Blu-ray – I carnivori venuti dalla savana, di Jeff Lieberman

Per la prima volta in alta definizione e con numerosi contenuti, il bizzarro eco-vengeance che segnò l’esordio del regista americano, un punto di partenza ideale per la sua riscoperta

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Titolo originale: Squirm
Anno: 1976
Durata: 96′
Distribuzione: Koch Media, collana Midnight Classics (2019)
Interpreti: Don Scardino, Patricia Pearcy, R. A. Dow, Peter MacLean
Regia: Jeff Lieberman
Formato video: 1.85:1 – 16 X 9
Audio: Italiano, Inglese (DTS-HD MA 2.0)
Sottotitoli: Italiano
Contenuti Extra (2 dischi): Commento audio del regista Jeff Lieberman, Trailer e spot tv, Making of, Q&A con il regista Jeff Lieberman e Don Scardino, Galleria fotografica, Intervista esclusiva al regista sul film, Intervista esclusiva vintage a Lieberman sulla sua carriera, Spot radio, card da collezione, booklet

IL FILM

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In uno spericolato detour tipicamente cinematografico, i vermoni Carnivori venuti dalla savana diventano il bandolo da cui ripescare l’opera di Jeff Lieberman, dopo i pur generosi tentativi che risalgono ormai a quasi a tre lustri fa. L’uscita della lussuosa Limited Edition di Midnight Factory rappresenta infatti il più recente e riuscito tentativo di far luce sull’esordio e opera più celebre di un artigiano talentuoso e bizzarro, amante del paradosso e della mescolanza di ironia e orrore. Sentimenti viscerali, primordiali, elementali insomma, come questo film, tutto giocato sull’acqua, il fuoco, gli spazi così anonimi eppure perfettamente connotati della cittadina nel Sud degli Stati Uniti, dove un tornado che ha divelto i tralicci dell’alta tensione finisce per scaricare nel suolo l’elettricità necessaria a scatenare la furia dei vermi assassini.

Sebbene si sia nel centro della temperie che in quegli anni vede gli schermi cinematografici invasi da animali impazziti di ogni sorta, I carnivori venuti dalla savana cerca un approccio peculiare al tema. Giustamente il film esalta la componente grottesca rappresentata da vermi che evocano un forte senso del viscido, tale da conferire al film un aspetto fortemente tattile. Sono creature apparentemente innocue nella “mollezza” dei loro corpi invertebrati, eppure feroci per le mandibole in grado di mordere. Un po’ come quest’opera che nella lunga premessa si focalizza soprattutto sui rapporti fra gli umani che agiscono nella cittadina, con gusto quasi antropologico, fra la noia del vivere in un luogo dove non accade niente e il senso della minaccia imminente, dove si avverte qualcosa di più oscuro che corre sottotraccia e aspetta unicamente l’occasione per venire allo scoperto – la prima stesura era infatti ambientata nel New England, in un dichiarato omaggio a Lovecraft.

L’aspetto fallico dei vermi sembra perciò simboleggiare una sessualità repressa che accomuna i vari personaggi umani. La vicenda, non a caso, è dominata da un triangolo amoroso fra la protagonista Geri (Patricia Peary), il fidanzato Mick che viene dalla città (Don Scardino) e il non corrisposto campagnolo Roger (R. A. Dow): quest’ultimo, più evidentemente fisico nell’approccio diretto all’amata, finirà vittima della furia dei parassiti, diventando quasi una specie di uomo-verme, ripugnante nel make up del futuro premio Oscar Rick Baker. Gli altri due, invece, continueranno per tutta la pellicola a intrattenere un tipo rapporto quasi virginale, fatto di tenerezze espresse con estrema parsimonia, in totale controtendenza allo stereotipo, imperante in certo cinema di genere americano, degli adolescenti in piena esplosione ormonale. Il finale sull’albero, come novelli Adamo e Eva, chiarisce la natura assolutamente simbolica di ripensare i rapporti di forza tra i sessi.

L’amore di Lieberman per il paradosso è poi reso evidente dal terzo atto in cui i vermi si scatenano formano masse putride che avanzano come minacciosi e viscidi blob che “inghiottono” le loro vittime, in perfetta contrapposizione ai dettagli in macro che mostrano l’agire inquieto degli assassini striscianti. L’autore fa tesoro del suo bagaglio che lo stava inizialmente conducendo verso l’animazione, salvo poi fagli cambiare idea dopo la visione di un Blow Up che gli aveva mostrato le potenzialità del cinema come arte “totale”. Accanto al tocco visionario, un ruolo importante lo svolge perciò anche il sonoro, curato da quel Danny Sable cui si ispirerà De Palma per il protagonista di Blow Out: Sable infatti conferisce “voce” ai mostri, mescolando urla di maiali al macello e palloncini sfregati con forza, alimentando il senso dei corpi che si contorcono e creando così una forte risonanza emotiva in grado di colpire direttamente ai nervi dello spettatore. Il tutto trova la sua sintesi nel titolo stesso del film, quello “Squirm” dal suono fortemente onomatopeico e in grado di rendere bene i movimenti delle creature e il senso di stritolamento cui la vicenda progressivamente conduce lo spettatore. La visione in lingua originale è preferibile per l’uso della colonna sonora originale, rimaneggiata nell’edizione italiana con l’aggiunta di materiale di repertorio.

IL BLU-RAY DISC

Davvero insperato il trattamento che Koch Media riserva a I carnivori venuti dalla savana, inserito nella prestigiosa collana “Midnight Classic”, dedicata ai grandi cult dell’horror. Oltre alla primizia del formato Blu-Ray Disc (supporto su cui il film era ancora inedito in Italia) troviamo nella confezione mediabook una card da collezione e un book a cura della redazione di Nocturno, con varie foto dal set, note critiche e artwork – c’è anche il poster usato per la distribuzione italiana, mentre la cover del cofanetto ripropone quello ancora più visionario della versione originale. Un intero disco è dedicato ai contenuti speciali, con varie interviste a Lieberman che ripercorre la genesi del film. Di particolare merito è la presenza di due contributi inediti, realizzati ancora da Nocturno e esclusivi per questa edizione: nel primo (Spaghetti Lieberman) troviamo ancora il regista che rievoca la nascita del film. Il secondo (Jeff Lieberman World of Horror) fa luce invece sull’intera carriera dell’autore e sulla sua personale concezione dell’orrore: un’autentica lezione di cinema, utile a capire meglio e in modo più approfondito il suo percorso estetico e tematico all’interno dei vari titoli di una filmografia breve, ma significativa. In tutto siamo all’incirca sui 100 minuti di bonus, cui va aggiunto il commento audio (sottotitolato in italiano) presente sul primo disco, in grado di completare la ricognizione sul film con lo svelamento di tutti i suoi segreti, come l’uso di stock footage in alcuni passaggi. Nel complesso Lieberman si mostra sincero verso il suo lavoro e ogni suo intervento è orientato a una praticità da tipico storyteller americano, fatto che rende l’ascolto utile e pieno di elementi per chiunque voglia approfondire il suo approccio alla materia. La rivalutazione può davvero ripartire da qui.

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