LA SERIE

Molto probabilmente, insieme alla Monarchia, Doctor Who è uno dei simboli nazionali di cui gli inglesi vanno più fieri. Nato come una scommessa nel 1963 (da vedere l’imperdibile docufiction An Adventure in Space and Time, scritta di Steven Moffat sugli esordi della serie) il Dottore è diventato uno dei pilastri della cultura british, sopravvivendo ad anni turbolenti (come l’interruzione dell’89) e generando un universo di spin-off, videogiochi, romanzi e radio-sceneggiati che, tuttora, conquista milioni di appassionati anche al di fuori delle isole britanniche. Fu grazie alla passione dello sceneggiatore Russell T. Davies che la BBC si convinse nel 2005 a “resuscitare” la serie, riprendendo praticamente il filo da dove era stato assurdamente abbandonato. Iniziarono cosi le nuove avventure del Nono Dottore (la continuità narrativa con gli episodi classici venne salvaguardata) che aprì la strada ad uno show che ad oggi è arrivato alla sua ottava stagione e non sembra voler smettere. La prima stagione del nuovo corso, pur conservando un’importanza capitale, rimane in qualche modo la “meno segnalata” dai fan, nonostante l’interpretazione convincente di Christopher Eccleston nei panni del Dottore e l’esordio di Billie Piper nel ruolo di Rose, uno dei personaggi più amati di sempre dello show. Schiacciato dalle fortune delle successive, amatissime, reincarnazioni/interpretazioni di David Tennant, Matt Smith e l’ultimo Peter Capaldi o dal peso creativo e dal successo di Steven Moffat (erede di Davies in cabina di comando) molti tendono a sottovalutare questa prima eroica stagione. Eppure non si può non considerare encomiabile il lavoro del team creativo di ricreare un’intera mitologia e uno stile narrativo unico, di riportare lo spettatore (bombardato da anni di immaginario hollywoodiano) dentro un mondo parallelo e coerente fatto di viaggi nello spazio e nel tempo, di battaglie epiche e di humor sofisticato. E’ naturale che, anche grazie al talento di Moffat, Dottor Who degli ultimi anni abbia guadagnato sul campo una qualità narrativa e visiva impressionante, dimostrando con continuità un livello altissimo di risultati, ma non si può negare che tutto sia iniziato da qui, dal cuore di Russell T. Davies e dalla recitazione spigolosa di Eccleston.

 

IL BLU-RAY

 

Finalmente dopo mille avventure, il Dottore più famoso della televisione, insieme al suo Tardis, arriva anche in Italia in alta definizione. Grazie alla DNC Entertainment, già artefice delle edizioni Dvd della serie, la prima stagione del Doctor Who sbarca nel mercato home-video italiano in un’attesa edizione bluray, un cofanetto che ospita tutti i 13 episodi (mandati in onda dalla BBC nel 2005) del primo anno del nuovo corso. Mentre nel Regno Unito si è appena conclusa l’ottava stagione con Peter Capaldi e Jenna Coleman come protagonisti, questo nuovo cofanetto regala l’occasione agli appassionati e non di tornare indietro nel tempo e (ri)scoprire le prime avventure del nuovo Signore del tempo dopo gli anni bui dell’interruzione forzata. I sei dischi hanno una qualità invidiabile con l’ottima traccia video che ben traduce in Hd l’estetica caratteristica dello show e le due lingue in DTS (ovviamente consigliamo la visione in inglese per gustare a pieno l’anima british dell’opera). Il vero punto di forza dell’edizione, però, risiede nel suo mastodontico e affascinante comparto extra, vero fiore all’occhiello del prodotto. Con oltre 200 minuti di contenuti speciali, gli amanti della serie potranno immergersi nel mondo del Nono Dottore, con  interviste al cast, approfondimenti sulla storia del Doctor Who, backstage e dietro le quinte, ricostruendo il duro lavoro che ha riportato al rilancio della serie e raccontando i processi creativi e le idee di Russell T Davies, lo showrunner della stagione. La DNC Entertainment, dunque, mette in commercio lo strumento ideale per chi ama da sempre il Dottore e per chi, ancora, non ha avuto la fortuna di conoscerlo.