Blacklight, di Mark Williams

Un action-thriller di buona fattura, sommario nell’indagine critica di fondo ma capace di trovare un passo diverso ogni volta che ragiona sull’eroismo (stra)ordinario di Liam Neeson. Su Sky Go e NOW

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Poche star hollywoodiane come Liam Neeson hanno la capacità di definire, con il proprio carisma, l’essenza stessa delle storie di cui sono protagoniste. Nel corso degli ultimi 15 anni, cioè a partire dall’inaspettato trionfo di Io vi troverò, tutte le produzioni hanno dovuto fare i conti con l’evoluzione alla base dell’immagine divistica dell’attore, sempre più centrale nelle dinamiche rappresentative dei singoli film, cuciti ormai indissolubilmente sulla sua figura iconografica. E in tal senso, è possibile vedere Blacklight quale punto di congiuntura delle tensioni che hanno attraversato la sua parabola action, e insieme come apice (auto)riflessivo di un percorso divistico mai scontato o impermeabile alla variazione.

Il personaggio a cui Liam Neeson dà vita in Blacklight mostra sin da subito le connessioni con le sue interpretazioni passate. Travis Block, infatti, non è un agente FBI come gli altri: il suo mestiere è quello di agire nell’ombra, per salvare di volta in volta gli agenti infiltrati che rischiano di far saltare le proprie coperture. Ma le manipolazioni/inganni a cui il Bureau sottopone i suoi agenti, lo portano a scontrarsi con un conflitto intestino: sorvolare sui crimini dell’agenzia a cui ha votato la sua esistenza, oppure scandagliare la realtà e gettare finalmente luce su una verità sporca e corrotta. E in linea con gli onorevoli “eroi” di L’uomo sul treno e The Silent Man, Travis è tanto straordinario nell’affrontare una corporazione più grande e potente di lui, quanto ordinario nelle sue fragilità domestiche. Seppur Blacklight sia propriamente superficiale e sommario nel disvelamento critico della “corruzione sistemica” in seno al paese, è nel momento in cui ragiona sulla sua star, ovvero sui codici divistici che ne formano l’immagine, che il film trova la sua reale dimensione. Poche volte vediamo un Neeson così vulnerabile e umano, pronto a tutto pur di salvaguardare la propria famiglia (appunto, Io vi troverò) mostrando nel contempo una sincerità emotiva spiazzante. Forse, allora, il senso del racconto sta tutto qui: non più nelle convenzionali atmosfere da action politico, ma nel calore delle carezze di Travis alla piccola nipote. Nell’essenza di un eroe, insomma, propriamente (stra)ordinario.

Titolo originale: id.
Regia: Mark Williams
Interpreti: Liam Neeson, Emmy Raver-Lampman, Taylor John Smith, Aidan Quinn, Tim Draxl, Claire Van Der Boom, Michael M. Foster, Yesse Spence, Gabriella Sengos, Melanie Jarnson, Caroline Brazer, Georgia Flood, Zac Lemons, Andrew Shaw
Distribuzione: Sky, NOW
Durata: 104′
Origine: USA, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
Sending
Il voto dei lettori
2 (1 voto)
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