#Berlinale69 – “Un film è un viaggio fatto insieme”. Incontro con Juliette Binoche

L’attrice francese è protagonista di Celle que vous croyez, in cui è un’insegnante che crea un falso profilo facebook e si spaccia per una ragazza di 24 anni. A Berlinale Special

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Tratto dal romanzo Celle que vous croyez di Camille Laurens, l’omonimo film di Safy Nebbou, vede come attrice protagonista la bellissima cinquantenne Claire (Juliette Binoche), insegnante e madre single. Con intenzioni inizialmente innocenti Claire crea un falso profilo facebook, spacciandosi per una ragazza di ventiquattro anni e cominciando a chattare con Alex (François Civil), un assistente fotografo venticinquenne. Conversazione dopo conversazione il rapporto virtuale tra i due si fa sempre più intenso e sensuale, fino al momento in cui Alex non decide di voler incontrare la donna in carne e ossa…

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

“Questo è film molto elaborato – ha sottolineato l’attrice francese –  la cui sceneggiatura permette delle possibilità di riflessioni enormi. Anzitutto la protagonista è una donna che riflette sulla questione dell’abbandono. È una donna che si sente perduta e abbandonata e che ritrova se stessa attraverso facebook. Partendo da lì infatti lei riesce a riappropriarsi della sua identità e riesce a riaccettarsi.

Io, come anche Safy (Nebbou, il regista), non siamo nati nell’era dei social media, ma ci siamo approcciati in modo differente rispetto alle nuove generazioni. È logico che i social permettono dialoghi molto rapidi, le immagini si susseguono velocemente… ecco perché ci sarà per le generazioni a venire un nuovo modo di approcciare all’immagine e dunque anche al cinema.

Si dice sempre – aggiunge – che chi fa il film è il regista… il regista… “le directeur”, colui che dirige… ma per me è come fare un viaggio insieme. Entrare insieme in una realtà emozionale. Eh sì, io mi preparo, ma alla fine prepararsi è de-prepararsi, essere aperti a tutto. È questa apertura che ci permette di lavorare come attori. Più che un lavoro, quello dell’attore è un approccio sensibile ad una storia che non passa attraverso le parole.

L’immersione di un attore in una scena va aldilà del comprensibile e io stessa sono sempre sorpresa di ciò che succede al momento delle riprese. E questo è difficile da far comprendere perché si pensa sempre che un film si basi sul controllo, come in tutti gli altri lavori, ma non è così, un film si basa su qualcosa di molto più profondo, ed ogni volta è una cosa nuova. È importante, come attore, credere in un progetto. Quando faccio un film io mi sento responsabile, allo stesso modo del regista. Amo i momenti di silenzio in questo film. Il silenzio è la radice di tutto. Ci permette di riflettere e di dare degli spazi allo spettatore”. 

Riguardo il rapporto con Juliette Binoche sul set, Safy Nebbou aggiunge:

“Juliette poneva dei problemi e delle questioni mentre recitava. Il film lo abbiamo costruito insieme. Lei lavora moltissimo, si prepara meticolosamente, e io sono sempre pronto all’ascolto degli altri. Così alla fine, tra noi si è creata una connessione estremamente naturale e forte. L’ho osservata e insieme siamo entrati nel ritmo. Sono stato sensibile e ho lavorato molto per costruire un rapporto di fiducia tra noi”.

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative