Berlinale 75 preview – Le visioni ancestrali di Lemohang Jeremiah Mosese
Il regista torna al festival di Berlino con un documentario autobiografico, un viaggio personale nelle terre che lo hanno plasmato tra allegorie e immagini poetiche e mitiche

Lemohang Jeremiah Mosese torna alla Berlinale, dopo il suo acclamato This Is Not a Burial, It’s a Resurrection – vincitore nel 2020 del Premio della Giuria del Sundance Film Festival. Il suo nuovo film è Ancestral Visions of the Future, un documentario sul passato del regista. Sarà in anteprima mondiale al festival nella sezione Berlinale Special.
Mosese è un regista caratterizzato dai temi spirituali e politici. Le sue opere presentano dialoghi minimi, forti immagini poetiche e la preoccupazione per i suoi ricordi d’infanzia, oltre a riflessioni sul concetto di vita e morte. Mother, I Am Suffocating. This Is My Last Film About You, film selezionato dalla Berlinale nel 2019, è un saggio che mescola realtà e finzione sul proprio esilio dalla terra natia, il Lesotho. This Is Not a Burial, It’s a Resurrection, invece, parla di una madre in lutto per la morte del figlio che guida una resistenza per salvare il suo villaggio; il film ha vinto il Premio della Giuria presso il Sundance Film Festival.
Con Ancestral Visions of the Future continua a riflettere su queste tematiche, tornando nel Lesotho per filmare gli ambienti e ritrovare se stesso.. Si tratta di un’allegoria poetica sulla sua infanzia e un’ode al cinema. Un film di memoria e riflessione, nel quale il regista vaga per luoghi senza nome, attraverso narrazioni frammentate e immagini mitiche. Un lavoro intimo, nel quale trova spazio anche la figura della madre, ricorrente nella sua filmografia, di cui lui parla: “Mia mamma rendeva vivi i volti dei Santi per ricordarsi come fosse il mio!”
“Questo, nella sua essenza più profonda, è un lavoro autobiografico”, dichiara Mosese, “Ma non è una storia sull’esilio nel senso convenzionale del termine. È più una riflessione sulla durata che lo caratterizza, sulla bellezza, sulla violenza, sulla deportazione e sulla memoria.”