Better Man, di Michael Gracey
Un biopic musicale, che in riferimento all’identità ribelle e sotto acidi di un certo cinema anni ’90, racconta Robbie Williams come una scimmia impazzita, che grida al mondo il proprio dolore e caos
“Come on hold my hand. I wanna contact the living. Not sure I understand. This role I’ve been given” cantava ventidue anni fa Robbie Williams in occasione dell’uscita di Escapology, uno dei suoi album più noti. La traccia è Feel e Williams confessa a sé stesso e ai suoi fan, di non riuscire a comprendersi. Di non riuscire a comprendere il proprio ruolo nella musica e più in generale nel mondo, ma nonostante questo, di voler restare ancorato alla vita. Ecco perché: “Vieni e prendimi per mano”. Dichiarazione evidente di un’insicurezza profonda, che pur generata da un’indiscutibile celebrità, necessita di costanti attenzioni, ascolto e visibilità. Tanto da parte del suo pubblico, quanto dell’amore e della famiglia.
Feel racconta già tutto, o comunque molto. Dal non sentirsi mai abbastanza, all’incapacità di percepirsi adeguato ad un certo ruolo, pur vestendone i panni da tempo. Senza mai rinunciare alla vita, al caos e all’imprevedibilità del destino. Non è chiaro se Williams oggi abbia compreso realmente le ragioni della propria fama e del proprio ruolo e va benissimo così. Perché Better Man di Michael Gracey, precedentemente autore di The Greatest Showman, ne intercetta al meglio e con inaspettata ferocia, l’instancabile sete d’esistere, provocare e far gridare al mondo ciò che Williams da sempre ha tentato di fare e amplificare: la propria musica. Oggi ce l’ha fatta e il grido prende vita sul grande schermo, attraverso il vigore e la selvaggia adrenalina della scimmia. Oltreché la riuscita simulazione di un girato in pellicola su grana grossa, che rimanda al cinema degli anni ’90. Quello di Alan Parker, Cameron Crowe, Gregg Araki e Oliver Stone.
Better Man in questo senso è rivoluzionario. Poiché non ha alcuna intenzione di indorare la pillola. Ritrovandosi infatti ad illuminare le ombre, laddove c’è sempre stato caos, volgarità, violenza, sopraffazione e droga. Passando per il sesso e la carnalità, che anche – e soprattutto – in riferimento al periodo con i Take That, definiscono ciò che Williams non ha mai nascosto d’essere, sorridendo dei suoi istinti più bassi e animaleschi, celato non casualmente dalle potenzialità offerte dal sua doppio realizzato in CGI, la scimmia. La stessa che condotta dove pochi altri avrebbe scelto di tornare, dunque al passato della vergogna, del trauma e dell’intossicazione profonda e totale, ci mostra e racconta con grande rabbia, dinamismo e crudo linguaggio, effetti e conseguenze dell’amore dimenticato, dell’amicizia tradita e così dell’innocenza e dignità perduta.
Ciò che è perduto, sembra confessarci Williams attraverso Better Man, non può essere più recuperato. Si può però cantare e gridare al mondo il proprio dolore e al tempo stesso la propria fame di vita e successo. Poiché per quanto semplice e immediato possa sembrare, quel grido necessita sempre di una grande rinuncia e così di un’accettazione profonda e totale. Venire a patti con i propri demoni. Non ci è dato sapere se Williams ci sia riuscito. Senz’altro ci ha danzato e poi combattuto. Ne siamo testimoni in una delle sequenze più brutali, spettacolari e inopinate di Better Man. Quella del Live at Knebworth, 2003.
Se siete stanchi dei convenzionali, tediosi e favolistici biopic musicali, la risposta è Better Man. Ad oggi un film fuori dal tempo. È come se Michael Gracey avesse agito per sguardo e volontà del Larry Clark più controverso e sotto acidi, spalleggiato da un instancabile Robbie Williams, incurante della vergogna e dell’oscurità. Lunga vita alla scimmia.
Titolo originale: id.
Regia: Michael Gracey
Interpreti: Robbie Williams, Jonno Davies, Steve Pemberton, Alison Steadman, Damon Herriman, Raechelle Banno, Anthony Hayes, Kate Mulvany, Frazer Hadfield, Jake Simmance, Liam Head, Jesse Hyde, Chase Vollenweider, Adam Tucker, Chris Gun, Jack McMinn, Jamie Condon
Distribuzione: Lucky Red
Durata: 135′
Origine: USA, 2024