Box Office USA 18/1/2010

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Ogni week-end, Avatar non raccoglie solo centinaia di milioni di dollari in giro per il mondo; nella sua borsa ci sono anche gli scalpi dei suoi sventurati avversari: questa volta è toccato a Peter Jackson, che aveva tentato la sfida impossibile con il suo ultimo The Lovely Bones. Il regista neozelandese è arrivato solo terzo, e James Cameron – non gli fossero bastati i Golden Globes appena conquistati – è entrato nell'esclusivo club dei cinquecento milioni.

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avatarDa qualche tempo, è quasi superfluo controllare la vetta della classifica americana: trovarci Avatar è ormai una consuetudine alla quale ci si è abituati in fretta, dopo più di un mese di dominio assoluto. E’ molto più interessante andare ad ispezionare quali e quanti record sono stati aggiornati dal film di James Cameron. Avatar è ormai prossimo ai cinquecento milioni di dollari, il più riservato dei club del cinema americano, quello in cui finora sono stati ammessi solo Titanic e The Dark Knight, la versione di Batman firmata da Christopher Nolan che sta per essere rapidamente surclassata. La sua corsa ancora non conosce sosta e adesso – proprio quando la sua media sta fisiologicamente calando – sta per vivere anche l’onda lunga del recente trionfo ai Golden Globes (e non si è ancora giovato dell’inevitabile effetto Oscar…). Per quello che riguarda il mercato internazionale, Avatar è riuscito a dare quella scossa che tutta l’industria cinematografica si attendeva da tempo, proprio come accadde con Titanic: molti cinema si sono dovuti rassegnare alla conversione alla proiezione 3D, e lo sforzo economico fatto dagli esercenti dovrà per forza di cose essere sostenuto da un numero sempre maggiore di film prodotti con questa tecnologia. In attesa che arrivino i dieci milioni di euro del conto italiano – una delle poche fette di torta che alla Fox non si erano ancora divorati – Avatar ha raggiunto il miliardo e seicento milioni, e ormai non si può più escludere la folle impresa di superare Leonardo Di Caprio e Kate Winslet, che sembravano appartenere ad un’epoca irraggiungibile. Mentre James Cameron si gode il suo derby, il week-end ha consegnato una delusione cocente ad avversari più competitivi rispetto a quelli che lo avevano sfidato fino a questo momento. The Book of Eli – l’action con un Denzel Washington sempre affidabile – si è fermato al secondo posto con trenta milioni, ma alla fine è stata una piacevole sorpresa che ha mitigato l’incredibile tonfo di The Lovely Bones di Peter Jackson, al suo secondo pesante flop dopo i fasti della saga di The Lord of the Rings. Il regista neozelandese dovrà faticare per recuperare i cento milioni di spese: finora, negli Stati Uniti ne ha raccolti appena quindici, e con questi presupposti è difficile prevedere un riscatto internazionale.

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