BERLINALE 65 – Benoit Jacquot sulla strada di Renoir e Bunuel

benoit jacquot

Dal concorso di Venezia (Tre cuori) a quello della 65° Berlinale. E' un periodo estremamente prolifico per il cineasta francese  che oggi al festival ha presentato Journal d'une femme de chambre, terzo adattamento del romanzo di Octave Mirbeau dopo quello di Jean Renoir del 1946 e Luis Bunuel del 1963. Con lui non ci sono stati i due protagonisti; sia Léa Seydoux che Vincent Lindon non hanno potuto partecipare all'incontro.

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benoit jacquotDal concorso di Venezia (Tre cuori) a quello della 65° Berlinale. E' un periodo estremamente prolifico per il francese Benoit Jacquot che oggi al festival ha presentato il suo ultimo film, Journal d'une femme de chambre, terzo adattamento del romanzo di Octave Mirbeau dopo quello di Jean Renoir del 1946 e Luis Bunuel del 1963. Con lui non ci sono stati i due protagonisti; sia Léa Seydoux che Vincent Lindon non hanno potuto partecipare all'incontro.

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Prende subito le distanze dalle due  versioni precedenti. "Ho amato molto i due film precedenti – dice il regista – ma li considero completamente differenti rispetto al mio. L'unico punto in comune è il romanzo da cui sono tratti. E anche tra la versione di Renoir e quella di Bunuel c'erano delle differenze".

In Journal d'une femme de chambre c'è poi un utilizzo della luce che sembra attentamente studiato. "Già prima dell'inizio delle riprese, ho pensato a che tipo di illuminazione potesse essere adatta per ogni scena. Sull'utilizzo della luce naturale mi sono messo d'accoro col mio direttore della fotografia, Romain Winding, con il quale ci ho già girato una decina di film. La cosa che mi interessava particolarmente era comunque quella di far emergere il contrasto tra l'orrore della storia e la grazia dello spazio".

Si sofferma poi su come ha costruito la figura di Célestine, interpretata da Léa Seydoux. "In tutta la sua esistenza ha sempre desiderato di scappare dalla sua condizione. Ma poi è riuscita a fuggire dal male andando verso il peggio". E, parlando della protagonista, approfondisce il discorso sulle differenze di classe. "Per me il rapporto di dipendenza per quanto riguada il lavoro e il sesso è esploso nel XX° secolo durante la 1° Guerra Mondiale. Non a caso, l'antisemitismo nasce con l'affare Dreyfus".

Parigi riveste un ruolo decisivo. Non tanto come luogo m proprio come presenza evocata di un altro mondo. "Parigi era la capitale del mondo. Allora più di oggi. La città dove poteva succedere di tutto. Il suo rapporto con la provincia è unico. Di solito una persona che viene da fuori non va a Parigi ma sale a Parigi."

 

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