BERLINALE 63 – "Closed Curtain (Pardé)", di Jafar Panahi, Kamboziya Partovi (Concorso)

closed curtain

Il vissuto doppia di un tratto ogni cosa: la politica, la denuncia, la teoria, la narrazione, il dovere. Il personaggio bloccato è lo stesso Panahi. Rinchiuso in carcere, ma fissato anche nella prospettiva stessa del martire. Non può che raccontare se stesso. E d'un tratto, è come se il suo cinema, dopo l'arresto e le vicissitudini subite, si fosse improvvisamente liberato dal fardello del realismo e della narrazione, per mostrarsi nella nudità della sua impossibilità

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

closed curtainQuadro fisso da una porta con sbarre, sullo sfondo il mare. Un'auto s'avvicina, un uomo entra con una valigia e una borsa. Nella borsa c'è un cane. La prima scena ci ribadisce quanto sapevamo già: che ci muoviamo nella prospettiva di un recluso. Quindi non ci meraviglia che tutto assomigli a una metafora. L'uomo sta sfuggendo alla polizia: il motivo è proprio il suo cane, animale impuro secondo la legge. Si rinchiude in questa villa, sul mare, sbarra le porte e oscura le finestre. Si rasa i capelli per cambiare aspetto. Evita qualsiasi rumore sospetto, qualsiasi mossa avventata. Non fa che scrivere. Finché una notte un ragazzo e una ragazza entrano improvvisamente in casa. Anche loro sono inseguiti dalla polizia, per aver preso parte a una festa proibita sul mare. Ma l'uomo non si fida. Resta sospettoso, anche quando il ragazzo se ne va, lasciandolo da solo con la giovane donna. Fin qui la parabola più che evidente sull'universo carcerario dell'Iran di oggi. Ma l'intenzione non è la metafora. O meglio è la stessa metafora ad andare oltre l'intenzione, per scivolare pian pano dalla figura alla cosa in sé. Quella barriera della finzione, già fragilissima, finisce per collassare definitivamente, frantumata come una finestra di vetro e Jafar Panahi fa il suo ingresso in scena nei panni di se stesso.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

 

Sì, Closed Curtain è uno studio sul movimento, una forzatura disperata della prigione dell'immagine, chiusa nei quattro lati del quadro, nel tentativo di trovare un'apertura, una differente prospettiva, un'altra immagine che venga a sovrapporsi, ridefinire, sostituire quella già predisposta, già data. Lo sceneggiatore/attore/regista (Kamboziya Partovi) ripercorre i movimenti di quella notte dell'irruzione, per capire come sia andata per davvero. Poi vediamo la stessa scena ripresa dall'iphone, con la troupe in campo… La finzione è spiazzata. E in un certo senso non ci muoviamo troppo lontano dal film di Soderbergh, i cui effetti collaterali riguardano proprio le possibili follie dello sguardo rispetto alle macchinazioni della struttura.

Chiuso "il cerchio"? No, non si tratta solo di un secondo movimento teorico. Proprio quando il gioco sembra diventare fin troppo meccanico, esce quest'idea oscura del suicidio, come un cut brutale, una lacerazione nella pelle stessa della storia. Il vissuto doppia di un tratto ogni cosa: la politica, la denuncia, la teoria, la narrazione, il dovere.  Il personaggio bloccato è lo stesso Panahi. Rinchiuso in carcere, ma fissato anche nella prospettiva stessa del martire. "Manda via lo scrittore", dice a un certo punto la donna a Panahi, proprio a mostrare come non ci sia più nulla da raccontare. Se non guardare in faccia la propria situazione. E, d'un tratto, è come se il suo cinema, dopo l'arresto e le vicissitudini subite, si fosse improvvisamente liberato dal fardello del realismo e della narrazione, per mostrarsi nella nudità della sua impossibilità. Tra il tutto e il nullo, tra le tende chiuse e le finestre rotte.

--------------------------------------------------------------
CORSO COLOR CORRECTION con DA VINCI, DAL 5 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative