Box Office USA 7/6/2010


Shrek Forever After
continua a dominare la classifica degli incassi. Il kolossal della Dreamworks non è il trionfo che tutti si aspettavano, ma tiene la vetta da tre settimane, nella speranza che salti fuori il titolo capace di far decollare l'estate. Judd Apatow non ha fatto il salto di qualità con Get Him to the Greek, e Ashton Kutcher ha mancato un'altra occasione per la sua consacrazione. Prince of Persia delude ancora.

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Non sarà stato il trionfo che tutti si aspettavano, ma Shrek Forever After continua ad essere l’unica buona notizia dell’estate americana. Il kolossal della Dreamworks ha conservato la vetta per la terza volta consecutiva, e si avvia a superare con slancio i duecento milioni di dollari. Almeno fino a questo punto, nessuno è riuscito a insidiarne il primato, e tutti i titoli che si sono affacciati sulla scena se ne sono tornati indietro con la coda tra le gambe e il terrore di finire tra i peggiori flop dell’anno. Di sicuro, ancora non c’è stato nessun blockbuster in grado di rivendicare una vittoria incondizionata: al massimo, come è capitato alle nuove avventure dell’orco verde, si può consolare con l’idea di aver ricevuto una tiepida simpatia, che non ha rispettato in pieno le attese. Dopo l’inverno trionfale, la stagione sembrava essere in grado di regalare un anno irripetibile, ma il balzo in avanti ancora non c’è stato, e il 2010 sta cercando di rincorrere le entrate del 2009. Chi è messo peggio di tutti è sicuramente Jerry Bruckheimer, che non ha fatto valere la sua grande esperienza e il suo fiuto per il mercato: il suo Prince of Persia ha peggiorato la situazione e ha recuperato il budget solo grazie al suo bottino internazionale. Le speranze di ripetere la gloria di Pirates of Carribbean è tramontata insieme alla possibilità di far fiorire un nuovo franchise di sicuro successo. Il suo tonfo fa sorridere solo Robin Hood, che ha così scongiurato l’ipotesi di essere la più rumorosa delusione del periodo: anche per Ridley Scott, le buone notizie sono arrivate solo fuori dagli Stati Uniti. Se le produzioni maggiori piangono, gli outsider non sono nella posizione di sorridere: Get Him to the Greek – una specie di spin-off del fortunato Forgetting Sarah Marshall – sperava di poter seguire la scia di The Hangover, ma per Judd Apatow non c’è stato l’atteso salto di qualità. I suoi film restano ancora affidabili, ma le spese non sono più contenute come un tempo e l’impressione è che la loro capacità di fare presa sul pubblico sia lentamente in discesa, dopo gli exploit di Knocked Up e Superbad. Chi non riesce proprio a sfondare nei favori degli spettatori è Ashton Kutcher, che ci ha riprovato di nuovo con Killers: l’aspirante divo non aveva brillato nemmeno in What Happens in Vegas, dove faceva coppia con una specialista come Cameron Diaz. Questa volta, non gli ha giovato nemmeno il team-up con Katherine Heigl, che è tornata a lavorare con Robert Luketic dopo The Ugly Truth: l’obbiettivo dei cento milioni è lontanissimo…

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