbe provare a non essere un giornalista italiano. Anzi provare a non parlare italiano, anche tra noi, per tutti i giorni del Festival di Berlino. Direte voi: "Già ci si capisce poco quando parliamo nella stessa lingua, figuratevi se ci mettiamo a parlare in un'altra". Ma provare a dare la copertura come se si fosse un giornalista e critico tedesco o francese. Ma allora che si fa, prima si dice che Sentieri Selvaggi ha la tentazione di raccontare l'evento come lo vogliono in Italia per fare più clic (e certi articoli, sicuramente quelli sulle conferenze dei personaggi più importanti, coinciderebbero) e poi ci si contraddice dando invece un tipo di informazione diversa? Sembra al momento una strada senza ritorno: Berlino, Sanremo, Roma. Partenza, tappa e arrivo. E da qui che si ripartirà?

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    4 commenti

    • siete già visti

      della serie: difendiamoci con l'alibi dello snobismo nascondendo un lavoro assolutamente inqualificabile, allineato a quello di qualsiasi portale – database. Meglio sarebbe stato allora approfondire le cose migliori, senza l'ossessione di esserci a tutti i costi e invece di pubblicare una documentazione paravento, perchè dovreste raccontarlo, per esempio, che con un accesso al portale berlinale.de le conferenze stampa si possono vedere in diretta streaming. Siete "già visti". I lettori non sono interessati a Gomes e alla Moreira, meglio adeguarsi. Ma sentieri selvaggi non era forse una testata indipendente? La verità è che siete una piccola cricca che quando non riesce a sbattere ad un festival una decina di schiavi, si arena. Bravo emiliani che alla passione sostituisci una demagogia d'accatto. Torna a scuola, ma non a quella di sentieri.

    • Che bello insultare le persone nascondendosi dietro l'anonimato. Personalmente ho invece apprezzato il prezioso lavoro d'informazione che Emiliani ha fatto da Berlino, e la storia che le conferenze si vedono in streaming è una stronzata per quelli che hanno tempo da dedicargli. A me la sintesi per di più tradotta (le conferenze non sono in italiano) mi è molto comoda e utile per capire che aria tira in un Festival. Sono d'accordo con una lettrice che gorni fa vi criticava perchè permettete a delle persone scorrette e in malafede come questo @sietegiàvisti, di insultarvi liberamente e anonimamente sul vostro sito. Io non lo permetterei mai. Poi criticare Sentieri selvaggi sull'indipendenza è la cosa più divertente che un cretino possa dire. Cricca, schiavi, come potete permettere di fare insultare i vostri redattori e collaboratori? Invoco una sana e civile censura!

    • raymond chandler

      it's the long goodbye, and it happens everyday…

    • Grande Emiliani, che poi sappiamo che è un grande esperto di Sanremo, quindi non ha certo lo snobismo di chi dice "io non vedo la televisione". Orso d'Oro della Critica a questo articolo!