#Berlinale2017 – T2 – Trainspotting. Incontro con Danny Boyle, Ewen Bremner e Jonny Lee Miller

Danny Boyle è tornato sui personaggi di Trainspotting dopo più di venti anni dal primo film. Quale motivo lo ha spinto dopo aver ignorato a lungo Porno di Irvine Welsh? E a che punto sono i suoi eroi?

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La presentazione di T2: Trainspotting ha riportato Danny Boyle alla Berlinale a sedici anni di distanza da The Beach. Il regista britannico spiega perché è tornato sui personaggi dopo ventuno anni di distanza nonostante Irvine Welsh avesse scritto il romanzo/sequel già nel 2002.

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Ci è voluto molto tempo perché volevano fare qualcosa che fosse indipendente rispetto al primo film ed era così difficile che a volte abbiamo persino dovuto nascondere il titolo per renderlo il meno familiare possibile. Lo abbiamo chiamato T2 anche perché pensavamo che i personaggi potessero ritenere quello di John Cameron come il film più bello mai fatto. John Hodge aveva scritto una sceneggiatura molto valida ma secondo me non avevo intenzione di girarla perché non volevo deludere le persone. Poi siamo tornati ad Edimburgo insieme al produttore e lui ha scritto qualcosa di molto più personale sul tempo e su come reagiamo davanti al tempo in termini di maturità e delusione. Siamo stati d’accordo che in questo modo avrebbe funzionato. Il film parla della nostalgia che nello stesso tempo può essere un alleato oppure un nemico perché possiede un’attrazione molto forte. Anche sulla colonna sonora abbiamo fatto un doppio lavoro: per rispettare la forza delle musiche del primo film che il pubblico aveva apprezzato ma anche per trasformarle in qualcosa di nuovo. Così siamo stati fortunati che i Prodigy hanno fatto una loro versione di Lust For Life di Iggy Pop e che gli Underworld abbiano voluto ripensare i loro pezzi.

T2 Trainspotting Ewan McGregor Jonny Lee MillerIl tempo che è passato ha cambiato anche la tecnologia dei mezzi di ripresa e i metodi di lavorazione del cineasta che nel 2008 ha vinto l’Oscar per Slumdog Millionaire.

Ho avuto la fortuna di lavorare con un direttore della fotografia come Anthony Dod Mantle che ha utilizzato macchine da presa molto piccole che abbiamo usato soprattutto nella scena in cui Renton e Simon sono nella discoteca. Ci hanno permesso di catturare tra la folla cose che non erano state previste nella sceneggiatura perché erano molto immediate. Soprattutto, anche il pubblico si è abituato alla variazione della qualità dell’immagine anche se viene ripresa con il telefono. Probabilmente sarà questo il futuro e sarà sempre più esasperato.

T2 Trainspotting Ewen BremnerEdimburgo si conferma uno dei personaggi principali del film e Danny Boyle cerca di descrivere come la città è cambiata e come ha affrontato la questione della Brexit.

Edimburgo sembra avere un’immagine completamente differente perché una buona parte del primo film era stata girata a Glasgow per motivi finanziari! In ogni caso, credo che l’influenza di una grande migrazione di studenti e di lavoratori che l’ha sicuramente arricchita e siamo stati accolti nel migliore dei modi. Eravamo in città per le riprese quando c’è stato il referendum e tutti erano scioccati perché in Scozia ha vinto nettamente chi voleva restare. Credo che se si votasse adesso le elezioni andrebbero diversamente. Tuttavia, non faccio mai film politici anche se sono curioso della lettura politica che il pubblico potrebbe dargli.

Gli anni che sono passati hanno anche tolto la centralità che aveva il personaggio di Renton e la transizione sembra favorire soprattutto lo sguardo e la voce over di Spud.

E’ bizzarro perché quando abbiamo fatto la versione a teatro di Trainspotting era proprio Ewan Bremner ad interpretare Renton! Comunque, credo che dipenda dal fatto che venti anni fa l’eroe era andato ad Amsterdam con un grande senso di libertà ed in una situazione in cui la sua vita si sviluppava mentre ora è tornato con uno stato d’animo diverso. Il momento in cui riadatta il suo celebre monologo sul choose life è soprattutto una confessione sulla sua disillusione.

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