Box Office USA – il commento

The Boss Baby ha debuttato con cinquanta milioni e ha fissato il nuovo standard della Dreamworks. Il trionfo di The Beauty and the Beast si è messo alle spalle il traguardo dei quattrocento milioni

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La nuova supremazia della Illumination e della Pixar nel mercato dell’animazione ha sottratto da tempo quel ruolo da protagonista a cui la Dreamworks si era abituata. La crisi dello studio era cominciata con le sue difficoltà nel lanciare un nuovo franchise di successo dopo il progressivo esaurimento di quelli storici. Il declino aveva toccato il punto più basso con Turbo del 2013 e la sua incapacità di raggiungere almeno i cento milioni di dollari sulla scena domestica era stata concomitante al trionfo da trecentosettanta milioni di Despicable Me 2. L’esordio di The Boss Baby è molto lontano dalle cifre dei rivali ma ha confermato i progressi della Dreamworks nella ricerca di un rimbalzo degli incassi. Il film ha debuttato con cinquanta milioni e dopo aver pareggiato il risultato ottenuto da Home nel 2015 ha confermato che la cifra corrisponde al nuovo standard dello studio. Come al solito, è complicato fare previsioni sul suo conto finale e questa volta i problemi non sono legati soltanto alla variabile della longevità insolita dell’animazione. L’incognita potrebbe essere scavalcata con il riferimento diretto dei centosettantacinque milioni di Home ma il calendario è un’altra carta che gioca a sfavore di The Boss Baby. Infatti, la distribuzione del titolo è stata stritolata tra l’eccezionale trionfo di The Beauty and the Beast e l’imminente release di Smurfs: The Lost Village. Il terreno di caccia degli spettatori di riferimento è ingolfato e la versione live action del grande classico della Disney si è presa il gradino più alto della piramide con invidiabile personalità. Le avventure fiabesche di Emma Watson viaggiano saldamente oltre i quattrocento milioni e The Boss Baby ha fatto già un’impresa a vincere la corsa per il primo posto del week-end. La velocità con cui The Beauty and the Beast raggiunge i suoi obiettivi permette di fare una comparazione con degli analoghi record-maker del recente passato. Il suo passo è molto simile a quello di The Dark Knight del 2008 e a quello di Rogue One del 2016 ed entrambi i film chiusero la loro esperienza commerciale intorno ai cinquecentotrenta milioni. Il suo percorso worldwide vede la soglia dei novecento milioni e tra pochi giorni strapperà la prima tessera dell’anno per il club da un miliardo. Il kick-off ufficiale della stagione estiva è programmato tra un mese con l’arrivo di Guardians of the Galaxy Vol. 2 ma il 2017 si è già tolto il pensiero del mattatore. Quest’anno, la lista dei film che andranno sopra ai quattrocento milioni potrebbe essere molto lunga ma sicuramente Ghost in the Shell non ne farà parte. L’adattamento hollywoodiano del celebre marchio di manga e di anime giapponesi ha aperto sotto ai venti milioni e in pochi giorni ha perso le speranze di coprire le spese in patria. I suoi rendimenti all’estero non sembrano eccezionali ma ancora non c’è nessun riscontro dal target naturale del pubblico del sol levante. Tuttavia, l’esperienza di riesumare un format come quello di Ghost in the Shell non è stata particolarmente fortunata nonostante la scelta di Scarlett Johansson. Il miracolo di una rimonta nipponica è poco probabile e il 2017 si è tolto il pensiero anche su chi mettere la prima etichetta del flop.

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