L'esordio del nuovo episodio di Harry Potter ha rotto definitivamente il letargo autunnale e ha aperto in grande stile la volata all'abbuffata natalizia: le avventure conclusive del mago nato dalla penna di Joanne Kathleen Rowlings hanno concentrato tutte le attenzioni del pubblico americano e hanno debuttato nelle sale americane con un robusto bottino di centoventicinque milioni di dollari. L'idea di dividere Deathly Hallows in due parti è stata premiata: la prima ha infatti battuto il record storico del franchise, che era stato fatto segnare a novembre del 2005 e apparteneva a Globet of Fire, il quarto in ordine cronologico. Il marchio ha quindi beneficiato di una forte spinta in avanti, che dovrebbe portarlo almeno verso i trecento milioni totali. Di solito – come capita ai titoli della saga di Twilight, che continuano ad avere numeri superiori a quelli di Harry Potter – questo tipo di film gode sempre di un primo week-end trionfale, condizionato dagli appassionati della versione letteraria: solo tra una settimana si potrà capire se è stata la loro impazienza a far lievitare i volumi di Deathly Hallows, o se invece il suo boom (sessantuno milioni nel primo giorno: il quinto miglior risultato di ogni tempo) è stato realmente provocato dall'attrazione di un pubblico tradizionalmente estraneo, incuriosito dalla prospettiva del capitolo finale. Megamind ha subito le conseguenze più pesanti del suo significativo exploit: il kolossal d'animazione della Dreamworks non è riuscito a conservare la longevità tipica dei suoi colleghi e difficilmente potrà raggiungere un totale di centocinquanta milioni di dollari. La sua sorte altalenante potrebbe costringerlo a vestire i panni del peggiore flop della breve storia dello studio (in comune con Bee Movie, che fallì nelle feste del 2007), che si conferma sempre più in difficoltà nei confronti dei diretti rivali della Pixar. Il podio è stato chiuso da Unstoppable di Tony Scott: la sua nuova collaborazione con Denzel Washington si avvia verso i sessanta milioni, una cifra che ribadisce l'abituale valore del loro consueto team-up. Anche Russel Crowe ha continuato a non brillare: dopo il mezzo disastro primaverile di Robin Hood di Ridley Scott, la star neozelandese ha stentato anche con The Next Three Days, che ha bagnato il ritorno alla regia di Paul Haggis con un risultato modesto, vicino ai sei milioni. Dopo una lunga corsa in sordina, Red ha premiato lo sforzo della Summit Enterainment: la bizzarra action comedy con gli attempati Bruce Willis, Helen Mirren e Morgan Freeman è diventata il migliore successo della minor emergente. Dopo i tre inarrivabili Twilight, la nuova stella di Hollywood ha dato un segnale: può raggiungere la soglia dei cento milioni anche in altri modi.

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