Breaking In, di James McTeigue

A metà strada tra Panic Room, dalla struttura però ribaltata, e una versione virata al femminile di Taken, Breaking In è un home invasion dal buon ritmo ma senza particolari trovate

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A far presagire che presto non accadrà niente di buono è già il sottile senso di minaccia della sequenza in slow motion sulla quale si apre Breaking In, con il pedinamento mattutino di un jogger, improvvisamente interrotto dal suo omicidio. E i guai, difatti, non tardano a venire. Il weekend da passare in Winsconsin, per organizzare la vendita della tenuta appena ereditata da Shaun dopo la morte del padre, diventa una notte da incubo. Con i suoi due figli fatti prigionieri all’interno di una casa quasi impossibile da espugnare, veniamo presto a sapere che il padre della protagonista, l’uomo ucciso all’inizio del film, è stato un criminale che si è costruito attorno una fortezza, Shaun deve vedersela con una banda di rapinatori pronti a tutto, persino a sterminare la sua famiglia, pur di mettere le mani sul bottino nascosto da qualche parte nella villa. Il problema è che i quattro malviventi non hanno messo in conto cosa è capace di fare una madre pur di salvare i suoi figli. Payback is a mother, come recita lo slogan del film.

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A metà strada tra Panic Room, dalla struttura però ribaltata, con Gabrielle Union che qui deve trovare il modo per entrare nella casa dove i suoi figli sono tenuti in ostaggio, e una versione virata al femminile di Taken, Breaking In è un home invasion senza particolari trovate, che sconta, soprattutto, il problema della scrittura svogliata di Ryan Engle, questa volta molto lontana “dall’impalcatura narrativa da thriller sofisticato” de L’uomo sul treno, o dai guizzi di Rampage – Furia animale. Se anche la prevedibi

breaking inità della trama, per non parlare poi della totale incapacità di costruire neanche una figura credibile di villain, di certo non contribuiscono a far girare come si deve il film, e volendo anche sorvolare sull’imbarazzante comicità del tutto involontaria in cui più di una volta inciampa Breaking in, James McTeigue salva in qualche modo il progetto dal disastro mostrando i muscoli quando si tratta di saper come far funzionare un film che aspira a null’altro che al semplice intrattenimento. E’ vero, sono ormai anni luce lontani i tempi di V per Vendetta e Ninjia Assassins, ma McTeigue sa bene come mantenere un buon equilibrio tra azione e thriller e, sfruttando con efficacia le location notturne della casa e del bosco che la circonda, riesce ad imprimere ad film un crescendo di tensione, tutto fatto di fughe, inseguimenti e nascondigli. Soprattutto, ha l’intuizione di affidarsi quasi completamente alla performance di Gabrielle Union, che funziona a perfezione come corpo improvvisato dell’azione.

 

Titolo originale: id.
Regia: James McTeigue
Interpreti: Gabrielle Union, Billy Burke, Richard Cabral, Levi Meaden, Seth Carr, Ajiona Alexus, Jason George, Christa Miller, Damien Leake
Distribuzione: Universal Picures
Durata: 88’
Origine: USA, 2018

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