BLU-RAY – “My soul to take – Il cacciatore di anime”, di Wes Craven

Una situazione potenzialmente combinatoria portata all’estremo livello di ebollizione dal Craven post-Kevin Williamson (il film è comunque precedente a Scream 4), My soul to take è un instancabile girotondo di false piste, deviazioni, colpi di scena poi smentiti all’istante, risvolti grottesco-surreali, inganni e raggiri da parte dei personaggi e della macchina da presa: ed ecco che il ricco comparto extra di questo blu-ray Universal del film di Craven, che non ha avuto l’onore del passaggio sugli schermi delle nostre sale, moltiplica ancora le traiettorie dell’ennesima giostra teorica imbastita dal cineasta

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Titolo originale: My soul to take
Anno: 2010
Durata:
100’
Distribuzione:
Universal
Genere:
horror
Cast: Max Thieriot, Denzel Whitaker, Raul Esparza, Shareeka Epps, John Magaro, Emily Meade
Regia:
Wes Craven
Formato BLU-RAY/video:
 2.35:1 1080p
Audio:
Inglese DTS HD Master Audio 5.1; italiano, francese, spagnolo, tedesco, giapponese DTS Surround 5.1
Sottotitoli:
Italiano, inglese (anche non udenti), francese, tedeso, spagnolo, giapponese, danese, olandese, finlandese, islandese, norvegese, portoghese, svedese, cinese
Extra: inizio alternativo, finali alternativi, scene eliminate ed estese, commento al film del regista Wes Craven e degli attori Max Thieriot, John Magaro ed Emily Meade

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IL FILM

Non si loderà mai abbastanza la capienza del blu-ray, giga su giga da riempire con le briciole lasciate sul tavolo, tutt’intorno alla portata principale – ed alcuni cineasti sono noti per sbriciolare parecchio: e così l’edizione in blu-ray di questo curioso My soul to take diventa all’improvviso imperdibile come protesi tranquillamente integrabile allo scheletro portante di un progetto che sembra di par suo già un work in progress, un’opera aperta. Craven confonde le acque sin dall’acrobatico incipit, che in un quarto d’ora rovescia con forsennata frequenza la percezione di realtà innumerevoli volte, giocando a ribaltare esponenzialmente le situazioni di sonno/veglia, allucinazione/verità, con il sardonico piglio di chi questi trucchetti oramaimy soul to take li va insegnando ai giovani emuli.
Quella che in qualche modo ci viene (quasi) raccontata è la morte violenta di un pericoloso serial killer schizofrenico, il cui corpo però non viene mai ritrovato. Nella sanguinosa notte della sua scomparsa, vengono al mondo nello stesso istante 7 infanti destinati a portare dentro di sé ognuna delle 7 personalità del mostro. Nella notte del 16esimo compleanno dei ragazzi, lo squartatore di Riverton, ridente cittadina lacustre, torna conciato da minaccioso clochard armato di coltellaccio per riprendersi le 7 facce del suo spirito.
Capite da subito come una situazione potenzialmente combinatoria come questa possa essere portata all’estremo livello di ebollizione dal Craven post-Kevin Williamson (il film è comunque precedente a Scream 4), e infatti il resto di My soul to take è un instancabile girotondo di false piste, deviazioni, colpi di scena poi smentiti all’istante, risvolti grottesco-surreali, inganni e raggiri da parte dei personaggi e della macchina da presa: ed ecco che il ricco comparto extra di questa edizione per l’home video del film di Craven, che non ha avuto l’onore del passaggio sugli schermi delle nostre sale, moltiplica ancora le traiettorie dell’ennesima giostra teorica imbastita dal cineasta proponendoci un arciere di scene eliminate, inizi e finali alternativi che potrebbero tranquillamente incastonarsi nel montaggio ‘definitivo’ della pellicola, tali sono le libertà narrative e gli esperimenti strutturalisti che compongono la reale anima del progetto.
My soul to take, prima sceneggiatura scritta da Craven dai tempi di Nightmare: Nuovo Incubo (1994), è anzi forse soprattutto una sfida al compare Kevin Williamson, condotta sul terreno, caro allo sceneggiatore, delle versioni incrociate e delle testimonianze mendaci (il film non si lascia sfuggire nemmeno l’ennesimo omicidio ascoltato al cellulare, con effetto doppler ingannatorio). Ma se per Williamson il senso conclusivo di tutti i segni messi in campo è quello di riconoscerli, ritrovarli e ritrovarsi, per Craven stavolta sembra essere tutto nell’importanza salvifica del perdersi.

IL BLU-RAY

Come detto, il comparto degli extra è succulento, e contiene anche il commento audio al film da parte di Craven e di un terzetto di attori (tra cui la singolarissima Emily Meade, la scoperta attoriale più interessante del caso), che confermano la decisa atmosfera di jam session che sembra animare il set e la costruzione delle sequenze che compongono l’opera (da non perdere più che altro è in realtà il montaggio degli storyboard delle sequenze più articolate d’omicidio, che scorre sui titoli di coda del film sulle musiche del fido Marco Beltrami, con decise frecce rosse che indicano la direzione dei movimenti degli attori e della mdp, come a sottolineare che in realtà una direzione l’opera ce l’abbia, sia stata prevista dal regista).
La qualità audio e video è ovviamente impeccabile e un po’ impietosa, com’è spesso il formato blu-ray: in più d’una sequenza la spietata alta definizione rende chiaramente evidente il non altissimo budget a disposizione di Craven per il film. Con lucida coerenza in confronto al divertissement portato avanti dal cineasta all’interno della pellicola, le versioni proposte dal punto di vista della lingua e dell’idioma dei sottotitoli sono numerosissime, ennesima moltiplicazione delle traiettorie parallele.

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