Biografilm 2025 – Kontinental ’25. Incontro con Radu Jude
Dopo il passaggio alla Berlinale 75, l’autore rumeno di Kontinental ’25 e Sesso sfortunato o follie porno, raggiunge il festival bolognese per il Celebration of Lives Award 2025

In occasione della 21° edizione di Biografilm, abbiamo partecipato all’incontro con il noto regista rumeno Radu Jude, che ha raggiunto il festival bolognese in occasione del Celebration of Lives Award 2025. A breve distanza dall’anteprima mondiale di Kontinental ’25 alla 75ª edizione della Berlinale, Jude incontra la critica e alcuni dei suoi spettatori. Ecco il nostro resoconto.
Interrogato circa il ruolo dei social dentro e oltre il suo cinema, Jude dice che: “Molti parlano di una crisi del cinema. Crisi rispetto alla quale noi autori dovremmo far fronte sfruttando nuovi linguaggi e immaginari, come appunto quello dei social, pur trovandoci in grande confusione. Anche se poi questa crisi ai è rivelata concreta e al tempo invisibile, mutando nel corso degli anni e coinvolgendo non soltanto il cinema, ma anche molte altre arti. Si è parlato di crisi rispetto al muto, per esempio. Si è detto lo stesso dei libri e così del passaggio dal bianco e nero, al cinema a colori. Adesso si dice lo stesso di questo nuovo cinema in dialogo con altre arti e linguaggi. Io non sono pessimista rispetto all’influenza dei social. Ci permettono di spettegolare è vero e di dar vita ad un numero potenzialmente infinito di fake news e cattivi consigli, tutti aspetti negativi chiaramente. Eppure ci permettono anche di informarci e avere un’altra visione sul mondo e le persone che lo abitano”.
Continua sull’influenza del virtuale: “D’altronde guardiamoci attorno. Tutte queste persone che su Instagram o X pubblicano incessantemente storie e post circa il mondo che hanno attorno. Per quanto mi riguarda il confine è sempre più labile. Cos’è che resta e si trascina del cinema? Cos’è che rivive del cinema in quegli immaginari social? Forse tutto, forse niente. Eppure possiamo sempre e comunque parlare di cinema in dialogo con altre forme e linguaggi. Sono comunque schermi giusto? Non sono quelli cinematografici, ma restano pur sempre degli schermi. Tornando invece alla questione dei social. In tutta sincerità trovo sconcertante che qualcuno stia intrattenendo conversazioni con queste nuove forme di intelligenza artificiale. Io ne intrattengo moltissime, ma sempre e soltanto con una persona reale, un individuo insomma, che conosco, oppure che non conosco affatto. Utilizzo molto Meet, Zoom, ma anche Facebook. Quindi in definitiva sono sicuro di essere un tipo da social media. Sarei molto più solo, se non avessi questa enorme possibilità di connessione ovunque e sempre”.
Sulle problematiche della Romania, Jude rivela: “Sul fare cinema nel mio paese posso dire questo. Senz’altro parliamo di una nazione piena di contraddizioni. Accadono grandi cose, ma è come se non ce ne rendessimo mai conto appieno, soltanto a metà. Poi accadono altre cose, meno discusse, che hanno a che fare con qualcosa di più estremo o comunque tollerabile. Qualcosa che dialoga immediatamente con la sfera sociale e politica del nostro mondo e che vede l’arte sempre più distante. La società rumena non è stabile, va detto chiaramente. È sempre sull’orlo del baratro. A volte succedono cose positive, ma poi succedono anche cose negative. E questo crea uno sbilanciamento davvero destabilizzante. Non è semplice fare cinema in un paese come il mio, eppure non sono il solo a provarci per fortuna”.
Riflettendo poi sulle questioni autoriali e lo stato attuale della cinematografia rumena, l’autore di Sesso sfortunato o follie porno, Do Not Expect Too Much from the End of the World e Kontinental ’25 dice: “Penso che il problema sia il desiderio di creare stimoli davvero rilevanti e non rapidi fenomeni d’intrattenimento. Quindi lavorare a qualcosa che resti nella memoria di chi guarda e non qualcosa di passeggero, se non addirittura dimenticabile. Beh, guardando al panorama cinematografico che mi appartiene, quello rumeno dunque, penso di poter dire questo. Chi promuove realmente la diversità, ad essere sinceri non appartiene al genere maschile e le autrici donne al momento sono tra le più interessanti. Chiaramente poi ci sono i giovani autori e la lista qui sarebbe lunga. Il cinema rumeno è vivo, questo senz’altro. Io di me stesso dico questo: Non mi considero un grande autore. Mi considero un autore, ed è abbastanza”.
Kontinental ’25 raggiungerà probabilmente le sale cinematografiche italiane nel corso della stagione autunnale, distribuito da I Wonder Pictures.