#Biografilm2020 – La Nostra Strada, di Pierfrancesco Li Donni

Dopo il passaggio di ottobre ad Alice nella città, il documentario di Li Donni sull’abbandono scolastico sarà visibile domani sera per l’edizione online del Biografilm Festival

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A Palermo, il quartiere della Zisa è tra i luoghi di periferia con il più alto tasso di criminalità. Qui, dove vivono famiglie numerose, i genitori pensano a tirare avanti con il lavoro e i figli adolescenti combattono tra sogno e disillusione.
Il documentario La Nostra Strada di Pierfrancesco Li Donni, in concorso al 16° Biografilm Festival, è una sorta di racconto di formazione sull’abbandono scolastico, durante una fase della crescita piuttosto delicata, che designa la fine di un percorso e l’inizio di un altro. Si tratta di una storia lunga un anno, durante il quale i ragazzi vivono la loro adolescenza, sullo sfondo della Palermo attuale – dove, più in alto dei campi e delle stalle, compaiono tanti condomini dai balconi ammassati e ancora divampano i fuochi del vecchio rituale, illegale ma tollerato, dedicato a Santo Stefano.
Oltre gli spazi sconfinati di una città, in cui rimane difficile trovare punti di riferimento, si celano i problemi e le differenze di classe degli abitanti delle periferie.
Qui però non si parla di mafia o di criminalità, ma piuttosto di come tutto questo finisce per condizionare il futuro di chi entra a far parte del mondo degli adulti.
Daniel, Morena, Desirèe e Simone, come i loro coetanei, proseguono con gli studi per concludere le scuole medie e allo stesso tempo s’interrogano sul futuro. Con loro c’è il professor Mannara, che di giorno in giorno sprona i ragazzi ad inseguire i propri sogni, integrando con il programma scolastico dei buoni consigli su come affrontare la vita.
C’è chi fa l’elettricista ma sogna di diventare dj, chi vorrebbe fare la professoressa e chi lavora per mantenere l’azienda agricola di famiglia. La scuola per ora è un punto fermo, ma una volta finita che ne sarà di loro?

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Non possiamo pensare ai sogni, dobbiamo pensare ai soldi.

Li Donni si concentra proprio su questo punto: sullo smarrimento di una generazione costretta a crescere troppo in fretta, senza avere neanche il tempo di coltivare le proprie passioni. E ce lo racconta attraverso immagini semplici ma efficaci – seguendo i ragazzi nei momenti trascorsi sia in compagnia che in solitudine con cui, sin da subito, riusciamo ad entrare in sintonia.
Il film si divide in due parti: nella prima assistiamo alle lezioni scolastiche, ai momenti di riflessione e al rapporto che i ragazzi instaurano con il professor Mannara. Nella seconda parte, invece, ci ritroviamo catapultati nell’anno successivo.
Fa un certo effetto vedere i ragazzi cambiati in così poco tempo: alcuni hanno scelto di proseguire con gli studi, altri hanno abbandonato i banchi di scuola per destreggiarsi nel mondo del lavoro.
Senza istruzione il quartiere prende il sopravvento, così i ragazzi imparano a comportarsi secondo le regole del luogo in cui crescono. Spesso si parla di quanto sia importante il diritto all’istruzione ma senza rendersi conto che, a volte, può essere il contesto a scegliere per i ragazzi, che non vedono alternative al di fuori del lavoro.
Questo meccanismo è un cane che si morde la coda, poiché i genitori sono a loro volta dei ragazzi cresciuti troppo in fretta, costretti a lavorare sin da giovanissimi per mantenere la famiglia. I protagonisti di La Nostra Strada non sono altro che vittime di un sistema ciclico, che nella maggior parte delle volte non permette di crescere come si vorrebbe: seguendo i propri sogni.

 

Regia: Pierfrancesco Li Donni
Durata: 70′
Origine: Italia, 2019

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.7

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
2.5 (2 voti)
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