#Berlinale73 – Afire di Christian Petzold: il fuoco si alzerà!

Una casa per le vacanze sul Mar Baltico e quattro amici: le emozioni aumentano mentre la foresta intorno a loro prende fuoco. Petzold torna a Berlino, in concorso

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Dopo aver completato la sua trilogia tematica L’amore ai tempi dei sistemi oppressivi con La scelta di Barbara (Barbara)Il segreto del suo volto (Phoenix) e La donna dello scrittore (Transit), Christian Petzold (ci avete mai fatto caso che il regista in questione è omonimo del compositore, anch’egli tedesco, del 1677?) si imbarca in un nuovo trio di film ispirati ai miti tedeschi e agli elementi. Dall’elemento dell’acqua, presentato proprio alla Berlinale, Undine – Un amore per sempre, si passa all’elemento del fuoco: quest’ultimo si alzerà con Afire, in corcorso alla Berlinale di quest’anno.

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Durante un’estate calda e secca sul Mar Baltico, vicino ad Ahrenshoop, penisola situata all’estremità settentrionale della Germania, quattro giovani si incontrano, amici vecchi e nuovi. A causa degli incendi boschivi incontrollabili, i protagonisti sono costretti lentamente e impercettibilmente, ma inesorabilmente, a rintanarsi all’interno della loro casa delle vacanze, tra un manoscritto incompiuto di Leon e un portfolio artistico da completare per Felix. Il cielo, tutto d’un tratto diventa rosso. Man mano che vengono intrappolati, come le foreste inaridite intorno a loro cominciano ad accendersi, così fanno le loro emozioni. Felicità, lussuria e amore; ma anche gelosie, risentimenti e tensioni, finché le fiamme non raggiungono la casa.

In scena, Thomas Schubert (Leon – Atmen), la sua musa Paula Beer (Nadja, Opera senza autore), Langston Uibel (Felix – Unorthodox), Enno Trebs (Devid – Tiger Girl) e Matthias Brandt (Helmut – Dark Woods). Questa seconda parte della trilogia di Christian Petzold, in cui è sia regista che sceneggiatore, il film precedentemente intitolato The Red Sky, parla di insonnia e di voler amare; scrivere ed essere letti; di far parte del mondo e di lasciarsi attraversare dalla vita. Un film sospeso tra simbolismo e realismo, divertente ma profondamente tragico.

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