BRASILE 2014 – Il Grande Fratello

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Gli occhi delle telecamere che guardano e riprendono una partita di calcio sono in continuo aumento. Ma gli occhi, se uno non sa usarli, non sono niente. Riprendono tutto il possibile ma spesso falsificano la prospettiva e la realtà. Finendo con l'ingannare tutto e tutti.?

 

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olympiaPer chi, come me, ha avuto la fortuna di lavorare nella trasmissione televisiva che forse più di tutte ha fatto dell'occhio il suo centro nevralgico, il Grande Fratello (con quelle 99 telecamere che riprendono h24 un gruppo di ragazzi all'interno di una Casa), sa che la meraviglia si materializza pochi metri più in là: in una stanza infatti registi, operatori alle telecamere remotate e etichettatori dissezionano in tempo reale quel che accade all'interno della Casa in cerca dell'angolazione migliore con la quale poter riprendere un evento, un fatto anche il più (apparentemente) insignificante. Ma riprendere tutto non significa vedere tutto. Lo sa bene il progenitore del programma televisivo ovvero HAL 9000 di 2001 Odissea nello spazio che pur vedendo tutto non ha potuto evitare la propria morte.

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Forse non tutti sanno che la regia televisiva dei Mondiali di calcio brasiliani (come di tutti gli altri Mondiali che ci sono stati dall'avvento della tv in poi) è un'unica regia gestita dalla FIFA. Ebbene sì, non sono i singoli broadcaster (tipo Rai o Sky per rimanere in Italia) a DECIDERE quali siano le immagini da mandare in onda durante una qualunque delle partite di calcio di Brasile 2014 ma è proprio l'organismo che gestisce il calcio, attraverso una società controllata, a fare l'UNICA regia televisiva.

Un unico Grande Fratello insomma, che decide globalmente cosa far vedere e cosa no. Ecco spiegato perché la regia televisiva di una partita dei Mondiali è un autentico inno al conservatorismo, un vilipendio alle immense potenzialità dell'immagine.

Per fare un esempio scarno ed essenziale è come se il cinema si fosse fermato ai Lumière e alle loro camere fisse. Come se si fosse fermato agli albori, insomma. Ecco, la regia televisiva di un evento planetario come il calcio è così, ferma agli antipodi. Non c'è ricerca di migliorarsi né di migliorare l'emozione per i telespettatori, costretti invece loro malgrado a tenere il passo con la tecnologia dei loro televisori Ultra HD, 3D e quel che è.

L'esempio migliore e forse più lampante sono i calci di rigore (e sul tema vi invitiamo a leggere anche un articolo del Post di qualche giorno fa: http://www.ilpost.it/2014/06/30/calci-di-rigore-tv/). L'immagine che la regia televisiva ci restituisce non è certamente la migliore: e come fa ad essere migliore una ripresa angolare che schiaccia miserevolmente i 7,32 metri della larghezza dell'area di porta?!?!

arrivo del treno alla stazione di la ciotat lumièreE' ovvio che l'inquadratura migliore sarebbe quella dietro al giocatore che tira il rigore, leggermente rialzata rispetto alla sua testa, o al limite quella dietro al portiere che para (con l'unico inconveniente della traversa che impallerebbe parte della scena). Provare per credere, a questo link  (https://www.youtube.com/watch?v=lXWbkbwDUr4) potete seguire i rigori di una Finale di Champions League da dietro il calciatore che li tira, dopo il primo.

Ma non è solo quella dei rigori la scelta estetica più deprimente che compie la regia FIFA durante il Mondiale brasiliano. 

Innanzitutto c'è un uso veramente spropositato delle immagini dei tifosi festanti sugli spalti degli stadi. La scelta è chiaramente dettata da un imperativo: cancellare le immagini delle proteste nelle città brasiliane prima del Mondiale e dare così un'immagine positiva degli stessi. Ma al di là del valore retorico di questa scelta di regia, e non è stata certo la FIFA la prima a capire il potenziale che hanno le immagini (sportive) vedi lo splendido Olympia di Leni Riefenstahl, c'è un discorso ancora una volta estetico e funzionale che non torna: dando spazio a quel che avviene sugli spalti se ne sottrae a quel che succede sul campo da gioco, finendo così col perdersi delle azioni repentine o limitando l'uso a volte necessario del replay. 

Ma quel che manca assolutamente è invece un utilizzo sensato delle riprese dei totali del campo da gioco.

Un'immagine come questa ad esempio (http://it.wikipedia.org/wiki/Tiki-taka#mediaviewer/File:FIFA_World_Cup_2010_Spain_Switzerland_midfield.jpg) aiuta decisamente a chiarire alcuni aspetti tattici (nello specifico il centrocampo spagnolo in piena epoca tiki-taka). Ma questa immagine è una fotografia perché nessuna telecamera FIFA riprenderebbe una scena del genere. Semplicemente, perché alla Fifa si è sempre fatto così. Non conta insomma il fatto che lo standard tattico del calcio contemporaneo è ad un livello tale di perfezione che forse meriterebbe maggior attenzione. Oppure che, come detto, lo spettatore di oggi possiede le capacità, facilitato anche dagli strumenti tecnologici, di “leggere” più in profondità il “testo” della partita.

Ma ancora una volta non bastano gli occhi per guardare, bisogna volerlo fare.

 

 

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