#Berlinale2017 – La reina de España (The Queen of Spain), di Fernando Trueba

Sequel di La niña dei tuoi sogni con Penélope Cruz che interpreta ancora la star Macarena Granada. Nulla cambia nulla si trasforma. Anzi, puzza anche un po’ di restaurazione. In Berlinale Special

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Più che un sequel, quasi un doppio di La niña dei tuoi sogni. Un passaggio da un set all’altro sempre sotto la dittatura. Penélope Cruz interpreta ancora il personaggio della star Macarena Granada. In La niña dei tuoi sogni, dove si stava girando un dramma musicale presso gli studi UFA di Berlino, l’attrice doveva far fronte alle avances del Ministro nazista Goebbels. In La reina de España invece rirtorna in Spagna a metà degli anni ’50 dopo essere diventata una star a Hollywood per interpretare il ruolo della Regina Isabella I di Castiglia in un dramma storico. E in una scena deve fronteggiare il dittatore Francisco Franco, responsabile della morte di suo padre.

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Nulla cambia, nulla si trasforma nel cinema di Fernando Trueba. I suoi ‘effetti notte’ sono pallidi così come i movimenti della macchina del set, tra un regista che si addormenta spesso, la passione della protagonista con un membro della troupe e la protagonista Penélope Cruz che sembra ancora il modello di un’attrice del passato e filmata ancora come se uscisse da un’altra epoca, come in Belle Epoque, che rappresenta la prima collaborazione tra il regista e la protagonista.

La Reina de España Chino Darín Penélope CruzL’omaggio è rivolto a un cinema che non c’è più, Dove Trueba mescola autentici filmati d’archivio (Clouzot sul set di Il mistero Picasso) e riferimenti reali (Berlanga e Gil) a quelli in biamco e nero lavorati di Macarena. Il cineasta si affida automaticamente alla sua protagonista, alle sue metamorfosi, al suo sguardo, alla sua voce (la scena che canta). Crea attorno a lei un divismo da cartolina (la rivista Fotogramas, i legami fantastici con Cary Grant e Ava Gardner), utilizza lo schermo che si apre e si chiude a iris, anche se quello era un’espediente che si utilizzava maggiormente nel cinema muto. Ma La reina de España, nel suo soffocante didascalismo, ha solo una nostalgia di facciata. L’operazione invece non è tanto lontana a quella di The Artist. Anzi, si può dire che La niña dei tuoi sogni suia stato il precursore. Quello di Trueba appare quasi la materializzazione del cinema che vorrebbe denunciare; l’omologazione del cinema spagnolo sotto la dittatura di Franco. E La reina de España non si discosta da un cinema sempre uguale a se stesso da oltre trent’anni, dove l’immutabilità qui non fa rima con l’identità. Sembra sempre rivolto a un tipo di pubblico, quello degli anni ”90. E l’operazione classica non rinnova nulla. Anzi, puzza anche un po’ di restaurazione.

 

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