Bollywood – Si riparte da New York

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Lo sciopero che ha paralizzato il mercato in primavera è finito, e l'estate di Mumbai riparte da New York, che è diventato immediatamente il film del momento. La visione indiana dell'attacco terroristico dell'11 settembre 2001 è stata salutata dal pubblico e dalla critica come uno dei migliori film dell'anno, e come il modo migliore per uscire dalle ombre che l'agitazione aveva gettato sull'industria.

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new yorkOra che è arrivato a metà del suo corso, il difficile 2009 di Bollywood – anno segnato dallo sciopero degli esercenti che ha messo in ginocchio l’industria per tutta la primavera, cambiando tutti i programmi e congelando molti dei film in uscita – sembra aver trovato il suo primo indiscutibile successo, un trionfo tale da guadagnare anche l’attenzione internazionale. Ancora una volta, è un film popolato di volti emergenti, come era accaduto a Dev D, la scabrosa rilettura del vecchio romanzo polare Devdas, e a 99 – la commedia giovanile che ha esordito a maggio, nel momento più difficile della lotta tra le major e i proprietari dei multiplex – a risollevare le sorti del mercato. Il film del momento a Mumbai è infatti New York, diretto da Kabir Kahn, giovane documentarista che aveva già raccolto la sua esperienza in Afghanistan in Kabul Express, del 2006.

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La trasposizione cinematografica di un evento come lo tsunami del 2004, presentata nel kolossal Dashavtar con Kamal Hassan, ha avuto scarso successo, mentre il punto di vista indiano sugli eventi dell’11 settembre 2001 ha invece riempito le sale: girato per la maggior parte negli Stati Uniti, New York inizia infatti come una commedia generazionale – il triangolo amoroso tra due ragazzi e una ragazza – e termina poi per raccontare ilnew york pregiudizio verso i musulmani nella repressione e nelle indagini che seguirono l’attacco terroristico alle Twin Towers. I protagonisti sono infatti due indiani fedeli al Corano, che si sono conosciuti studiando alla New York University, e che per questo vengono ricercati dalla FBI. I volti maschili sono quelli dell’ex modello John Abraham – nel film c’è una sua scena di nudo completa – e di Neil Nitin Mukesh, figlio della famosa cantante indiana Nitin Mukesh: la loro salda amicizia non viene scalfita né dai ricatti dei servizi segreti, né dall’amore condiviso per Katrina Kaif (nata da padre indiano e madre inglese, che a Londra ha una brillante carriera di modella, e a Mumbai è una star del cinema), che nel film interpreta la moglie di uno dei due, ed è impegnata nella lotta per il rispetto dei diritti civili. Il cocktail tra i classici stereotipi di Bollywood (il melodramma, il conflitto generazionale e il rapporto tra il vecchio e il nuovo), il cast composto da un trio vincente di attori da copertina, la novità dell’ambientazione americana e il tema politico e sociale non solo ha conquistato il pubblico, ma ha anche convinto la critica, che lo ha salutato come uno dei film migliori dell’anno, e uno dei modi migliori per uscire dalle ombre dello sciopero che aveva paralizzato il mercato.

kal kissne dekhaAnche perché i nuovi blockbuster lanciati sul mercato non hanno avuto la stessa fortuna: il primo è stato Kal Kissne Dekha, secondo lungometraggio di Vivek Sharma. La sua distribuzione è stata più volte rimandata a causa delle agitazioni, e in teoria il tema giovanilistico avrebbe dovuto attrarre la platea. Ambientato in un college, il film vede l’esordiente Jackky Bhagnani (figlio dell’abile produttore Vashu Bhagnani) nei panni di un nerd che ha strane visioni: vessato dai compagni più grandi per le sue stranezze, è comunque innamorato Vaishali Desai, modella anche lei alla prima presenza sul grande schermo. Ha degli incubi in cui la vede in pericolo, e riesce a salvarla: si sparge la voce che riesca a prevedere il futuro, e così lei – che è la ragazza più bella dell’università – se ne innamora. Purtroppo, qualcuno cerca da subito di rivoltare il suo potere soprannaturale contro di lui. I continui cambi di calendario non gli hanno certo giovato, e Kal Kissne Dekha è stato accolto freddamente sia dal pubblico che dalla critica, facendo temere che i disagi dello sciopero si sarebbero protratti per un tempo più lungo di quello della sua durata.

La stessa sorte è infatti capitata a Paying Guests, commedia degli equivoci diretta dall’esordiente Paritosh paying guests Painter. Il debole plot – specie per una commedia che, come ovvio a Bollywood, deve durare almeno due ore – si basa sulla ricerca di un appartamento di quattro giovani ragazzi, che si scontrano con l’ostracismo dei proprietari di casa. Dopo l’ennesimo rifiuto – quasi tutti vogliono una coppia stabile come affituaria – decidono di aggirare l’ostacolo e iniziano a travestirsi da donna, simulando un tranquillo menage familiare. Più che altro, il film sembra un modo per garantire il grande salto a quattro volti noti della televisione indiana come Shereyas Talpade (celebre per Damini, la popolarissima soap opera in lingua marathi), Javed Jaffrey (cantante, ballerino, e faccia conosciuta degli spot commerciali), Aashish Chaudary (modello e testimonial pubblicitario) e Vatsal Seth (protagonista del serial Just Mohabbat). Se l’esperimento di lanciare nuovi attori provenienti dal piccolo schermo aveva funzionato in 99, il tentativo è andato fallito in Paying Guests, che ha raccolto pochissime adesioni. Nonostante Celina Jaitley, la Miss India 2001 capitata nella casa per scombussolare i piani delle due nuove coppie promiscue.

 

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