BIOGRAFIE DEFINITIVE (o quasi)

BIOGRAFIA

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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ALESSANDRO


 


 


ALESSANDRO FUGA


Antonio è un quarantenne dall'aspetto piacevole, alto, capelli castani, occhi verdi. Ha successo con le donne. E' del segno dei gemelli e di questo segno ha sia la brillantezza del comportamento, che la sua ambiguità.


Nato e cresciuto a Venezia, nel sestiere Castello. Battezzato a San Giovanni in Bragora (come Vivaldi). Secondo di due figli maschi. Il padre, veneto, è uno squero, mestiere ormai praticato da pochissimi artigiani. La madre, di origine siciliana trasferita a Venezia, è casalinga e, a tempo perso, dà una mano nella pasticceria di sua cognata.


Dalla morte prematura del padre, Alessandro cresce sotto la protezione di una madre ansiosa e del fratello maggiore che, in casa, ha preso il posto del capofamiglia.


I problemi economici che assillano la famiglia dopo la morte del padre, vengono tutti presi in carico dalla madre, che si mette a lavorare con continuità presso la pasticceria della cognata e dal fratello maggiore che, giovanissimo, entra in seminario per poter continuare gli studi e per poter dare sostegno economico alla famiglia.


Alessandro trascorre così una infanzia serena e priva di responsabilità; adorato da madre e fratello cresce nella convinzione che tutto ciò che fa è ben fatto. Il suo aspetto piacevole, che con il tempo migliora continuamente, gli dà quella sicurezza, nei confronti degli altri, di poter essere sempre vincente. Non sviluppa un particolare senso di responsabilità, vive più sull'onda delle sue passioni che non sulla base della razionalità.


Da bambino, Alessandro è curiosissimo e vivace. A scuola è benvoluto dagl'insegnanti perché intelligente e sensibile. Fin da piccolo dimostra di avere un olfatto fuori dal comune.


Frequenta il liceo scientifico e, conseguita la maturità, si iscrive alla facoltà di Filosofia. Durante un viaggio a Parigi, scopre il mondo dei profumieri artigianali e capisce quale sia la sua strada. Conseguita la laurea, con una tesi sulla composizione dei profumi nell'antico Egitto, si dedica anima e corpo allo studio  delle essenze e dei vari modi per ricavarle.


In quel periodo Alessandro ha occasione di rilevare un'antica farmacia nei pressi di Rialto e, in società con un amico d'infanzia (Alfredo), crea una bottega di profumeria esclusiva, un po' come, a suo tempo, fece Roberts (l'inventore del borotalco) a Firenze. Alessandro è innamorato del suo lavoro e fiero dei risultati. E' terribilmente esigente e pignolo; non utilizza alcun prodotto di sintesi e arriva ad indicare la data di scadenza dei suoi profumi, poiché, superato un certo lasso di tempo, i preparati  di origine naturale iniziano ad alterarsi, sia pure impercettibilmente.


I suoi clienti sono sia persone dell'alta società che si possono permettere di ordinare profumi personalizzati, sia grandi e famose case produttrici che gli affidano la ricerca di nuove essenze ed aromi per poi produrle in modo industriale.


Il suo laboratorio è, quindi, frequentato prevalentemente da una clientela femminile. Uno dei suoi migliori clienti è in particolare la soc. Yves Saint Laurent ed il suo referente diretto è la responsabile della linea di prodotto "profumi da donna", una francese colta, di bell'aspetto con la quale sente di avere molte affinità.


 


Donne


Le donne, come gli odori, hanno nella vita di Alessandro un posto importante.


Nel rapporto con le donne si è sempre sentito in posizione di forza, appagato ed appagante, possessivo e geloso.


Ogni donna ha monopolizzato i suoi sentimenti e le sue passioni fino a scoprire che non c'era più amore: non ha mai tradito.


L'incontro con Sara lo avvia su un percorso di coppia chiaro e lineare. Vivono insieme da alcuni anni ed ancora Alessandro non si sazia di lei. E' come sempre molto passionale ma non ha quelle attenzioni di chi vuole veramente bene.


Alessandro profonde in questo rapporto tutta la sua passionalità, ma non mette in gioco il suo senso di responsabilità; si rifiuta infatti di prendere in considerazione le reiterate richieste di Sara riguardo ad un figlio: non si sente pronto a diventare padre a sua volta.


Alessandro ha l'abitudine di osservare tutte le donne, anche quelle che incontra casualmente. Di ognuna il suo interesse viene attratto da qualche particolare che ad altri occhi passerebbe inosservato ed in particolare nota i loro odori.


E' seguendo una scia di cannella che Alessandro nota Sara: la segue per un bel pezzo di strada fino ad una piscina. Lì la vede con i bambini e decide di venire ad osservarla..


Sara ha un modo di essere diverso dalle altre: non è raffinata, né particolarmente seducente. E' bella senza nessun fronzolo. Ha certo cura di sé e della propria femminilità, ma non si considera una donna solo da guardare…


La loro storia può continuare, alimentata dall'amore di lei e dal rispetto di lui: non l'avrebbe mai fatta soffrire.


L'incontro con Claudia, bella giovane raffinata, viene a rompere l'unicità del suo rapporto con Sara.


Claudia entra nel suo laboratorio per la ricerca di un profumo a lei adatto. Alessandro resta fortemente colpito dal suo odore e dalla sua competenza sui profumi.


