"Birthday Girl" di Jez Butterworth
Incerto tra thriller e commedia sociale, il film di Butterworth è un ibrido malforme che trae dalla mescolanza un inquietante senso di indeterminatezza.
Sospeso in un limbo tematico e formale che vacilla tra gli stilemi della commedia sociale inglese (con le sue villette a schiera e la sua working class medio borghese perennemente insoddisfatta) e gli echi del peggior thriller d’oltreoceano (con i suoi personaggi a tutto tondo e le sue situazioni stereotipate), il secondo lungometraggio di Butterworth è un ibrido decisamente malforme, che dalla mescolanza non trae altro che un inquietante senso di fragilità e indeterminatezza. Totalmente incentrato sulla figura di Nicole Kidman, che dopo “Eyes Wide Shut” è stata eretta a seducente icona dell’ambiguità e prontamente promossa a statuto di creatura mitica, metà natura e metà artificio, il film di Butterworth si nutre di questa imbarazzante polarizzazione, che inghiotte ogni altro elemento di ‘disturbo’ (compresa la trama) e rende la pellicola l’ennesimo emblema di un cinema ingenuamente autoreferenziale e autocelebrativo, che ha la sua ragion d’essere nel puro istinto voyeuristico (destinato oltretutto ad essere deluso). In questo contesto, tutto perde consistenza e svanisce: dietro il cono di luce proiettato dall’astro-Kidman, anche la straordinaria coppia Vincent Cassel/Mathieu Kassovitz risulta insignificante, un semplice diversivo drammaturgico pronto a farsi inglobare ad ogni accenno della diva, mentre il personaggio di Ben Chaplin (che nel corso del film non subisce alcuna evoluzione) appare addirittura ingombrante, mummificato nel ruolo dell’imbranato, colto senza vita mentre arde di un’improbabile passione, muta nei gesti oltre che nelle parole. Proteso a inquadrare la banalità di incontri tra corpi estranei che restano tali e a registrare tutto ciò che di ovvio e di manifesto si frappone fra essi, il regista non riesce a filmare l’invisibilità dei sentimenti, a raccontarci l’incanto, la magia e il sogno di frammenti amorosi abortiti fin dalla nascita. Invisibilità e assenza, quindi, ma anche estraneità e distacco da una materia che il regista dimostra di non voler conoscere e che palesa, anche attraverso l’internazionalismo del suo cast, i segni della sua profonda inadeguatezza. Titolo originale: Birthday girl
Regia: Jez Butterworth
Sceneggiatura: Jez Butterworth e Tom Butterworth
Fotografia: Oliver Stapleton
Montaggio:Christopher Tellefsen
Musica: Stephen Warbeck
Scenografia: Hugh Luczyc-Wyhowsk
Costumi: Phoebe de Gaye
Interpreti: Ben Chaplin (John), Nicole Kidman (Nadia), Vincent Cassel (Yuri), Mathieu Kassovitz (Alexei), Stephen Mangan (Direttore della banca), Kate Evans (Clare).
Produzione: Eric Abraham, Steve Butterworth, Diana Phillips
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 93'
Origine: Gran Bretagna, 2001