Box Office USA 24/5/2010


Shrek Forever After
doveva abbattersi sul mercato americano come un ciclone, ma alla fine ha solo conquistato solo il primo posto, con settanta milioni di dollari. Nonostante il 3D e la maggioranzione dei biglietti, il quarto capitolo della serie ne ha bruciati cinquanta rispetto a Shrek the Third, e trenta rispetto a Shrek 2. Dovrà faticare molto per battere il compagno di scuderia How to Train Your Dragon

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shrek forever after della dreamworksDopo Iron Man 2 e Robin Hood, il terzo blockbuster si è abbattuto sul mercato americano nel tentativo di rendere sempre più avvincente la corsa estiva. Le attese su Shrek Forever After erano molto alte, e il quarto episodio del franchise della Dreamworks ha tirato fuori un risultato inizialmente scontato: ha raccolto un bottino superiore ai settanta milioni di dollari e ha conquistato la vetta senza particolari difficoltà. A prima vista, la cifra dovrebbe essere salutata come un trionfo – anche in considerazione di tutto quello che verrà sulla scena internazionale – eppure si è rivelata una mezza delusione, specie se confrontata con i precedenti capitoli della serie: nonostante il traino del 3D e della maggiorazione dei biglietti, nonostante una distribuzione massiccia su più di quattromila sale in tutti gli Stati Uniti, le nuove avventure dell’orco verde hanno bruciato cinquanta milioni nel confronto con Shrek the Third, e più di trenta in quello con Shrek 2. L’esordio è rientrato nella media di molti altri film della Dreamworks, quando da Shrek Forever After ci si aspettava un exploit straordinario: l’obbiettivo è quello di superare i duecento milioni di dollari, il traguardo raggiunto a fatica – e dopo una lunga e sorprendente rincorsa che dura da Pasqua – dal compagno di scuderia How to Train Your Dragon. Dietro, comincia a perdere colpi anche Iron Man 2: il film di Jon Favreau sembrava non dovesse avere problemi a scavalcare Alice in Wonderland di Tim Burton. Invece, ha bruscamente rallentato dopo l'esaltazione dei primi dieci giorni. E’ancora in netto vantaggio rispetto al suo predecessore del 2008 (circa quaranta milioni), ma al terzo week-end la sempreverde creazione di Lewis Carroll ha margine di circa quindici milioni, e Tony Stark da l'idea di aver finito il fiato. Per il momento, Alice, il Cappellaio e la Regina di Cuori hanno salvato il loro posto in vetta alla classifica dei maggiori successi del 2010, anche se l’uomo di ferro venderà cara la pelle fino all’ultimo. Chi non è mai entrato in questa corsa è Robin Hood, che farà fatica persino a superare i cento milioni di dollari e l’ha scampata solo grazie alle sue entrate dall’estero. Nelle ultime posizioni, Date Night si è dimostrato un titolo dal passo costante: è ormai vicino ai cento milioni, un risultato degno di nota in un anno difficile per la commedia, che ha visto franare anche MacGruber, l’underdog che voleva imitare The Hangover. Nonostante i numeri siano confortanti, l’impressione generale è che l’estate americana possa fare molto, ma molto di più…

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