Come nell'alchimia delle essenze si compongono profumi ineguagliabili, così nell'alchimia dei sentimenti Alessandro realizza un sentimento profondo per Claudia.


Quando la loro relazione diventa intima  Alessandro fallisce il suo primo rapporto sessuale. Alessandro è travolto dal suo sentimento per lei, dal desiderio di non sopraffarla, dal desiderio di non tradire Sara.


Si stabilisce tra i due un rapporto capovolto in cui è Claudia, per la prima volta, a soggiogarlo con la sua dolcezza e pazienza. Claudia, in Alessandro cerca il sentimento e non è affatto disturbata dai suoi fallimenti sessuali. La sua vita sessuale è comunque appagata da altri rapporti soddisfacenti.


Claudia, infatti, a differenza di Antonio cerca di ricomporre il suo bisogno di amore attraverso molti rapporti, ognuno dei quali a suo modo sincero, e da ognuno dei quali prende una tessera del suo mosaico affettivo. Particolarmente importante resta per lei il rapporto con il marito molto più grande di lei che le assicura sicurezza, affetto, comprensione, amore.


Alessandro rimane fortemente coinvolto da questo, nuovo per lui, tipo di rapporto e finisce con dichiararlo a Sara. Con ciò intende evidentemente dare un taglio al loro rapporto. Cosa che puntualmente avviene con grande dolore di Sara ma senza tragedie.


Alessandro, tuttavia, mal sopporta la visione pluralistica degli amori di Claudia: la vorrebbe tutta per sé.


Si avvia così un rapporto altalenante e problematico al quale tuttavia Alessandro non riesce a sottrarsi.


 


Aspetto


Alessandro è fisicamente attraente, anche se non lo si potrebbe definire propriamente bello. Media statura, capelli castano scuro, occhi verdi. Corporatura sottile. Ciò che più  lo rende piacevole è l'espressività del suo viso. Ha un sorriso letteralmente disarmante, i denti regolari e bianchi. Gli occhi, oltre ad avere un bel colore, sono molto mobili e curiosi e sorridono prima ancora che si dischiudano le labbra. Alessandro ha anche una bellissima pelle, quasi femminile nella sua perfezione. Le mani, non grandi, ma forti, sono sempre curate. Malgrado lavori in un ambiente frequentato prevalentemente da persone eleganti, Alessandro non ama gli abiti formali. Predilige capi comodi, che possano passare inosservati. E' sospettoso di tutto quanto faccia "tendenza", pur essendo sempre curioso di ogni novità. Ama la birra fresca ed è un discreto consumatore di cioccolata.


 


Odori


È stato sempre naturalmente attratto dagli odori, soprattutto da quelli del corpo ed in particolare del corpo delle donne…dalla scia che la madre lasciava quando abbandonavano il bagno o la stanza da letto…dai vestiti messi nella cesta per il bucato…la biancheria intima lo riempiva di mistero…Aveva capito che la poesia del profumo poteva far vivere meglio, in modo più leggero ed intenso e perciò aveva deciso di legare la sua professione a ciò che più intimamente lo coinvolgeva e che poteva permettergli di continuare a sviluppare l'olfatto…alimentare il suo mondo interiore, arricchendone i contorni di nuove sfumature…


Non ama il lato concreto della vita e delle cose.


Hobbies


Alessandro, quando vuole distrarre la sua mente dal lavoro e dai problemi quotidiani , si diletta a scrivere racconti, in particolare racconti di fantascienza a sfondo politico.


In questo hobby riversa tutta la sua cultura umanistica e la sua conoscenza delle dinamiche di pensiero, dovuta ai suoi studi.


Ama altresì discutere di politica con gli amici per approfondire soprattutto temi sociali.


 


 


Bianca


SARA GRECALE


 


 


ASPETTO FISICO


 


Sara ha dei capelli castani e profondi ed espressivi occhi scuri da saracena. Di corporatura asciutta, ma molto femminile. Ha delle lentiggini su tutto il corpo che allo stesso tempo ama (la rendono visibilmente diversa dalle altre, particolare) e odia (per lo stesso motivo).


Ha una voglia sulla schiena che per la madre assomiglia ad una croce, ma per lei si tratta sicuramente di un pugnale. Una volta Alessandro ha provato a dire che sembrava proprio un pene, ma gli è stato risposto che la sua è una vera fissazione. La sua versione ufficiale è quindi diventata "mmm, sembra l'Africa", ma nessuno ci crede. In effetti, con Sara delle notti ridono fino alle lacrime pensando che la madre, incinta, non abbia avuto voglia né di una croce, né di un pugnale, tantomeno dell'Africa.


Il suo corpo è stato modellato dagli anni di nuoto ed è asciutto e muscoloso, ma non tanto da spaventare un uomo.


Da bambina e da adolescente non era proprio bellissima, tanto da soffrire il confronto con sua sorella Esther che invece sembrava un angioletto. Con il tempo è diventata seducente e femminile, ma una piccola parte di lei è ancora insicura riguardo il suo aspetto fisico.


A volte ha pensato di essere così entusiasta di fare tanto e ottimo sesso con Alessandro proprio perché ogni volta la fa sentire la donna più sensuale del mondo, irresistibile, eccitante.


