Berlinale 75 – Mickey 17. Incontro con Bong Joon-ho, Robert Pattinson e il cast
Il cineasta di Parasite parla in conferenza stampa del suo impegno nel realizzare uno sci-fi che sia umano e rifletta sulla condizione umana e sul significato dell’esistenza. In sala dal 6 marzo

Bong Joon-ho ha presentato alla conferenza stampa del 75° Festival di Berlino il suo nuovo film sci-fi Mickey 17, in arrivo nei cinema italiani il 6 marzo. Il cineasta arriva alla Berlinale, dopo un’assenza dalle scene durata 6 anni, quando nel 2019 aveva conquistato il pubblico con il clamoroso successo di Parasite, premio Oscar come miglior film. Il regista coreano è entrato in sala accompagnato dal cast, composto dal protagonista Robert Pattinson, Naomi Ackie, Toni Collette, Steven Yeun e Anamaria Vartolomei, i quali sono stati accolti dal grande applauso del pubblico. L’opera, sviluppata dall’adattamento del romanzo Mickey7 di Edward Ashton, è un dramma psicologico fantascientifico che ruota attorno all’etica della clonazione e i dilemmi morali che ne susseguono. Secondo le parole di Bong John-ho, il film accosta due concetti tra loro discordanti; infatti “la combinazione di human e printing è molto tragica e allo stesso tempo divertente. Ho avuto molta ispirazione da questo.”
Nonostante il romanzo di Edward Ashton sia stato il punto di partenza per costruire una storia audace, il regista sottolinea quanto per lui sia importante “Fare un film di fantascienza che sia umano”, che quindi non si limiti ad una narrazione accattivante, ma rifletta sulla condizione umana e sul significato dell’esistenza. Anche Robert Pattinson, tra una battuta e l’altra, ragiona sul suo personaggio e su come questo rappresenti in parte ognuno di noi. “(Mickey) prova a processare chi è e per cosa è stato creato, ma allo stesso tempo ha una sorta di relazione con tutti i suoi precedenti e quando 18 arriva (…) deve capire perché lui è sopravvissuto a differenza dei suoi predecessori”, poi continua dicendo “Credo che questa sia la domanda che la maggior parte (delle persone) si pone in un momento o in un altro, quando devono confrontarsi con un evento traumatico o semplicemente nel chiedersi perché ‘Io esisto’.”
Durante l’incontro, vengono approfondite le fonti di ispirazione del regista, il quale risponde riferito alla platea che “solo guardando i vostri volti ho molte idee ed essendo un regista io scrivo costantemente nella mia mente.” Continua Pattinson dicendo che l’esperienza di girare scene che mostra diverse versioni di sé è stato tanto affascinante quanto contrastante, specialmente all’inizio delle riprese, perché è stato come “recitare in un film dove stai interpretando un personaggio in CGI, quindi è come se stai immaginando un’altra persona, ma Bong ha il suo editor sul set e mentre stavamo guardando la scena, era come se tutti i pezzi s’incastrassero insieme, come un mosaico. E’ stato davvero soddisfacente.”
Ha aggiunto che solo recentemente si è reso conto di aver basato l’accento di Mickey sul personaggio di Fargo di Steve Buscemi: “L’ho fatto per caso“, ha commentato ridendo. Il cineasta conclude l’incontro dicendo “questa è una storia d’amore e non ho mai diretto una storia d’amore (…) e ad essere onesto voglio fare film di ogni genere e questo è il mio obiettivo della vita, sono abbastanza spaventato dai musical e grazie ai grandi attori seduti affianco a me, sono stato capace di girare una love story.”