"Buena Vida (Delivery)", di Leonardo Di Cesare

Quello dell'argentino Leonardo Di Cesare è un sorprendente esordio, urgente e realizzabile: forma di sguardo impegnato a collidere con la realtà fatiscente, senza che forzatamente diventi virtuosismo socio-politico. Una realtà stagnante e non stabile e al contempo flessibile, quindi immaginabile e, forse, persino realizzabile.

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

In una parte del mondo impoverita ma non certamente povera, il cinema si fa impellente bisogno di esternare il disagio, il disastro, il disordine, la crisi, il tragicomico fallimento utopistico di una società in ginocchio dopo la grave caduta economica e politica del 2001. Quello di Leonardo Di Cesare è un sorprendente esordio, urgente e realizzabile: nuova forma di sguardo impegnato a collidere con la realtà fatiscente, senza che forzatamente diventi virtuosismo socio-politico. Hernan è un giovane ragazzo rimasto solo nella casa paterna, dopo che il fratello è partito per la Spagna in cerca di fortuna. Di suo ha un motorino con cui ci lavora facendo il fattorino. S'innamora di una ragazza che lavora ad una pompa di benzina e la convince a trasferirsi a casa sua, dove ha una stanza libera. Tra i due nasce una storia d'amore interrotta bruscamente dall'arrivo della famiglia povera di lei che si stabilisce in casa di Hernan senza avere nessuna intenzione di andar via. Addirittura si pensa di avviare una fabbrichetta di churros. La situazione degenera: le inquietanti contraddizioni dei conflitti sociali si fanno sempre più incalzanti. Il minimalismo del giovane cinema argentino degli ultimi anni sembra condensarsi in questa storia, più vicina a quelle di Daniel Burman che all'intimismo "spinto" e aspro di Lucrecia Martel. Di Pablo Trapero e Alejo Taube manca probabilmente lo sperimentalismo tecnico al servizio del realismo biopolitico sull'esistenza contemporanea. Asciutto, essenziale, conciso, Leonardo Di Cesare si aggiunge a quella schiera di cineasti che chiudono in uno spazio circoscritto e compatto il microcosmo del gruppo critico che non chiede, prende senza mezzi termini o subisce combattendo i fantasmi. Cinema sulle ceneri più che sulle fumisterie del pandemonio o sul rumore delle anime (e basta) dell'altro connazionale Los Muertos di Lisandro Alonso (vincitore del Torino Film Festival 2004). Alla fine si resta in bilico tra ripresa e recessione o "dispersione", alludendo all'alienazione e al conflitto latente, dove l'identità non può essere ritrovata auspicando un ritorno alle origini, idealizzando e mitizzando il passato. L'identità di Hernan argentino non è un dato preesistente, è più un'dea che una realtà, un movimento lento e cadenzato nel presente: quasi stanco, spossante nell'incedere e nell'assurdità di una realtà già vista nell'oblio.   "Buena Vida (Delivery)", è una realtà stagnante e non stabile e al contempo flessibile, quindi immaginabile e, forse, persino realizzabile.   

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Titolo orginale: Id.


Regia: Leonardo Di Cesare


Interpreti: Ignacio Toseli, Mariana Anghileri, Óscar Núòez, Alicia Palmes, Sofia da Silva, Ariel Staltari, Pablo Ribba


Distribuzione: IIF


Durata: 93'


Origine: Argentina, 2004

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array