Blog DIGIMON(DI) – Vedo, dunque filmo… La vita/cinema dopo i Google Glass


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Non sono tanto le applicazioni del cinema porno degli occhiali di Google ad essere interessanti, anche se certo un buon regista potrebbe sfruttare al meglio i due “veri” punti di vista che si possono utilizzare. Viene da pensare – vedendo questo scherzoso video – che persino l’atto sessuale diventi multitasking, tra il filmare, guardare le informazioni in rete, e l’azione pura dell’atto….

Quello che invece colpisce maggiormente, almeno nella prova che ha fatto il giornalista Federico Rampini, è questa frase:

Uno degli usi più ovvii di Google Glass, e uno dei suoi punti di forza, è come sostituto di ogni videocamera compresa quella dello smartphone. Il vantaggio c’è. Non devo fermarmi a prendere un gadget, fissare l’immagine, e quindi distrarmi da quel che sto facendo. No, l’attività del filmare diventa un prolungamento naturale, spontaneo della mia visione

Ovvero: vedo e filmoNon ci sta più uno scarto, di tempo, gesto, azione, tra l’atto del vedere e l’atto del filmare.

Non so se i Google Glass diventeranno l’iPhone dei prossimi anni o se saranno rifiutati dal mercato, ma indubbiamente, al di là di tutte le implicazioni possibili (distrazione, sguardo doppio, iperconnessione, ecc…) l’idea di filmare la “pura visione” (si fa per dire), é qualcosa che potrebbe cambiare radicalmente (definitivamente ) l’idea stessa del fare cinema.

Se dai tempi della caméra-stylo di Alexandre Astruc  si è andati via via verso una miniaturizzazione delle “macchine per filmare”, queste sono sempre stati dispositivi che implicavano una distanza – seppur minima – dal “gesto del guardare” . Dal clic siamo passati a un leggerissimo touch, ma qui parliamo di filmare con un battito di ciglia!

Improvvisamente ci scopriamo in grado di filmare tutto “con lo sguardo”.… Altro che cine-occhio, ora possiamo filmare a mani libere ogni attimo della nostra vita, dal “primo bacio”, alla nascita dei nostri figli (e volendo si potrà filmare l’intera “esperienza di vita” mettendo i Glass ai neonati…), fino magari anche alla nostra morte… Se Robert Kapa riprendeva la morte sul campo con la sua macchinetta fotografica, i Google Glass possono raccontarci persino l’ultimo sguardo di qualcuno che muore… e poi dopo che siamo morti, la “macchina che vede” continuerà a filmare, finché qualcuno non sfiorerà l’occhiale, spegnendolo, estremo gesto finale insieme al chiudere le palpebre ai defunti. Amen.

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