CANNES 60 – "XXY", di Lucia Puenzo (Semaine de la Critique)

Ancora giovane cinema argentino protagonista della Semaine Internationale de la Critique di Cannes 60: dopo il non molto convincente El asaltante, ecco XXY, bella pellicola d'esordio di Lucia Puenzo

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Alex e' una ragazzina di 15 anni che si porta dietro un grande segreto. Poco prima del suo compleanno la sua famiglia decide di intraprendere un viaggio: lasceranno cosi' Buenos Aires per andare in una remota localita' tra le dune e le spiaggie uruguaiane. Il film inizia con i genitori di Alex che ricevono la visita di una coppia di amici e del loro figlio di 16 anni, Alvaro. Mentre il padre, chirurgo estetico, comincera' ad appassionarsi al caso di Alex, il figlio Alvaro iniziera' una relazione con la giovane…

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Lucia Puenzo, trentenne esordiente argentina, ha presentato in concorso alla Semaine Internationale de la Critique di Cannes 60 XXY, un'opera che ha come centro alcune delicate tematiche, su tutte l'ermafroditismo e tutto il background socio-culturale che si porta appresso. Alex, la protagonista della pellicola, non sembra soffrire di questa sua condizione "anfibia" fino a quando non sono gli altri a costringerla a soffrirne e a vergognarsene: la regista, nell'introspezione psicologica del suo personaggio, riesce a delineare con sensibilita' i punti di rottura, i conflitti interni ed esterni, le distonie dichiarate e non. E non e' certo un merito da poco aver trattato un tema cosi' scottante con cotanta delicatezza, rifuggendo da qualunque pietismo o facile commiserazione: il problema, semmai, e' un altro. Ed e' quello che, forse per un peccato di gioventu', ha costretto la regista a non sapersi limitare, a non mettere a freno certe pericolose escursioni narrative che appesantiscono la pellicola che avrebbe altresi' goduto di una leggerezza quasi fantasmica, di un'incosciente viaggio sulla luna a bordo di una lambretta.


Anche perche' non mancano le soluzioni visive che catturano l'occhio e il cuore dello spettatore: la scena della doccia tra le due ragazzine, ad esempio, che riesce a tenere ben lontane certe pruriginose fantasie saffiche ma anche a solleticare strane derive della diegesi, oppure quella del temporale, nella quale Alex e Alvaro sembrano studiarsi a distanza, quasi come se si trovassero di fronte ad un dilemma molto piu' grande di loro, inconoscibile come la natura misteriosa.


Ed e' l'acqua l'elemento che riunisce queste due scene, ma anche piu' in generale l'intero film: un'acqua che, probabilmente, non purifica ma accoglie e difende chi vi entra in contatto, una sorta di "grande madre natura" che protegge i propri figli dalle iniquita' degli esseri umani.

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