 


 


BIOGRAFIA


 


Nasce a Palermo 40 anni fa da una madre sola. Non ha mai saputo che fine abbia fatto il padre, se sia morto o fuggito, e a Sara comunque non vede la differenza. Ha vissuto i primi anni in Sicilia poi si trasferisce prima a Napoli, dove frequenta le magistrali,  poi a Roma.


Ha sempre sentito molto la mancanza del padre, anche se non lo darà mai a vedere nemmeno a sé stessa.


Cresce con sua madre, una donna molto debole, per questo morbosamente religiosa, che è stata sempre incapace di darle delle norme comportamentali al di là delle preghiere la sera, al punto che Sara si costringeva da sola a tornare prima di quanto le fosse concesso per non sentirsi diversa dalle altre ragazze.


La madre poi si risposerà con un uomo insignificante, ma con il quale avrà la seconda figlia. Sara si è sempre sentita la vera mamma di Esther ed è stata con lei la madre rigida e severa che non aveva potuto avere.


Da piccola era molto silenziosa, non le piacevano le bambole, ma preferiva giocare a volare: si metteva su di una poltrona nello studio e immaginava di salire a poco a poco sopra i tetti della città, sempre più in alto fino a non distinguere più le macchine o le vie e vedere solamente delle macchie di colore.


Alle elementari si era convinta che il  maestro fosse il suo papà e lo ascoltava tutta concentrata, ed era così contenta quando lui le diceva "sei stata brava, Sara" e le accarezzava la testa.


Poi un pomeriggio per una via del centro lo vide con sua moglie e sua figlia e fu come se suo padre l'avesse abbandonata di nuovo.


Quella è stata la prima delle tre volte in tutta la sua vita in cui Sara ha pianto. Ci vorranno trent'anni prima che pianga di nuovo.


Ha iniziato ad andare a nuoto dopo aver sognato in un terribile incubo di affogare: era sott'acqua ma vedeva delle sagome sopra di lei, persone che la guardavano, ma nessuno la soccorreva.


Dopo tre giorni era iscritta in piscina e si innamorava dell'allenatore. Lei aveva quattordici anni e lui ventidue e con lui Sara scoprì che, nonostante quello che diceva sua madre, il corpo degli uomini non era ripugnante e che soprattutto non si restava incinta con un bacio.


A diciotto anni, però, sebbene non per un bacio, rimase incinta del suo ragazzo di allora: sapeva benissimo di non potere tenere il bambino, ma il fatto che lui glielo chiese così freddamente la spaventò moltissimo e la fece concentrare con tutte le sue forze nel nuoto.


Non ha vinto molte gare, ma ha imparato ad avere un rapporto con l'acqua molto speciale, come con un'amica più grande e più saggia che ti permette anche semplicemente di stare senza parlare se non ne hai voglia. Cominciare ad insegnare è venuto da sé nel momento in cui ha visto quanto erano "dolci" i bambini in acqua: una debolezza, quella dell'affetto per i bambini, che Sara non si perdona perché scopre delle zone non fortificate di lei.


È stato proprio in piscina che ha conosciuto Antonio: da qualche giorno era lì che seguiva gli allenamenti, ma nessuno l'aveva visto andare via con un bambino ed i sospetti di un mostro erano cominciati a circolare. A questo punto è dovuta intervenire Sara per chiedergli spiegazioni, ma Antonio si rifiutava di parlare con lei se prima non si toglieva di dosso quell'odore di cloro. Quella sera saranno insieme a cena e lui confesserà di essere venuto per guardarla, ma nella speranza di poterla odorare. Sara gli concederà più tardi a casa sua di conoscere il suo profumo sperando dentro di sé che lui non se ne riesca più a liberare.


Durante la lunga convivenza con Antonio, Sara scoprirà: – di non essere così attaccata ai suoi spazi come credeva; –  di odorare di cannella; – di essere comunista (non c'entra molto con Antonio, ma l'arco di tempo è quello); – di adorare il sesso; – di amare Antonio; – di odiare Antonio; -di volere un figlio.


 


 


LAVORO E HOBBIES.


 


Sara è convinta di essere fortunata perché nella sua vita il denaro ha avuto sempre un ruolo marginale, lo ha sempre considerato un mezzo e mai un fine.


Per questo non ha rimorsi per avere scelto delle attività tutt'altro che remunerative, anche se , ovviamente, di fronte alle bollette spesso si maledice per non avere come desiderio quello di fare il notaio. 


Il più delle volte, però, si sente fortunata di potere fare un lavoro che la appaga, che la fa sentire viva, ogni giorno. Si sente così fortunata che ha deciso anche di ripagare, almeno in parte, il caso benevolo e di iscriversi ad un'associazione di volontariato che opera in Africa.


È cosciente che Alessandro non è proprio entusiasta del fatto che lei faccia parte di un gruppo, poiché rigetta a priori ogni forma di "pensiero unico" che inevitabilmente un gruppo esprime. Sara condivide queste affermazioni, ma non vede altro modo per riuscire concretamente a darsi da fare. È pragmatica, e Alessandro la innervosisce quando vuole teorizzare su tutto. E poi non fa niente.


È stata per quattro mesi in Sud Africa  e lì ha visto situazioni che tutti dovrebbero vedere e nessuno al mondo provare, tanto che al suo ritorno è stata per quasi un mese in uno stato di semi-depressione.


La sua voglia di agire per gli altri è sincera e profonda, lontana dalla moda di un momento, ma impressa nel suo patrimonio genetico, cresciuta dentro di lei con lei.


