Berlinale 72 – Visioni dal Forum

Alcuni titoli dalla sezione principale di Forum, Mis dos voces, Geographies of Solitude e Super Natural. Film sull’integrazione e l’armonia, alla ricerca di un equilibrio con un mondo instabile

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Nella sezione principale di Forum alla 72 Berlinale, che conta 27 documentari (un numero sufficiente di titoli per ragionare lungo il pianeta), ci sono anche questi tre film, due arrivati dal Canada ed uno dal Portogallo. Lina Rodriguez porta a Berlino Mis dos voces, un racconto di scottante attualità grazie all’ausilio di tre donne arrivate in Canada per sfuggire alla fame e alla violenza dei loro paesi di origine, la Colombia e il Messico. Le radici sono quanto resta di un tempo lontano, di pianto e nostalgia, e le parole fanno riaffiorare le ferite, con le immagini di un attentato o i giorni di un una relazione tossica. La nuova casa è l’occasione di affrontare il tema dell’integrazione in un mondo sconosciuto, freddo e poco accogliente. Nel processo di assimilazione ad una cultura estranea la lingua inglese è lo strumento principale, lo spagnolo il luogo ideale dove ritrovare la vicinanza, il calore e la solidarietà lasciata morire nel distacco. Le due voci del titolo sono proprio queste due anime, da adottare viste le necessità, senza mai permettere che il caso possa prima sostituire, perfino cancellare una parte dell’esistenza. Tramandare la lingua significa rendere solido un legame in potenza, tracciare una mappa, riempire il vuoto di un’ombra con dei colori e dei profumi dimenticati, ricreare una rotondità al posto di un tono piatto, gutturale, attento alla forma. I volti delle protagoniste sono esclusi per gran parte del film, a sottolineare la perdita identitaria, il massacro invisibile dell’indifferenza della gente, gli sguardi distratti, i giudizi lapidari, sempre pronti ad alimentare il rancore per la paura di guardare negli occhi la diversità.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Super Natural di Jorge Jácome è invece un viaggio pilotato, binario, pensato per accompagnare l’abbandono e scoprire un paradiso a portata di mano. L’immersione è niente più di un ritorno all’equilibrio, scelto fermandosi per considerare il lato maestoso della vita, trovando nella riverenza e nel rispetto della natura la strada maestra per la felicità. L’approccio visivo e sonoro è sperimentale, l’incipit monocromatico porta alla mente echi elettronici di Blue di Derek Jarman, poi si apre sui straordinari colori del paesaggio, l’azzurro dell’Oceano e il verde delle foglie, e si avvicina all’uomo nella stravaganza di un abbandono ormai cosa desueta, lascito sporcato, non performante. E lascia i protagonisti, tutti portatori di handicap, in una realtà metafisica, prossimo obiettivo di una società in via di formazione. Dominata dal sorriso e nell’imperfezione delle carezze.

Jacquelyn Mills nel suo Geographies of Solitude adopera una pellicola 16 mm per catturare tutta la bellezza delle Sable Island, una piccola isola canadese dove vive da sempre Zoe Lucas, arrivata nel 1970. La donna è diventata grazie al lavoro di ricerca sulla flora e la fauna locale molto nota in ambiente accademico. Il diario di bordo delle riprese è un continuo vagare e divagare nella luce, alle note di studio si alternano i cavalli, liberi di correre nell’ambiente selvaggio, quasi fossero bestie divine al pascolo. Ma anche in questo luogo incontaminato e lontano dalla presenza umana arrivano i rifiuti del mondo civilizzato. I frammenti che Zoe raccoglie dal mare suonano l’ennesimo campanello d’allarme ecologico, sempre inascoltato, e quella plastica un segno d’invasione innegabile, anche in isolamento. La solitudine del titolo è piuttosto la voglia di perdersi nel rumore pullulante del vento e nelle dune, spingersi a guardare lontano, quasi fossimo nel famoso spazio libero immaginato da Ballard in Città di Concentramento (The Concentration City), per essere finalmente in grado di volare.

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative