"Bloodline", di Edo Tagliavini


L’esordiente Edo Tagliavini dimostra di conoscere bene il glorioso passato del nostro cinema di genere: Bloodline infatti pesca a piene mani da un immaginario già noto, ma lo fa con passione e sincerità, senza pretenziose derive cinefile o altezzosità. Riuscendo così a far passare in secondo piano difetti e approssimazione di messa in scena

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Ci si ritrova sempre più persi, in mezzo al florido sottobosco delle produzioni indipendenti italiane: soprattutto quando si parla di horror, tanti sono stati i titoli (distribuiti e non) e i registi emersi negli ultimi anni. E’ la cosiddetta democrazia del mezzo nell’era del digitale, che – con i suoi pro e i suoi contro – ha permesso a una schiera di appassionati di poter passare dall’altra parte della barricata, e cioè dietro la macchina da presa. Una volta erano in pochi a giocare la carta dell’indipendenza, l’HD era ancora un miraggio lontano e loro si chiamavano Ivan Zuccon, Roger Fratter e il prematuramente scomparso Fabio Salerno (Notte profonda), solo per citarne alcuni tra i più famosi. Oggi sono molti di più, animano i tantissimi festival sparsi lungo tutta la penisola e, per i più fortunati di loro, si arriva infine alla tanto agognata distribuzione in sala: come nel caso di questo Bloodline, diretto dall’ex campione italiano di skateboard Edo Tagliavini e presentato al Ravenna Nightmare Fest già nel 2010. Come molti dei suoi giovani colleghi, Tagliavini pesca a piene mani da un immaginario horror ben consolidato: qui troviamo un serial killer (chiamato “Il Chirurgo”) che estrapola organi alle sue vittime per rigenerare cadaveri, nei pressi del set di un film porno dove due documentaristi si ritroveranno alle prese anche con famelici morti viventi e fantasmi di un passato traumatico. Insomma, ce n’è per tutti i gusti: Tagliavini gioca di accumulo, dimostrando una libertà creativa che a tratti sembra ricordare il glorioso passato del nostro cinema di genere. Complice probabilmente la collaborazione di Antonio Tentori alla sceneggiatura, Bloodline si muove con destrezza all’interno di un universo del quale sembra conoscere bene ogni singolo elemento caratteristico, fagocitando con passione e umiltà la lezione dei grandi artigiani del settore. Senza eccessive derive cinefile e senza altezzosità: a differenza di altri prodotti simili (l’indifendibile In the market di Lorenzo Lombardi), Tagliavini ha il pregio di non perdersi in chiacchiere, evitando di dover giustificare una mattanza finale facendola precedere da inutili lungaggini; piuttosto, dimostra un discreto senso del ritmo, nonostante alcune approssimazioni di messa in scena e un citazionismo visivo troppo sbandierato (a metà strada tra i flash à la Balaguerò e i fantasmi di Ju-On: The Grudge). In più, ovviamente, tutti i difetti tipici di una produzione a basso costo: recitazione e dialoghi non raggiungono la sufficienza minima richiesta e l’ironia non sempre centra il bersaglio, ma allo stesso tempo c’è da riconoscere come, in controluce, riescano comunque ad emergere idee e una visione compatta del genere. Idee non sempre ben sviluppate, è vero, ma almeno ci sono e non è poco: non siamo certo dalle parti di un Lorenzo Bianchini (i suoi Lidris cuadrade di tre e Custodes Bestiae rimangono i migliori prodotti indipendenti degli ultimi anni), ma per fortuna neanche di quelle del già citato Lombardi, o di un La notte del mio primo amore. Preferiamo quindi manifestare una sorta di clemenza nei confronti di Bloodline, attendendo con simpatia e curiosità Tagliavini alla difficile prova dell’opera seconda, nella speranza ovviamente di non rimanere delusi (come accaduto invece con Gabriele Albanesi e il suo mediocre  Ubaldo Terzani Horror Show, dopo il piacevole esordio con Il bosco fuori). Tra gli interpreti, da segnalare la presenza dell’ex pornostar Francesco Malcolm, mentre gli effetti speciali di Sergio Stivaletti e le musiche di Claudio Simonetti (che in alcuni momenti sembra riciclare un pezzo da La terza madre), come loro solito, riescono a garantire l’interesse dei fan.

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Regia: Edo Tagliavini

Interpreti: Monica Citarda, Francesca Faiella, Marco Benevento, Paolo Ricci, Fabio Rizzuto, Virgilio Olivari, Valentina Del Rio, Elena Ravaioli, Bruno Valente, Francesco Malcom

Origine: Italia, 2010

Distribuzione: Distribuzione Indipendente

Durata: 90′

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    2 commenti

    • Interessanti i primi 5 minuti di prologo in stile slasher tra i boschi con movimenti di macchina e montaggio frenetici poi…. IL NULLA! Per un'ora non capita assolutamente niente, carina ed originale la situazione del set del film porno che potrebbe dare un qualche pretesto per tenere sveglio lo spettatore , magari mostrando qualche centimetro di pelle…invece tutto e' estremamente edulcorato e non si vede una tetta neanche per sbaglio. Se l'intento di questa lunghissima parte centrale e' allora quello di caratterizzare meglio i personaggi o far crescere la suspense…be', si fallisce miseramente anche in quello. Personaggi assolutamente mal caratterizzati, storia inesistente, insomma la noia regna sovrana.Forse si voleva solo allungare il brodo. Nell'ultima mezzo'ora siamo proiettati in un guazzabuglio incomprensibile di zombi, fantasmi (con conseguente risibile "possessione"), mad doctors, una specie di colpo di scena da thriller (scopriamo l&# …

    • Visto l'altra sera: divertente!
      Una prima parte più lenta, ma simpatica (bravo il ragazzo rumeno), ma poi tutto vola e ti tiene incollato alla sedia.
      Bravissima l'attrice protagonista, un po meno certe figure di contorno, ma tutto sommato io me la sono passata bene, senza annoiarmi, anzi, con qualche salto sulla sedia: da vedere non certamente come un horror "classico", ma uno scansonato luna park di genere