Ha una sua visione degli "altri", de "l'umanità" che non riesce a spiegare a parole ma che sente come la guida della sua esistenza. Non crede al martirio, però, ed è convinta che per far stare bene altri esseri umani, si debba ricercare continuamente prima di tutto il proprio benessere.


Adora insegnare nuoto ai bambini, siano essi considerati normali o meno, e lotta perché sia abbattuta questa divisione. O meglio, crede che la differenza, purtroppo, ci sia, ma che gli adulti facciano un errore clamoroso a comportarsi con i ragazzi ritardati come se fossero di porcellana, cercando di tenerli lontani dalla vita vera.


Osserva ogni giorno i "suoi" bambini, la loro espressione così gioiosa e serena quando sono nell'acqua, questo rapporto atavico di perfetta simbiosi. Vorrebbe riuscire a scrivere una sua teoria sull'effetto terapeutico dell'acqua, ma non ha tempo.


 


 


 


 


CON ALESSANDRO


 


C'è chi crede ai colpi di fulmine e chi no, Sara non si è mai posta il problema. Sa solo che da quando ha assaggiato la sua pelle, quello è l'unico sapere che è sicura di desiderare. La sua estrema praticità non le permette di costruirci sopra una teoria che le faccia prendere posizione. È abituata a vivere senza analizzare avvenimenti o sentimenti e lei stessa riconosce in questo il suo più grande pregio e il maggiore difetto.


Non ha mai veramente analizzato perché è sempre così entusiasta di fare sesso con Alessandro, accetta questa sua voglia come naturale. O forse non è proprio così. Forse un pochino ha riflettuto su di sé e i propri desideri.


 


Non avrebbe mai creduto di arrivare a dire una cosa del genere, ma era vero: il suo rapporto con Alessandro si basava principalmente sul sesso. Lui lo sapeva, lei lo sapeva e lo aveva accettato.


Fin dal primo giorno aveva sentito quest'alchimia, quest'incredibile attrazione verso il suo corpo. Sapeva che non si trattava solo di carne, ma che c'era di più: ogni volta che lo facevano lei confermava la proprietà di Alessandro, lo teneva per un attimo ancora legato a sé, per una volta ancora si faceva amare. Solamente in quei momenti Sara era sicura che lui fosse tutto suo, dato che il resto del tempo Alessandro era spesso assorto nei suoi pensieri, se ne andava da lei, si rivestiva di quel lato oscuro e complesso che lei "amava odiare".


Leggeva negli occhi di Alessandro la sua incompletezza; non che non stessero bene insieme, intendiamoci, ma Sara viveva con il timore di non trovarlo più quando tornava a casa. Sapeva che lui le voleva sicuramente molto bene, ma aveva capito che nel momento in cui avesse incontrato una donna da amare, lei sarebbe stata abbandonata.


Odiava rientrare nei canoni della donna insicura in cerca di conferme che non arriveranno mai. Eppure ci rientrava con tutte le scarpe. Anche per questo a volte si costringeva a prendersi i suoi spazi: il suo viaggio in Africa era un esempio. Anni prima si era detta "Sara, non ridurti mai come le altre coppie che finiscono per stare sempre da sole o per avere sporadici amici "della pizzetta"  rigorosamente in coppia." Ora, al pensiero di uscire o di incontrare gli amici storceva il naso. E faceva sesso con Alessandro. Il che ci riporta al problema iniziale.


 


Roberta


 


"Solo così, con un raro deragliamento, si può continuare a vivere"


(V.Viganò, L'ora preferita della sera)


 


"Il più delle volte, mi ritrovo ad essere nell'oscurità del mio stesso desiderio; io non so che cosa vuole, lo stesso bene risulta essere per me un male, tutto si ripercuote, io vivo a sussulti."


(R.Barthes, Notte)


 


 


 


 


CLAUDIA TANCREDI


 


Aspetto


Non ripeto tutte le descrizioni fisiche contenute nella biografia "collage" di Demetrio che per me corrispondono quasi tutte a Claudia. Rispetto al colore degli occhi, per questo personaggio preferisco quelli azzurri a quelli nocciola. Gli occhi azzurri possono essere freddi, taglienti, impenetrabili come lastre di ghiaccio oppure possono divenire limpidi, profondi, morbidi e dolci. Ambiguità di Claudia.


La carnagione è bianca, ma perennemente abbronzata (non si accetta così com'è, cerca costantemente di migliorarsi). 


La immaginavo un po' più "grande", ma 32 anni vanno bene. Potrebbe giustificare una certa inesperienza e sottolineare la distanza dal marito. Fisico atletico, vestiti impeccabili, su misura, sempre adatti all'occasione, scelti con attenzione, sobrietà, mai un eccesso. Spesso sono regali del marito, o sono stati scelti con lui, al cui giudizio si affida molto. E' naturalmente elegante. 


E'affascinante e introversa: non si intuisce facilmente ciò che pensa, impenetrabile com'è. Nelle scelte banali è stranamente insicura, esitante, capricciosa. Trascorre ore nello scegliere i profumi. Ma indossa sempre lo stesso quando crede di avere trovato la fragranza giusta, almeno fino a quando non si riempie di dubbi e cambia idea. Persegue la perfezione. E' esigente con se stessa e con gli altri.


