BERLINALE 63 – Incontro con Gus Van Sant e Matt Damon per "Promised Land"

john krasinski, gus van sant e matt damon sul set di Promised Land

Gus Van Sant e Matt Damon incontrano la stampa per difendere il loro film dopo la tiepida accoglienza americana. L'attore parla di come il tema dell'estrazione del gas fosse secondario rispetto a quello dell'identità nazionale e al suo modo di affrontare le grandi discussioni. Il regista spiega come il protagonista sia una combinazione di cinismo ed eroismo. Con un sincero augurio a Ben Affleck.

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Lei ha pensato di dirigere il film ma poi si è limitato solo a scriverlo. E' una coincidenza oppure non si sente ancora a suo agio dietro la macchina da presa?

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Matt Damon: Il piano iniziale era che io facessi la regia e che scrivessi il film insieme a John Krasinski. Per tutta una serie di ragioni questo non è stato possibile. Gus è stata la prima persona a cui ho pensato e non ho rimpianti perchè scrivere un film invece di dirigerlo è comunque un'esperienza straordinaria.

 

Il film ha un tema sociale molto serio: quali sono le sue considerazioni sull'argomento e come lo ha affrontato artisticamente?

Matt Damon: Questo è un tema molto discusso in America ma quello che volevamo fare era un film sull'identità americana e l'argomento era secondario. Ci interessava un'altra cosa: come prendiamo delle grandi decisioni condivise sulla nostra comunità e sul nostro futuro? La discussione sull'estrazione del gas era perfetta per questo scopo ma l'abbiamo decisa in un secondo momento: la posta in gioco è alta, le posizioni sono molto polarizzate e la cittadina era un esempio del dibattito. Abbiamo fatto molte ricerche sull'argomento per affrontare i ruoli, abbiamo incontrato questi agenti che cercano di convincere i proprietari delle terre e gli abbiamo chiesto come venivano accolti nelle fattorie. Il film è ambientato in Pennsylvania: per loro la questione è attuale e divide molto l'opinione pubblica senza una posizione prevalente. Tuttavia, ci interessava molto di più quello che accadeva all'interno della città e come i cittadini si facevano un'idea.

 

In una recente intervista ha detto che invecchiare è un bene per un attore perchè i ruoli diventano molto più stimolanti e volevo sapere se era differente per le donne: ci sono due ruoli femminili davvero interessanti e volevo sapere cosa pensava mentre li scriveva, soprattutto per quello di Frances McDormand.

Matt Damon: Frances e io abbiamo lavorato insieme venti anni fa in un film di Tommy Lee Jones e avevamo passato l'estate insieme in Texas. Con John Krasinski parlavamo di un possibile cast ed è stata la prima persona che abbiamo provato a coinvolgere. Le abbiamo consegnato una versione della sceneggiatura nove mesi prima che Gus venisse coinvolto nel progetto e quando abbiamo saputo che avrebbe partecipato non abbiamo pensato che quel ruolo potesse essere di qualcun altro. Io e Gus abbiamo passato una mattinata insieme a Rosemarie DeWitt e abbiamo provato aclune scene: lei è stata semplicemente fenomenale e abbiamo deciso che doveva fare parte del film.

 

Il suo film è stato molto criticato dai media e dai politici americani. Che cosa hanno detto?

Matt Damon: Alcuni lo hanno iniziato a criticare ancora prima di vederlo e il film non è stato accolto particolarmente bene: credo faccia parte di una strategia precisa. E' difficile rispondere agli attacchi dei critici, soprattutto perchè abbiamo fatto il film: ovviamente non vorremmo cambiarne nemmeno un fotogramma e se potessimo tornare indietro non faremmo niente di diverso. Siamo molto orogliosi di questo film e io ci ho messo il cuore dentro ma questo alle volte accade. Qualche volta la gente scopre i film un po' più tardi: forse tra dieci o quindici anni ci sarà la giusta distanza e ci sarà anche obbiettività riguardo al tema.

 

Come ha trovato l'equilibrio del personaggio e come è riuscito a mettersi in mezzo tra il suo lato buono e il suo lato cattivo?

Gus Van Sant:Il protagonista è un uomo d'affari: si preoccupa di vendere e non gli interessa la natura di quello che vende. E' insieme un eroe e un antieroe perchè è bravo nel suo lavoro anche se questo riguarda una cosa non troppo sicura. E' una combinazione perfetta tra positivo e negativo. Anche mio padre era un uomo d'affari e non si concentrava troppo su quello che stava vendendo.

 

Questo è un nuovo incontro tra di voi e manca solo Ben Affleck: lavorerete di nuovo insieme in futuro? Quante chances ha di vincere un Oscar?

Matt Damon: Abbiamo una società insieme e quando ho visto Argo ho pensato "ma quelli sono i nostri uffici!". Sono molto felice per lui perchè è uno che lavora duro e se lo merita. Ha passato un brutto periodo e si è tirato fuori dalle scene per ricominciare da capo. Ha fatto tre film fantastici in appena cinque anni: un traguardo notevole in breve periodo di tempo. Non so quante possibilità abbia di vincere il miglior film con Argo ed è ovvio che tifo per lui ma so che lui starà bene comunque vada.

 

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