Jurassic World è piombato sul mercato italiano in un momento in cui gli spettatori avevano già fatto le valigie per le vacanze. Il record-maker della Universal si è presentato in un periodo storicamente sfavorevole e non ha trovato nessun avversario all’altezza. La vera sfida è stata tra l’Indominus Rex e la tradizionale pigrizia estiva del pubblico e l’esito va interpretato positivamente. Le abitudini sono dure a morire e il film è ancora fermo a dieci milioni di euro e la sensazione è che un incasso memorabile sia stato sacrificato all’inevitabile altare della contemporanea mondiale. Jurassic World non avrà difficoltà a chiudere sopra ai quindici milioni e diventerà il sesto film a scavalcare questo muro a prescindere dalle limitazioni del calendario. La coda della stagione ha portato in dote un ulteriore segnale di ripresa anche se i livelli precedenti alla crisi sono lontani. Nel 2011/2012 non si entrava nelle prime dieci posizioni finali senza avere in tasca quindici milioni mentre adesso ne bastano dieci. Nel 2013/2014 solo tre film erano andati sopra a questa soglia ma il mercato non ha ancora imparato a fare a meno di fenomeni estemporanei come Checco Zalone. Il film più ricco è stato Fifty Shades of Grey con meno di venti milioni: il cinema americano ha lasciato le briciole ai nostri film ma l’assenza della commedia italiana ha pesato sui volumi complessivi. Il genere è ancora l’unico in grado di fare la differenza e accumulare bottini che fanno saltare il banco.

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