Il suo lavoro è tutto. La gratifica molto, ma mai abbastanza. Vuol essere brava, la più brava. Non è semplice senso del dovere. Claudia è, infatti, una donna solo apparentemente sicura di sé. Vuole sempre di più. Da adolescente voleva, anzi doveva essere la prima della classe. Da studentessa voleva laurearsi il prima possibile. Da dottoressa voleva diventare una cardiologa competente. Ora una specialista brava e rinomata almeno quanto il padre.


Non è competitiva in maniera "cattiva" e non odia il prossimo, la sua gara non è con gli altri. E' con se stessa. Un gara che non conosce tregue.


E' permalosa. Si sente in colpa per avere avuto tanti vantaggi e non perde un'occasione per sottolineare quanti sacrifici ha fatto, comunque, per arrivare dove è arrivata. Per meritare la predestinazione.


Vuole ottenere il consenso e la stima di più persone possibile. Vuole piacere, o meglio, sentire di piacere. Vuole l'approvazione, come una bambina che ha bisogno di essere rassicurata (o di evitare di essere sgridata).


 


Relazioni sentimentali e matrimonio.


E' sentimentalmente "immatura". Paradossalmente non saprebbe dire cosa cerca in un uomo. Inoltre non ha avuto molte esperienze. Se ne è tenuta alla larga. Con Armando, un uomo più grande ed esperto, è stato tutto molto semplice. Un uomo buono, protettivo, disposta a guidarla nelle sue incertezza, impegnato nella sua professione a tal punto da lasciarle vivere la sua condizione di giovane donna in carriera senza malumori. Armando è indulgente e non le riserva certe aspettative di moglie e madre che lei non vuole. E' un amante comprensivo e affettuoso, forse un po' pigro, ma non è un problema per Claudia.


Armando è stato accolto da Claudia per una forma di amore che certo non fa strappare i capelli o gettare nello sconforto o inchiodare all'insonnia. Quest'ultima manifestazione Claudia l'ha conosciuta quando era adolescente, per un ragazzo che neanche la guardava, impegnato com'era a occupare la scuola, a manifestare, a fare il rappresentante di classe, a organizzare collettivi, a collezionare cuori infranti. Poi una sera, durante una festa di compleanno a casa dell'amica Carlotta, lui l'aveva baciata. Solo quella volta. Per orgoglio Claudia avrebbe voluto non desiderarlo, ma più lui passava all'ennesima ragazza, più lei si intestardiva: voleva che lui tornasse, voleva essere l'unica per lui.


Quando finalmente le è passata la cotta, Claudia ha sentenziato che quello non era amore e che, qualunque fosse il suo nome, non faceva per lei. Solo un'inutile distrazione dai suoi obiettivi.


In una circostanza difficile per la sua famiglia incontra Armando. E' avvocato – il suo Studio Legale è uno dei più rinomati e affermati in città – e ha venti anni in più di lei. E' un caro amico del padre di Claudia, la conosce da quando era piccola. Le è molto vicino – umanamene e professionalmente – in un periodo di difficoltà della sua famiglia. Il padre di Claudia – cardiologo, professore universitario e influente dirigente di un Istituto di Ricerca  – è stato indagato ed inseguito imputato per alcuni episodi di corruzione. La sentenza definitiva lo ha prosciolto, ma durante la lunga fase del processo il mondo ovattato e sicuro di Claudia, fatto di rispettabilità, di influenza, di porte aperte, è stato messo a dura prova. Armando ha tenuto insieme i pezzi di quel mondo che si andava sgretolando e le ha offerto la possibilità di entrare nel suo, incrollabile. Era tutto ciò di cui la giovane Claudia – terrorizzata – avesse bisogno in quel momento.


 


Non ha mai tradito il marito, pur avendo provato una fortissima attrazione per un suo collega, che poi è stato trasferito e non si sono più rivisti.


Armando "c'è" e questo le basta. O crede che le basti. Per la prima volta – e contrariamente a ciò che vuole per il suo lavoro – non vuole di più, o crede di non potere volere più da un matrimonio (matrimonio, non uomo). Paterno e benevolo, Armando le consente di essere quella che è. Una donna fragile, in fondo. Forte solo all'esterno, tutta presa dal suo gioco (lavoro) terribilmente importante, ma maldestra negli altri aspetti della vita.


E' nata e vissuta in mondo di certezze e di scelte facili da prendere: si è adeguata al disegno già delineato per lei e ha percorso una strada già tracciata e che le piace e in cui lei si riconosce. Cambiare vita, stile di vita e – ancora di più – esporsi al giudizio degli altri equivarrebbe per lei a morire. Potrebbe morire per rinascere, forse, ma per questa cosa ci vuole molta più forza di volontà che per laurearsi in cardiologia.


 


Poi incontra Alessandro…  


Come quando in una diga si apre una minuscola falla e la forza dell'acqua si serve dell'insignificante punto debole per travolgere e rovesciare l'artificio di cemento che le impedisce il suo decorso naturale.[1] 


Claudia è spiazzata dall'incontro con Alessandro. Alessandro è diverso dagli uomini e dall'ambiente a cui abituata. E' attratta dalla sua passionalità e impulsività, dal modo in cui le manifesta il suo desiderio, ma anche dalla sua complessità e dalle sue inquietudini. Tutte cose che teme, ovviamente. Da tenere a bada. Ma ne sente il richiamo, le desidera. Si scopre diversa, contro la sua stessa volontà.


