Box Office USA 8/2/2010

dear john di lasse hallstrom
Il week-end del Superbowl è stato fatale ad Avatar, che ha ceduto il primato dopo quasi due mesi di dominio incontrastato e una lunga lista di record abbattuti. Dear John di Lasse Hallstrom passerà quindi alla storia come il romance che ha sconfitto James Cameron, con un notevole esordio da trenta milioni di dollari. Il mercato americano – travolto dal ciclone in 3D – torna lentamente alla normalità…

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dear john di lasse hallstromCi sono almeno due buoni motivi per parlare di Dear John: l’esordio da più di trenta milioni di dollari ha già permesso al romance dello specialista Lasse Hallstrom di imporsi come un sorprendente successo; il love affair tra il soldato Channing Tatum e la studentessa Amanda Seyfried è riuscito dove produzioni più ambiziose avevano fallito, e passerà alla storia come il titolo che è riuscito nell’impresa impossibile di sconfiggere Avatar. Ebbene sì, la notizia principale che arriva dagli Stati Uniti è proprio questa: dopo sette settimane di dominio incontrastato, il film di James Cameron si è trovato costretto a lasciare il primato, e a doversi accontentare del secondo posto. Il dramma giovanile – un militare indeciso se difendere la patria o vivere la passione con una ragazza appena incontrata – ha conquistato il pubblico, e ha messo fine ad un regno che durava da due mesi, capace di far parlare di sé in tutto il mondo, con una corsa trionfale che ha abbattuto tutti i record d’incasso, persino quello di Titanic. Il week-end del Superbowl è stato però fatale a James Cameron, e ha consegnato alla classifica un profilo di nuovo normale, aperto a tutti i concorrenti. In ogni caso, la guerra in 3D sul pianeta Pandora ha continuato a godere di ottima salute: con lo slancio della notte degli Oscar, dovrebbe essere in grado di migliorare ulteriormente i suoi numeri, fino ad avvicinare gli ottocento milioni complessivi (l’incasso internazionale ha sfondato da tempo i due miliardi). In un momento tradizionalmente segnato dal riflusso, il mercato ha dato la possibilità ai candidati – specie a quelli penalizzati da una distribuzione limitata  – di riaffacciarsi sulla scena, e di prendersi qualche rivincita. I risultati sono stati alterni: Chi ne ha approfittato di più è stato Crazy Heart (con la spinta di un Jeff Bridges che punta alla statuetta come miglior attore), che è entrato nella top ten dopo due mesi. An Education e Precious – altri due attesi protagonisti al gala del Kodak Theatre – si erano già fatti segnalare in autunno, e hanno sfruttato la rinnovata notorietà per arrotondare le loro entrate. Purtroppo, di Kathryn Bigelow e del suo potente The Hurt Locker non c'è ancora traccia, nonostante il traino di nove nominations.

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