Eppure la forza vitale che l'incontro genera e che Claudia sente agitarsi dentro non è un motivo sufficiente per lasciare Armando. Anzi non è affatto un motivo di cambiamento. E' come giocare ad un'altra vita, ad essere un'altra Claudia, liberamente, e a tornare in sé, tutte le volte che vuole. Claudia non ha strumenti per vivere senza calcolare, soppesare, meditare. Può scegliere solo ciò che dura e che dà certezze e approvazione sociale. Armando e il suo matrimonio sono cose che durano. L'ebbrezza di Alessandro e del tradimento, un comportamento prima ritenuto riprovevole, oltre che un dispendio di energie inutili, sono "notti" dell'anima che non vuole riconoscere e che non può ammettere alla luce del sole. Neanche a se stessa.


La pacatezza del rapporto con suo marito, o meglio, la buona educazione del loro rapporto la mette al riparo, invece, da qualsiasi turbamento, le dona pace.


 


Anatomia di un incontro


"Nessuno hai mai compreso il profumo della magnolia scura del tuo ventre".[2] E' un verso letto da Alessandro in un libro di poesie di F. Garcia Lorca, regalo da parte di Marco. La poesia si intitola L'amore all'improvviso.


Alessandro si presenta così a Claudia, quando si conoscono. Quando i due scelgono una fragranza nel cui bouquet predomina la nota della magnolia, Alessandro finge (è una delle sue tattiche seduttive: la poesia funziona sempre con le donne) di ricordare in quel momento il verso di Garcia Lorca. Claudia ne rimane colpita e si sorprenderà nell'andare ad acquistare una raccolta di versi del poeta in una libreria vicino l'ospedale.


(Ho controllato: nella preziosa scheda olfattiva elaborata da Giovanna, c'è la magnolia in riferimento a Claudia).


Alessandro si presenta così a Claudia, come l'unico che può comprenderla nel profondo. E cioè, secondo Alessandro, sessualmente. Il verso poetico è eloquente, Alessandro lo cita metaforicamente, ma lo intende alla lettera. 


Claudia è spiazzata da quest'incontro. Non è un'attrazione come un'altra.


Forse, prima o poi capita a tutti di incontrare "lui", uno come Alessandro, cioè colui/colei che ci vuole in un modo sfacciato eppure liberatorio, colui/colei che sentiamo, ci potrebbe finalmente far parlare la lingua muta che serbiamo. Colui che ci illude di avere visto ciò che gli altri non sanno vedere in noi, di averci compreso per ciò che di essenziale e di nascosto c'è in noi. E che mette in discussione i nostri valori e punti fermi, tutto quello che crediamo giusto per noi, che rappresenta il bene. E che non c'entra niente con il nostro ambiente, i nostri ideali, i nostri film e letture … insomma è un'assurdità, di cui non ci capacitiamo, ma può succedere. E diventa un malebene inspiegabile


All'inizio per Claudia è tutto un gioco di curiosità. Ma poi Alessandro non riesce ad avere rapporti con lei. E' come se non mantenesse la promessa. Claudia non sa cosa pensare, forse è colpa sua, è così seduttiva per gioco che non riesce ad esserlo ora, all'atto pratico? Oppure Alessandro non la desidera abbastanza. E Sara? Cosa ha questa Sara più di lei? Comunque lei si sente sempre più legata e attratta da quest'uomo tormentato dai suoi sentimenti e dai suoi desideri contrastanti. E si sente una stupida per questo. Alessandro la fa sentire fragile, dipendente. La sua inquietudine si lega a doppio filo con quella di lui. Ma non cederà, non definitivamente. A meno che non smetta un giorno di cercare la cura.


 


Rapporti con i genitori. E' solo un'integrazione e una piccola differenziazione rispetto alla biografia -collage. Mi interessa sottolineare il rapporto "caldo" con il padre e quello "freddo" con la madre.    


La madre è rigida e non molto presente. Anche un po' gelosa delle attenzioni che suo marito dedica alla figlia e che lei giudica "morbose".


Il padre è affettuoso, ma esigente. Nonostante la severità, Claudia sa che potrebbe ottenere qualsiasi cosa da lui. Ha un debole per lei.  


 








[1] Ehm…scusate, mi sono fatta prendere la mano!



[2] Non ricordo se il verso dice esattamente così, l'ho letto venerdì per caso – mentre facevo finta di fare gli esercizi di regia – in un libro di poesie di Garcia Lorca lasciato da qualcuno su una mensola del Detour. Spero di ritrovarcelo.


 


 Brunella


 


 


 


 


ARMANDO BRUNA 


50 anni, alto 1,85, robusto, capelli ricci ingrigiti, occhi azzurri, occhiali da vista ovali color argento. Medico pediatra. Ama il suo lavoro, i bambini, il sigaro, il vino, la buona cucina, il jazz, la musica di Paolo Conte, le giacche ed i maglioni a collo alto d'inverno, i completi di lino d'estate. Anche se ha radici partenopee, è una persona discreta e silenziosa. Apparentemente formale ed introverso, sa essere socievole e gioviale con chi conquista la sua fiducia ed attenzione (impresa non semplice). È molto diplomatico e raramente perde le staffe. Curioso, buon ascoltatore, riflessivo, intelligente, determinato, padrone di sé e della propria realtà. Nato e cresciuto a Pomigliano D'Arco, a pochi chilometri da Napoli. Ultimo di quattro figli di una famiglia di artigiani (il padre è un corniciaio molto apprezzato) non ricca, ma sufficientemente benestante. La famiglia Bruna lavora sodo e cerca di non farsi mancare niente. Il padre e la madre di Armando trasmettono ai figli il senso ed il valore della famiglia. Armando ed i suoi fratelli non hanno mai visto suo padre alzare le mani su sua madre, né hanno mai assistito ad una scenata o litigata tra di loro. Aleggia un rispetto ed un senso di responsabilità inculcato con rigore, ma sincero. I genitori gli avevano fatto comprendere quanto la famiglia fosse preziosa ed importante: una fortezza ed un rifugio, e cosa significasse contare l'uno per l'altro, darsi reciproco aiuto. In casa, tra fratelli, non era assolutamente permesso alzare la voce o litigare. Fino a quando non aveva cominciato a frequentare gli altri bambini e ad entrare in nuclei diversi dai suoi, Armando era convinto che tutte le famiglie del mondo fossero come la sua. Invece, sbalordito, si era accorto che i suoi amici avevano un modo di trattare il padre, la madre, i fratelli o le sorelle diverso: erano maleducati, sembravano odiarsi, o peggio, essere indifferenti l'uno all'altro. Cresce in maniera spensierata, dividendosi tra casa, scuola e fabbrichetta di famiglia: sin da piccolo comincia ad aiutare il padre ed i suoi fratelli. Avverte presto dentro di sé che quella non è la sua strada: a scuola è un alunno brillante e gli insegnanti si impuntano perché il giovane si iscriva al liceo scientifico, avendo notato in lui una naturale predisposizione ed attitudine per la matematica e la scienza. I genitori (soprattutto il padre) è contrariato: perché investire negli studi quando Armando potrebbe costruirsi un futuro più solido e sicuro con lui…Il ragazzo non approva: il suo temperamento, forte e determinato, si fa largo presto fuori, in mezzo agli altri. Ama suo padre più di qualunque cosa al mondo, ama il suo senso di responsabilità, il suo rigore, il suo essere capofamiglia, i sacrifici che fa, ma lui desidera una vita diversa. Ciò che gli ha insegnato lo porterà sempre dentro di sé e non lo perderà mai, ma vuole che produca gli stessi frutti in un terreno nuovo. Al termine di una lunga e dolorosa discussione, riesce a raggiungere un compromesso. Frequenterà il liceo, ma continuerà ad aiutarlo al lavoro. Armando affronta i suoi studi con entusiasmo e la volontà di dimostrare il suo valore. È un bel giovane, e l'altro sesso comincia presto a notarlo. Lui ci gira intorno, ed inizia a scoprire le donne…le trova volubili, un po' troppo civettuole e ci gioca senza impegno, cercando sempre di vedere dentro i loro occhi, ma non vi trova nulla. Invece, gli occhi dei bambini sono degli scrigni preziosissimi…tutto è puro ed innocente in essi, anche la cattiveria…Armando entra subito nel loro mondo e ne conquista sempre la fiducia e la complicità. Li adora. Se un giorno avesse messo su famiglia, avrebbe voluto tanti figli, almeno tre: la loro allegria era il rumore più piacevole di cui avesse voluto circondarsi. Un pomeriggio, durante l'ultimo anno di liceo, aveva accompagnato la madre in ospedale per dei controlli, e si era imbattuto in un gruppetto di clown. Incuriosito, aveva chiesto ad un'infermiera se qualcuno di un circo avesse avuto un incidente. La donna gli aveva spiegato che quelli erano gli angeli dei bambini…Andavano nei reparti dove i piccoli malati erano costretti a stare per lunghi periodi rinchiusi o bloccati a letto, e ci giocavano, li facevano ridere e scherzare. Armando ne è colpito. Si fa dare dall'infermiera un paio di indirizzi, si informa, ed entra a far parte di un'associazione di "angeli": diventa un clown, cominciando a frequentare l'ospedale, trascorrendoci un paio d'ore ogni domenica pomeriggio. Il contatto con quell'ambiente gli fa nascere e crescere il desiderio di soccorrere i bambini in maniera più completa: sarà medico, si occuperà di loro. Termina brillantemente il liceo, e di fronte agli apprezzamenti dei suoi professori ed alla ferma volontà del figlio, il padre non può far altro che lasciarlo andare. Armando si iscrive alla facoltà di medicina, a Napoli. Si specializza in Pediatria e, in seguito, entra all'Ospedale del Bambin Gesù di Roma, dove si stabilisce.


 

Con Claudia

È  sposato con Claudia da 6 anni. Prima di incontrala, Armando si era preso i suoi piaceri, ma era giunto alla soglia dei 50anni avendo abbandonato l'idea di costruirsi una famiglia. L'esempio che si portava dentro sin dall'infanzia non gli permetteva di essere leggero: la sua famiglia era stata un piccolo miracolo ed i miracoli non si possono riprodurre. Non era riuscito a compierne uno. Aveva voglia soltanto di una donna in cui starci bene dentro (anche questo era in realtà un piccolo miracolo) e dividere con lei gli anni che gli restavano. Conosce Claudia ad una cena di lavoro. Un giovane medico romano, molto attraente, ma senza nessuna "posa" o "affettazione" e con uno sguardo limpido, come quello dei bambini…Vi ci vedeva non solo la dolcezza, ma anche il sospetto, ed una certa irrequietezza. Era soprannominata "Miss Mafia", per via del fatto che fosse la figlia di un luminare della cardiologia romana e che avesse raggiunto la posizione che occupava grazie al baronaggio di suo padre. Un collega glielo aveva sussurrato nell'orecchio al tavolo, avendo notato lo sguardo concentrato di Armando posarsi su di lei. Armando era ancora più curioso di conoscerla. Approfitta di un vuoto di compagnia e la raggiunge al banco del buffet: Claudia si sta facendo versare del vino; è visibilmente annoiata. Armando si presenta: ha in mano il suo inseparabile sigaro ancora spento. "Salve Miss Mafia, visto che si sta annoiando quanto me e che il vino che sta assaggiando è pessimo, le va di accompagnarmi fuori di qui a bere qualcosa? Si fidi, sono un pediatra". Claudia lo guarda tra il riso e la collera, lo squadra dall'alto in basso, gli prende il sigaro serrato nelle dita e lo getta nel cestino poco distante. "Un pediatra non può fumare sigari. Mi sta mentendo. Dove andiamo?".  "A casa. Il buon vino lo consumo solo nella mia intimità". Claudia gli sorride, con uno sguardo da sfida. I due escono. Armando ha stappato la bottiglia migliore e riempie di domande la sua sconosciuta. La scopre in una notte. In una notte soltanto ne coglie la dolcezza e la fragilità, l'intelligenza e la forza, la passione e la tenacia per la sua professione, e soprattutto l'inquietudine. Claudia sembra distante da tutto, anche da se stessa. Quella notte capisce che quella giovane donna diventerà la compagna della sua vita. Dopo 1 anno si sposano. Verso di lei ha sempre conservato un atteggiamento "paterno": la vede nel suo chiaroscuro, e riesce a scorgerne il profondo ed insondabile mistero. Claudia se ne accorge, sa che Armando è il suo complice, il complice di se stessa; nessun altro potrebbe farlo e si sente al sicuro con lui. Non c'è bisogno nemmeno di parlare tanto, a volte. Basta che si guardino per comprendersi. Sono amanti inquieti ed appagati e lui riesce sempre a provocarle orgasmi violenti e forti. Si lasciano i loro spazi, senza farsi domande, forzando anche il loro bisogno di chiarezza. L'inquietudine di Claudia non rende insicuro Armando. Con il trascorrere degli anni riconoscerà dei segnali di estrema tensione in lei, ma non interverrà se non marcando in maniera ancora più chiara la sua presenza, la sua complicità: se si comportasse diversamente la perderebbe, e lui non vuole perdere il fondo di quegli occhi…Nessun tradimento di Claudia potrebbe provocargli dolore più grande di  quello di non essere più il custode della sua inquietudine e di se stessa: l'unico modo di possederla veramente.


 


13/02/05


Maria Cera 



 


 


MARCO


(Emanuele)


premessa


ciao demetrio.Questo maledetto Marco mi sta facendo impazzire.Volevo sapere cosa ne pensavi di un fratello minore, tipo Muccino, che vive parallelamente la stessa storia del fratello.La figura di Marco non sarebbe più quella di una guida o di un grillo parlante ma,la dimostrazione che non c'è un'età in cui l'amore abbia una valenza positiva e sia di facile interpretazione.I due si incontrano sul divano di casa loro quando Alessandro ritorna a casa dopo aver lasciato Sara.La ragazza che A. incontra sull'autobus è la ragazza di Marco.I due,scazzatissimi,seduti sul divano guardano la tele fumando uno spinnello.Nel loro dialogo regnano le pause di silenzio,riempite dal rumore della tele.Non si consigliano.Parlano di come l'amore è una presa per il culo.


Fammi sapere se questo ti interessa perchè a me come idea non sembra tanto male…


 


vado a fumare


 


biografia


Marco, maglietta dell'Olanda, tuta felpata, capelli completamente spettinati, scalzo, si aggira per la casa canticchiando una canzone dei cccp. Marco ha 20 anni vive a Corso Francia con i genitori e il suo cane. Suona la tromba,va all'università ma non è che gli piaccia tanto. La sera lavora portando le pizze a domicilio. Sta da 3 anni con Valentina che ha 18 anni e sta finendo il liceo scientifico. Valentina lo adora e il rapporto tra i due è molto simile a quello che c'è tra Alessandro e Sara. Infatti anche Marco incontrerà una ragazza, Alicia,una sera consegnando le pizze ad una festa. Alicia rivoluzionerà la testa di Marco che già di suo è uno sconvolto. Spericolato su ogni mezzo, fanatico anche lui di Otis Redding, passione passatagli da Alessandro. A. se n'è andato di casa quando Marco aveva 7anni ma, essendo stato lasciato varie volte, tornava spesso a casa per lunghi periodi. I due si incontrano sul grosso divano beige del salotto. 90esimo minuto fa da colonna sonora al loro dialogo


Nessuno consiglia l'altro, si raccontano l'impossibilità di amare, l'utopia di amare, con un tono sarcastico. Attraverso la storia di Marco, Alessandro capisce di amare Claudia. Il divano diventa il loro luogo di incontro. Le loro visioni dell'amore si assomigliano parecchio nonostante la differenza di età – questo per far capire che l'amore ad ogni età è una fregatura. I due nonostante tutto vogliono ancora crederci


 



 Emanuele


 


 

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